Ci sono tanti tipi di mal di testa, molti sintomi fastidiosi, diverse cause possibili, e alcune tipologie caratteriali che predispongono al disturbo: quali sono e cosa devo cambiare per stare meglio
È la principale causa di assenza dal lavoro e uno dei disturbi per i quali si consuma il maggior numero di farmaci, oltre a essere in diversi casi motivo di invalidità riconosciuta. Comunque le si chiami, mal di testa, cefalea, emicrania, rappresentano un calvario per chi ne soffre. Dietro ogni mal di testa frequente, c’è una vita individuale che subisce continui stop, dovuti ai sintomi, alla loro intensità e durata e agli effetti collaterali dei farmaci che spesso la persona assume per domare il problema. Un sintomo invadente e molto diffuso, che influisce negativamente sulla vita quotidiana della persona e sulla sua trama esistenziale.
LEGGI ANCHEI fiori che fermano la cefalea
A complicare le cose, c’è anche da dire che non esiste una sola forma di mal di testa: il disturbo si presenta “a grappolo”, alla nuca, alle tempie, con aura. Può essere frequente fino a trasformarsi in cronica, può insorgere a causa della cervicale, di fattori muscolo tensivi, del ciclo mestruale, può dare sonnolenza, nausea, giramenti di testa. Ci sono persone che ne soffrono di più al mattino, altre alla sera: gli attacchi possono essere tanto forti da ridurre temporaneamente la vita e indurre brevi episodi di vertigini.
La medicina sta facendo il possibile per affrontare il mal di testa: diagnosi sempre più accurate, nuovi rimedi, farmaci sempre più specifici e ricerca di fattori predisponenti o scatenanti (ad esempio alcuni alimenti, livelli ormonali alterati, lo stress). Ma, visti i risultati, sembra che appoggiarsi al solo intervento medico/farmacologico non basti. C’è chi è diventato dipendente dai farmaci, chi si è arreso a “non vivere” per alcuni giorni al mese e chi ha strutturato il quotidiano in base alla paura degli attacchi di mal di testa.
LEGGI ANCHEQuando il mal di testa è colpa di un chiodo fisso
Se vogliamo risolvere - o quantomeno ridurre il mal di testa, dobbiamo fare qualcosa in più rispetto alle indicazioni degli specialisti. Alcuni provano con agopuntura, trattamenti corporei, meditazione, tecniche di rilassamento, rimedi naturali e qualcuno ottiene reale sollievo. Il “di più” che possiamo fare riguarda il modo di vivere. Poche persone riflettono sul fatto che il modo in cui una persona elabora concetti ed emozioni possa influire in modo significativo su un disturbo come il mal di testa.
Eppure, per compiere queste azioni mentali, noi utilizziamo il cervello e i suoi neuroni: com’è possibile che il modo in cui lo utilizziamo non influenzi la sua salute? Sarebbe come dire che il modo in cui usiamo i nostri muscoli non influisce sul loro stato fisico, il che è impossibile. Se dunque soffriamo di mal di testa, una quota di guarigione può sempre essere attinta da un cambiamento nel modo di “usare la testa”. Molti farmaci (e altri rimedi) non funzionano (o funzionano poco) perché agiscono su persone la cui mente produce gli stessi pensieri di sempre, ragiona nello stesso modo, e affronta tutto quel che accade come al solito.
Dunque, che cosa rappresenta quel dolore alla testa che ci tormenta? Cosa si nasconde dietro ai nostri attacchi di mal di testa? Le risposte possono essere varie e mostrare tratti insospettabili della nostra personalità. Ogni cefalea ha le sue radici nel carattere dell'individuo che ne soffre. Esistono però alcune tipologie di personalità più a rischio: in particolar modo, quelli che..."non staccano mai" e le persone troppo perfezioniste, formali e rigide.
Il mal di testa non colpisce a caso: quando si cronicizza tende a scegliere le sue "vittime" fra persone che hanno un'attività di pensiero ipersviluppata e che difficilmente riescono a staccare la spina e a far riposare la mente. Possiamo ritrovare le cause che spingono il cervello a questo doloroso tour de force nei tratti del carattere che predispongono a somatizzare i disagi sotto forma di mal di testa. Ecco di seguito alcuni di questi tratti. Attenzione: se vi riconoscete in almeno tre di essi, siete a rischio cefalea.
Ogni cura per il mal di testa va accompagnata da un cambiamento mentale e psichico. Ci sono cefalee che beneficiano dell’imparare a esprimere meglio le emozioni, altre del ridurre l’eccessivo controllo, altre della risoluzione di conflitti interiori, altre ancora del lasciare più spazio alla creatività, all’istinto e all’intuizione, e via dicendo. Non si può ottenere tutto questo da un giorno con l’altro, perché il cervello è ormai abituato a pensare in un certo modo, ma con un po’ di pazienza si può fare e sono tante le persone che, avendo sviluppato un atteggiamento mentale più lineare e scorrevole, hanno avuto enormi miglioramenti nella sintomatologia. All’inizio non lo si crede possibile, perché il mal di testa sembra una condanna “a vita”, ma poi, se si insiste nel rinnovare il pensiero, le cose migliorano davvero.
Che si tratti di cefalea a grappolo oppure tensiva, che il dolore arrivi in sede frontale oppure occipitale, che sia psicogeno, a predisposizione genetica o di matrice ormonale, il mal di testa esprime sempre anche qualcosa di esistenziale e di importante. A volte può trattarsi semplicemente di energia repressa (fisica, sessuale, affettiva, creativa), a volte rivela la presenza di un vissuto interiore cui la persona non dà spazio, perché non può, non riesce o non sa che esiste. Un vissuto costituito da un conflitto importante che chiede di essere risolto o da una rabbia che ha assoluto bisogno di essere espressa ma non ci riesce.
O che ci riesce male, come quando dopo mugugni e sbotti arriva l’attacco. In altri casi la cefalea esprime il modo in cui la persona scarica tutto ciò che la mente cosciente non riesce a elaborare o a contenere, comprese anche le intense emozioni positive, la commozione, il piacere. Ma, a fare da denominatore comune a tutte le possibilità, c’è il mal di testa come manifestazione inconscia di un “mondo” che vuole venire alla luce: la personalità chiede uno sviluppo diverso, un altro modo di pensare e di stare nella realtà. E in psicoterapia ciò è molto evidente: chi riesce a trasformarsi e a vivere una vita più ampia, smette, del tutto o quasi, di avere questo sintomo così fastidioso.
Mettendo insieme tutte le caratteristiche del cefalalgico ci si potrebbe convincere, a torto, che abbiamo a che fare con una persona fredda e calcolatrice, ambiziosa e distaccata. Ma se così fosse la cefalea non avrebbe ragion d'essere: ci troviamo di fronte, invece, a una persona istintiva, entusiasta, energica, ma suo malgrado compressa da schemi di razionalità e autocontrollo che la bloccano. A soffrirne è la testa, cui tocca l'ingrato compito di raffreddare continuamente i "bollenti spiriti". L'ipertrofia della ragione è quindi un meccanismo di difesa che un soggetto intelligente e dotato mette in atto per difendersi da "un'incandescenza" emotiva che non sa come maneggiare e teme di lasciar fluire. Solo che la tattica non funziona e il mal di testa compare proprio per ricordarcelo.