La testa sembra divisa in due: una parte sta bene, l'altra è dolorante. Ma il dolore di quest'ultima fa star male tutta la persona. È l'emicrania, quella forma di mal di testache colpisce sempre più persone e che, stando ai più recenti studi neurologici, può essere causata da un numero crescente di fattori (ad esempio: intolleranze alimentari, stress, mestruazioni, stanchezza). E tra questi vengono riconosciuti sempre più spesso le emozioni forti, sia positive che negative. Tale aspetto, se da un lato rende chi soffre di emicrania "schiavo" dei suoi stati d'animo, dall'altro offre la possibilità di intervenire psicologicamente per ridurre - a volte anche di molto - la frequenza e l'intensità delle crisi.
C'è chi imbriglia le emozioni in una gabbia di razionalità, chi non si sente legittimato a provare quell'intensità, chi fin da piccolo non si è abituato a lasciar loro spazio e le vive solo "dentro", chi teme di perdere il controllo della situazione... Il sintomo spiega bene il conflitto interiore tra le due parti della sua testa: una che vorrebbe esprimere, l'altra che riesce a reprimere. Il primo passo per risolvere il problema è comprendere che è necessario trovare un modo nuovo per esprimere le forti emozioni e per lasciarle defluire non solo all'esterno, ma anche dentro di sé. Non va dimenticato che l'emicrania, nella sua intima essenza, è costituita da una grande energia emotiva che non si è integrata col resto della persona. Riuscire a verbalizzare i picchi emotivi, oppure a scriverli, o ancora tradurli in azioni corporee, sono validi aiuti per favorire una loro migliore integrazione nel cervello e nell'organismo, riducendo la necessità che si sfoghino nel sintomo.
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