La parola “fibromialgia” deriva dal latino e dal greco e descrive le caratteristiche principali della sindrome:
- “Fibro”: si riferisce ai tessuti fibrosi del corpo, come tendini e legamenti.
- “Mi”: deriva dal termine greco mus, che significa muscolo.
- “Algia”: deriva dal greco “algos”, che significa dolore.
Quindi, “fibromialgia” significa letteralmente “dolore nei tessuti fibrosi e nei muscoli”. Questo nome indica il sintomo principale della condizione, che è il dolore muscoloscheletrico diffuso. Secondo l’Associazione Italiana Sindrome Fibromialgica, la fibromialgia o sindrome fibromialgica è una forma comune di dolore muscoloscheletrico diffuso e di affaticamento (astenia) che colpisce circa 1,5-2 milioni di Italiani.
Indice dell'articolo
Quali sono i sintomi iniziali della fibromialgia
I sintomi iniziali della fibromialgia possono variare da persona a persona, ma generalmente sono i seguenti.
- Dolore diffuso: questo è spesso il sintomo principale e più precoce. Il dolore è solitamente descritto come un dolore sordo e costante, presente in tutto il corpo. Inizia spesso in una zona specifica, come il collo o le spalle, e poi si diffonde ad altre parti del corpo.
- Affaticamento: molte persone con fibromialgia sperimentano una stanchezza profonda che non migliora con il riposo. Questo affaticamento può essere debilitante e interferire con le attività quotidiane.
- Disturbi del sonno: anche se una persona dorme per un numero sufficiente di ore, può non sentirsi riposata. Disturbi del sonno comuni includono insonnia, difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno, e sindrome delle gambe senza riposo.
- Rigidità mattutina: al risveglio, si può avvertire una sensazione di rigidità nel corpo, simile a quella provata in presenza di artrite. Questa rigidità può durare per diverse ore e ridurre la mobilità.
- Problemi cognitivi: comunemente noti come “fibro-fog” o “nebbia cerebrale”, questi sintomi includono difficoltà di concentrazione, problemi di memoria a breve termine, e difficoltà a trovare le parole giuste durante una conversazione.
- Mal di testa o emicranie: sono un sintomo frequente e possono variare in intensità e frequenza.
- Disturbi gastrointestinali: molte persone con fibromialgia sperimentano sintomi simili a quelli della sindrome dell’intestino irritabile (IBS), come dolore addominale, gonfiore, costipazione o diarrea.
- Sensibilità aumentata: la sensibilità al dolore è spesso accompagnata da una sensibilità aumentata a stimoli esterni, come suoni forti, luci intense, odori forti, e cambiamenti di temperatura.
- Depressione e ansia: questi disturbi dell’umore possono essere presenti sin dall’inizio o svilupparsi a causa dell’impatto della malattia sulla qualità della vita.
- Formicolio o intorpidimento: alcune persone sperimentano formicolio o intorpidimento alle mani e ai piedi, una sensazione simile a quella della neuropatia.
È importante notare che la fibromialgia è una condizione cronica e i sintomi possono evolvere nel tempo. Inoltre, questi sintomi possono variare in intensità e non tutti coloro che hanno la fibromialgia sperimentano tutti questi sintomi.
Fibromialgia: la sindrome dai 100 sintomi
La fibromialgia è nota per la sua vasta gamma di sintomi, tanto che alcuni pazienti possono sperimentare fino a 100 sintomi diversi, anche se va detto che la sintomatologia può variare notevolmente da persona a persona. Ecco l’elenco dei cento sintomi.
- Sensazione di bruciore diffuso
- Dolori muscolari
- Debolezza muscolare
- Crampi muscolari
- Dolore alle articolazioni
- Dolore alle anche
- Rigidità muscolare, specialmente al mattino
- Rigidità di tendini e legamenti
- Sindrome da stanchezza cronica (CFS)
- Difficoltà a salire e scendere le scale
- Difficoltà ad alzare e abbassare in sequenza le braccia
- Difficoltà costante a svolgere i propri compiti
- Disturbi del sonno
- Apnee notturne
- Sindrome delle gambe senza riposo
- Mal di testa cronici
- Mal di schiena
- Dolore al collo
- Dolore alle spalle
- Dolore alle anche
- Dolore alle ginocchia
- Dolore ai piedi
- Dolore alle mani
- Dolore al torace
- Dolore addominale
- Sindrome dell’intestino irritabile (IBS)
- Nausea
- Diarrea
- Stitichezza
- Gonfiore addominale
- Gastrite
- Reflusso gastroesofageo (GERD)
- Ansia
- Depressione
- Cambiamenti di umore
- Irritabilità
- Difficoltà di concentrazione (“fibro-fog”)
- Problemi di memoria a breve termine
- Difficoltà nel prendere decisioni
- Sensazione di confusione
- Sensibilità al freddo
- Sensibilità al caldo
- Intolleranza al rumore
- Intolleranza alla luce
- Sensibilità agli odori forti
- Vertigini
- Acufeni
- Diminuzione dell’udito
- Produzione eccessiva di cerume
- Perdita di equilibrio
- Formicolio alle mani e ai piedi
- Sensazione di intorpidimento
- Sensazione di spilli e aghi
- Sensazione di gonfiore nelle mani e nei piedi
- Occhi secchi
- Bocca secca
- Gola che “raschia”, sensazione di avere qualcosa in gola
- Difficoltà a deglutire
- Pelle che prude
- Pelle secca, che a volte si squama
- Allergie con attacchi più frequenti o nuove allergie
- Sensibilità chimica multipla
- Sindrome dell’ATM (articolazione temporomandibolare)
- Dolore facciale
- Dolore alla mascella
- Mal di denti anche senza problemi specifici
- Malocclusione dentale
- Masticazione difficile (per esempio, difficoltà ad addentare una mela)
- Palpitazioni cardiache
- Problemi respiratori
- Sensazione di mancanza di fiato al minimo sforzo
- Dolore al petto (non cardiaco)
- Aumento di peso
- Perdita di peso
- Diminuzione della libido
- Problemi mestruali (dismenorrea, periodi irregolari)
- Menopausa precoce
- Endometriosi
- Dolore nei punti di pressione specifici (trigger point)
- Problemi di coordinazione
- Problemi di equilibrio
- Ipersensibilità al tatto
- Ipersensibilità agli odori
- Sensazione di intorpidimento nella faccia
- Disturbi visivi
- Visione offuscata
- Intolleranza agli alcolici
- Dolore ai nervi
- Dolore al cuoio capelluto
- Capelli fragili
- Sensazione di pressione intorno alla testa
- Frequenti infezioni delle vie urinarie
- Sindrome della vescica dolorosa (cistite interstiziale)
- Frequente bisogno di urinare
- Sensazione di freddo o calore estremi alle estremità
- Problemi di regolazione della temperatura corporea
- Sensazione di febbre
- Sudorazione eccessiva
- Sudorazione notturna
- Problemi di adattamento ai cambiamenti ambientali
Le cause della fibromialgia
La fibromialgia è una condizione complessa e le sue cause non sono ancora completamente note. Tuttavia, la ricerca ha identificato diversi fattori che potrebbero contribuire allo sviluppo della sindrome. Ecco un approfondimento sulle possibili cause della fibromialgia:
- Alterazioni nella percezione del dolore: uno dei principali meccanismi ipotizzati per la fibromialgia è un’anomala elaborazione del dolore da parte del sistema nervoso centrale. Nelle persone con fibromialgia, il cervello e i nervi potrebbero amplificare i segnali dolorosi, causando una maggiore sensibilità al dolore. Questa condizione è spesso descritta come una “sensibilizzazione centrale”, dove il sistema nervoso diventa iper-reattivo ai segnali di dolore.
- Fattori genetici: la fibromialgia tende a ricorrere nelle famiglie, suggerendo una componente genetica. Alcuni geni potrebbero predisporre una persona a una maggiore sensibilità al dolore o a un’elaborazione anomala del dolore. Tuttavia, non è stato identificato un singolo gene specifico, e sembra che molteplici geni possano contribuire al rischio di sviluppare la condizione.
- Eventi stressanti o traumatici: fisici o emotivi, se sono stressanti possono innescare l’insorgenza della fibromialgia. Questo include traumi fisici, infezioni, interventi chirurgici, o stress emotivi significativi. Questi eventi possono scatenare un processo di sensibilizzazione del sistema nervoso centrale.
- Disturbi del sonno: molte persone con fibromialgia soffrono di disturbi del sonno, come insonnia o un sonno non ristoratore. Il sonno di scarsa qualità può peggiorare il dolore e la fatica, creando un circolo vizioso in cui la mancanza di riposo adeguato aggrava i sintomi della fibromialgia.
- Problemi neurochimici: sono stati osservati squilibri nei livelli di alcuni neurotrasmettitori, come la serotonina, la dopamina e la noradrenalina, che svolgono un ruolo nella regolazione del dolore e dell’umore. Questi squilibri potrebbero contribuire sia al dolore che agli altri sintomi, come l’ansia e la depressione, che spesso accompagnano la fibromialgia.
- Disfunzioni ormonali: alcuni studi suggeriscono che le disfunzioni nell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA), che regola la risposta allo stress, potrebbero essere coinvolte nella fibromialgia. Questo potrebbe spiegare perché lo stress spesso peggiora i sintomi.
- Fattori immunologici e infiammatori: potrebbe anche esserci un’infiammazione di basso grado o un’attivazione anomala del sistema immunitario nelle persone con fibromialgia, anche se questo è ancora un campo di studio in evoluzione.
- Stile di vita e fattori ambientali: fattori come l’inattività fisica, una dieta ricca di zuccheri e grassi, ma anche di cibi ultraprocessati, il fumo e l’uso eccessivo di alcol possono influenzare la severità dei sintomi della fibromialgia. Inoltre, fattori ambientali come l’esposizione a sostanze tossiche o a infezioni virali possono giocare un ruolo importante.
In sintesi, la fibromialgia sembra essere il risultato di un’interazione complessa tra genetica, fattori neurochimici, psicologici e ambientali. Sebbene non ci sia una causa unica, è probabile che una combinazione di questi fattori contribuisca allo sviluppo e al mantenimento della sindrome.
Fibromialgia: come si arriva alla diagnosi
La diagnosi di fibromialgia può essere complessa perché non esiste un test di laboratorio specifico per confermarla. Invece, la diagnosi si basa su una combinazione di valutazione clinica dei sintomi, esclusione di altre condizioni mediche e criteri diagnostici specifici. Ecco come avviene tipicamente il processo diagnostico:
1. Valutazione dei sintomi: il medico inizia con una discussione approfondita dei sintomi del paziente, concentrandosi sui seguenti aspetti.
- Dolore diffuso: Il dolore deve essere presente in tutte e quattro le aree del corpo (sia sopra che sotto la vita e su entrambi i lati) per almeno tre mesi. In passato, la diagnosi richiedeva anche dolore alla palpazione in almeno 11 dei 18 punti sensibili, ma questa pratica è stata in gran parte sostituita da un focus sui sintomi riportati dal paziente.
- Affaticamento e disturbi del sonno: viene valutata la presenza di stanchezza persistente e problemi con il sonno, che sono comuni nella fibromialgia.
- Sintomi cognitivi e altri sintomi associati: i problemi di memoria, difficoltà di concentrazione, nebbia cognitiva e altri sintomi come mal di testa e sindrome dell’intestino irritabile sono valutati.
2. Esclusione di altre condizioni: molti sintomi della fibromialgia possono sovrapporsi a quelli di altre malattie, come l’artrite reumatoide, il lupus, la sclerosi multipla o le malattie della tiroide. Per escludere queste condizioni, il medico potrebbe prescrivere i seguenti test.
- Esami del sangue: per verificare segni di infiammazione, malattie autoimmuni, anomalie della tiroide, ecc.
- Altri esami di imaging: come radiografie o risonanze magnetiche, se necessario, per escludere condizioni muscoloscheletriche o neurologiche.
3. Uso dei criteri diagnostici: dal 2010, i criteri dell’American College of Rheumatology (ACR) sono stati aggiornati per includere una valutazione più completa dei sintomi, utilizzando il Widespread Pain Index (WPI) e la Symptom Severity Scale (SSS). La WPI è una scala che misura il numero di aree del corpo in cui il paziente ha avvertito dolore nelle ultime due settimane.
Mentre la SSS è una scala che valuta la gravità dei sintomi come affaticamento, disturbi del sonno, sintomi cognitivi e altri sintomi somatici (come mal di testa, sindrome dell’intestino irritabile, ecc.).
La fibromialgia viene presa in considerazione se il soggetto ha un WPI di almeno 7 e un punteggio SSS di almeno 5, oppure un WPI tra 3 e 6 con un SSS di almeno 9. I sintomi devono essere presenti a un livello simile da almeno tre mesi e non esistono altre condizioni mediche che potrebbero spiegare il dolore e i sintomi.
4. Diagnosi differenziale e gestione: una volta che la fibromialgia viene diagnosticata, il medico discuterà i possibili approcci terapeutici, che possono includere farmaci, terapia fisica, cambiamenti nello stile di vita, supporto psicologico e terapie complementari. La gestione è spesso multidisciplinare, coinvolgendo reumatologi, neurologi, fisioterapisti e psicologi, a seconda dei sintomi specifici del paziente.
I punti “dolenti” o trigger point della fibromialgia
I trigger point della fibromialgia, spesso chiamati anche tender points o punti sensibili, sono specifiche aree del corpo dove una leggera pressione provoca dolore. Questi punti sono utilizzati per diagnosticare la fibromialgia, anche se i criteri diagnostici moderni si concentrano meno su di essi e più sulla natura diffusa del dolore e su altri sintomi. Ecco un elenco dei 18 punti sensibili classici, distribuiti in modo simmetrico su entrambi i lati del corpo.
- Base del cranio: ai lati dell’inserzione dei muscoli suboccipitali, sotto la base del cranio.
- Collo anteriore: ai lati delle vertebre cervicali (C5-C7), nella parte anteriore del collo.
- Spalle: nella parte superiore del muscolo trapezio, vicino al collo.
- Schiena alta: al bordo interno della scapola, sopra la spina della scapola.
- Seconda costola: lungo il secondo margine costale, appena sotto la clavicola.
- Gomiti: lateralmente all’epicondilo laterale (gomito esterno).
- Parte superiore dei glutei: nella parte superiore esterna dei glutei, vicino all’osso iliaco.
- Fianchi: giusto dietro il grande trocantere (osso prominente dell’anca).
- Ginocchia: nella parte interna del ginocchio, sopra il cuscinetto adiposo vicino all’articolazione.
Questi punti sensibili erano utilizzati in passato per confermare una diagnosi di fibromialgia se almeno 11 di essi risultavano dolorosi alla palpazione con una pressione moderata. Tuttavia, questa modalità diagnostica ha limitazioni, poiché non tutti i pazienti presentano dolore ai punti sensibili e la sensibilità al dolore può variare.
Per questo motivo, i criteri diagnostici aggiornati dell’American College of Rheumatology (ACR) includono una valutazione più ampia dei sintomi, come il dolore diffuso e la severità dei sintomi correlati, piuttosto che focalizzarsi esclusivamente sui punti sensibili.
Fibromialgia e invalidità
A tutt’oggi, in Italia, alcune regioni hanno riconosciuto la sindrome fibromialgica come malattia invalidante. Le province autonome di Trento e di Bolzano hanno garantito ai malati il diritto all’esenzione per patologia dalla compartecipazione alla spesa sanitaria, oltre che un maggior punteggio in sede di determinazione dell’invalidità civile. Anche in Veneto è considerata malattia rara. In Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Emilia-Romagna, Campania e Toscana è stato avviato il percorso per l’inclusione della patologia tra le malattie rare e invalidanti. Tuttavia a livello nazionale la malattia non è ancora stata inserita tra quelle che danno diritto all’invalidità civile.
Cura della fibromialgia
La fibromialgia è una condizione cronica che, al momento, non ha una cura definitiva. Tuttavia, esistono vari trattamenti e strategie che possono aiutare a gestire i sintomi e migliorare la qualità della vita. Le cure per la fibromialgia sono spesso multidisciplinari, coinvolgendo approcci farmacologici, terapie fisiche e psicologiche, e cambiamenti nello stile di vita. Va detto che anche le terapie naturali possono essere di grande aiuto in questi casi. Vediamo allora le terapie oggi utilizzate.
1. Terapia farmacologica per la fibromialgia
- Antidolorifici: farmaci come il paracetamolo, ibuprofene o naprossene possono essere utili per alleviare il dolore.
- Antidepressivi: farmaci come la duloxetina e l’amitriptilina sono spesso usati non solo per trattare la depressione, spesso associata alla fibromialgia, ma anche per ridurre il dolore e migliorare il sonno.
- Anticonvulsivanti: sono prescritti per trattare il dolore neuropatico associato alla fibromialgia.
- Miorilassanti: possono essere prescritti per alleviare la tensione muscolare.
2. Terapia fisica per la fibromialgia
- Esercizio fisico: l’attività fisica regolare, come camminare, nuotare o fare esercizi aerobici a basso impatto, è fondamentale per mantenere la mobilità e ridurre il dolore. Gli esercizi di stretching e rinforzo muscolare possono anche essere utili.
- Terapia manuale: massaggi, manipolazioni chiropratiche e altre tecniche manuali possono aiutare a ridurre la tensione muscolare e migliorare la circolazione.
3. Terapia psicologica per la fibromialgia
- Supporto psicologico con approccio psicosomatico: sessioni di consulenza o gruppi di supporto possono fornire un sostegno emotivo, aiutando le persone a far fronte alla condizione.
4. Cambiamenti nello stile di vita
- Sonno: migliorare la qualità del sonno è cruciale. Tecniche di igiene del sonno, come mantenere una routine regolare per andare a letto e alzarsi, evitare caffeina e alcol prima di dormire, possono essere utili.
- Alimentazione: una dieta equilibrata può aiutare a migliorare l’energia generale e il benessere. Alcune persone trovano sollievo riducendo il consumo di alimenti che possono contribuire all’infiammazione, come gli zuccheri raffinati e i grassi saturi.
- Gestione dello stress: tecniche di rilassamento come la meditazione, lo yoga, la respirazione profonda e il Tai Chi Ch’uan possono aiutare a ridurre lo stress e migliorare il controllo dei sintomi.
5. Educazione e supporto
Educare se stessi e i propri familiari sulla fibromialgia può aiutare a comprendere meglio la condizione e a sviluppare strategie efficaci per gestirla.
In sintesi, la gestione della fibromialgia richiede un approccio personalizzato e spesso una combinazione di terapie. È importante collaborare con un team di specialisti per trovare le strategie più efficaci personalizzate.
6. Terapie e rimedi naturali per la fibromialgia
Numerose persone con fibromialgia trovano beneficio da terapie alternative, come l’agopuntura, la chiropratica, dall’uso di rimedi e integratori alimentari e da una dieta corretta. Ecco alcuni rimedi particolarmente adatti.
- Magnesio: è un minerale essenziale che svolge un ruolo importante in numerose funzioni corporee, inclusa la funzione muscolare e nervosa. Nella fibromialgia, il magnesio può aiutare a ridurre la tensione muscolare, crampi, e il dolore generale. Alcuni studi suggeriscono che le persone con fibromialgia potrebbero avere livelli di magnesio più bassi, quindi l’integrazione può aiutare a migliorare i sintomi, compresi l’affaticamento e i problemi di sonno. Se ne prendono 300-400mg al giorno.
- Vitamina D: è cruciale per la salute delle ossa e del sistema immunitario. Una carenza di vitamina D è stata associata a dolori muscolari e articolari, sintomi comuni nella fibromialgia. L’integrazione di vitamina D può aiutare a ridurre il dolore muscoloscheletrico e migliorare la qualità della vita nelle persone con fibromialgia, specialmente se presentano una carenza di questa vitamina. Il suggerimento è di assumere 5000 UI al giorno di Vitamina D3.
- Boswellia serrata: nota anche come incenso indiano, è una pianta utilizzata per le sue proprietà antinfiammatorie e antidolorifiche. Gli estratti di boswellia possono aiutare a ridurre l’infiammazione e il dolore articolare. Sebbene non ci siano molte ricerche specifiche sulla boswellia per la fibromialgia, i suoi effetti antinfiammatori possono contribuire a ridurre il dolore e migliorare la mobilità. Prendere da 1 a 3 volte al giorno 350 mg di estratto di bosvellia titolato al 70% in acidi boswellici e al 2% acido acetil-11-keto-beta-boswellico (AKBA).
- Rosa canina: è ricca di vitamina C e ha proprietà antinfiammatorie e antiossidanti. Può essere utile per migliorare la salute generale e sostenere il sistema immunitario. Inoltre, può aiutare a ridurre l’infiammazione e il dolore associato alla fibromialgia, anche se le prove scientifiche specifiche sono limitate. Si assume sotto forma di tintura madre, 25 gocce in poca acqua 3 volte al giorno, 15 minuti dopo i pasti.
- Passiflora: è conosciuta per le sue proprietà sedative e ansiolitiche. È utilizzata per aiutare a gestire l’ansia e i disturbi del sonno, entrambi comuni nella fibromialgia. Può aiutare a migliorare la qualità del sonno e a ridurre l’ansia, migliorando così il benessere generale delle persone affette da fibromialgia. Si assume sotto forma di tintura madre, 30 gocce in poca acqua verso le 16,30 e altrettante 30 minuti prima di andare a dormire.
- Tiglio: è una pianta con effetti calmanti, spesso utilizzata per trattare ansia, stress e disturbi del sonno. Le sue proprietà rilassanti possono aiutare a migliorare il sonno e ridurre l’ansia, sintomi che spesso peggiorano la percezione del dolore nella fibromialgia. Puoi prenderne 4 capsule al giorno (al posto della passiflora) da 400-500mg l’una di estratto secco.
- Angelica: è una pianta che ha proprietà antinfiammatorie, analgesiche e calmanti. È usata nella medicina tradizionale per trattare una varietà di disturbi, inclusi problemi digestivi e dolore muscolare. Nell’ambito della fibromialgia, l’angelica può aiutare a ridurre l’infiammazione e il dolore, oltre a promuovere il rilassamento soprattutto nella donna in menopausa. Si assume sotto forma di tintura madre, 30 gocce in poca acqua 2-3 volte al giorno (al posto di tiglio o passiflora).
Fibromialgia e alimentazione
L’alimentazione può svolgere un ruolo significativo nella gestione della fibromialgia, aiutando a ridurre i sintomi come il dolore, la fatica e l’infiammazione. Anche se non esiste una dieta specifica per la fibromialgia universalmente riconosciuta, alcuni principi dietetici e approcci nutrizionali possono essere utili per molte persone affette da questa condizione.
1. Evita alimenti pro-infiammatori
- Zuccheri raffinati: ridurre il consumo di zuccheri raffinati e dolcificanti artificiali può aiutare a evitare picchi glicemici e infiammazioni. Questo include bevande zuccherate, dolci e prodotti da forno industriali.
- Grassi trans e saturi: limitare i grassi trans (presenti in alcuni cibi lavorati) e i grassi saturi (presenti in carne rossa e latticini interi) può aiutare a ridurre l’infiammazione.
- Alimenti ultra-processati: evitare cibi confezionati e trasformati, spesso ricchi di additivi, conservanti e sostanze chimiche che possono contribuire all’infiammazione.
- Caffeina e alcol: possono interferire con il sonno e aumentare l’ansia, peggiorando i sintomi della fibromialgia. È meglio limitarne l’assunzione o evitarli del tutto.
- In alcuni casi, anche se in assenza di celiachia, il glutine può aggravare i sintomi.
2. Fai scorta di alimenti antinfiammatori
- Frutta e verdura: consumare una vasta gamma di frutta e verdura, ricca di vitamine, minerali e antiossidanti, può aiutare a combattere l’infiammazione. Alcuni esempi includono frutti di bosco, agrumi, spinaci, broccoli e carote.
- Grassi sani: gli acidi grassi Omega3, presenti in pesci grassi come salmone e sgombro, alghe, noci, semi di lino e semi di chia, possono aiutare a ridurre l’infiammazione.
- Spezie antinfiammatorie: spezie come curcuma e zenzero sono note per le loro proprietà antinfiammatorie e possono essere aggiunte ai pasti per benefici aggiuntivi, meglio se a fine cottura.
3. Ci vogliono più fibre
Le fibre sono importanti per la salute intestinale e possono aiutare a gestire i problemi digestivi spesso associati alla fibromialgia, come la sindrome dell’intestino irritabile (IBS). Cereali integrali, frutta, verdura e legumi sono ottime fonti di fibre.
4. È necessaria un’adeguata idratazione
Bere acqua a sufficienza è fondamentale per la salute generale. L’idratazione aiuta a mantenere il metabolismo funzionante correttamente e può contribuire a ridurre la fatica. Bevi almeno 1,5 litri di acqua al giorno.
5. Fai attenzione a intolleranze e allergie alimentari
Alcune persone con fibromialgia possono avere sensibilità alimentari che aggravano i loro sintomi. Identificare ed evitare alimenti che causano reazioni negative, come glutine o latticini, può essere utile. Questo può essere fatto con l’aiuto di un nutrizionista o attraverso un diario alimentare.
6. Segui una dieta equilibrata
Mantenere una dieta equilibrata, che includa tutte le principali categorie di nutrienti (carboidrati complessi, proteine magre, grassi sani, vitamine e minerali), è essenziale per sostenere l’energia e la salute generale.
6. Fai pasti piccoli e frequenti
Fare pasti più piccoli e frequenti può aiutare a mantenere stabili i livelli di energia durante la giornata e prevenire la stanchezza. Questo approccio può anche aiutare a gestire la fame e il peso corporeo, prevenendo anche i disturbi di stomaco.
È importante notare che la risposta individuale agli alimenti può variare, quindi potrebbe essere utile tenere un diario alimentare per monitorare i sintomi e le risposte ai vari cibi per identificare quelli che migliorano o peggiorano i sintomi.
Esperta di erbe officinali e alimentazione. È direttore responsabile di Curarsi Mangiando, Le Ricette PerdiPeso e Le Ricette della Salute delle Edizioni Riza