Alla scoperta dei benefici dei datteri: i dolci frutti protagonisti della tavola delle feste, che se assunti nelle giuste dosi ti regalano energia e rafforzano tutto l’organismo
Ricchi di glucidi, vitamine e minerali, i datteri sono un alimento che per millenni ha sostenuto le popolazioni delle regioni aride dell’Africa settentrionale e dell’Arabia. Si tratta di frutti dolci e sazianti ricavati dalla palma da dattero (Phoenix dactylifera), un albero molto robusto e longevo che può superare i 300 anni di vita. Per molti sono solo una bomba calorica tipica delle tavole natalizie, ma, in realtà, sono un vero superfood alleato della nostra salute.
Lodati da Maometto e largamente citati nei testi sacri dell’Islam, i datteri sono uno dei cibi più gettonati per rompere il digiuno durante il mese del Ramadan. Ecco spiegato perché bastano due o tre datteri al giorno per fare il pieno di energie e combattere la stanchezza invernale.
Proteggono le vie respiratorie | I datteri hanno proprietà antinfiammatorie utili per la salute delle vie respiratorie, in particolare contro il raffreddore e frullati col latte caldo sono una panacea per il mal di gola. |
Proprietà digestive | Contengono molte fibre in grado di regolare le funzioni digestive e apportano benefici in caso di stitichezza. |
Proteggono dai tumori | Numerosi studi confermano che hanno proprietà antitumorali, specialmente contro il cancro al pancreas. |
Energizzanti | Essendo ricchi di zuccheri, sono una fonte di energia. Per questo, possono essere usati, senza eccedere, per una colazione rinvigorente o per uno spezzafame salutare. |
Sono amici del cuore | Hanno molto potassio e poco sodio; ciò li rende ottimi per regolare la pressione sanguigna e salvaguardare il cuore da patologie cardiovascolari. |
Afrodisiaci | Sono un rimedio afrodisiaco d’origine indiana: immergi qualche dattero nel latte di capra (o vegetale) per tutta la notte; al mattino, prima di bere, frulla gli ingredienti con semi di cardamomo in polvere e un poco di miele. |
In caso di anemia | I datteri contengono tanto ferro e sono ideali, perciò, contro l’anemia. |
Fanno bene agli occhi | I carotenoidi di cui abbondano, come luteina e beta-carotene, preservano la salute degli occhi. |
I diabetici possono mangiare i datteri?
Sì, secondo un nuovo studio appena pubblicato sulla rivista Foods. Un team di ricerca bengalese, assieme a colleghi malesiani, ha dimostrato che i datteri giocano un ruolo essenziale nel trattamento del diabete, grazie alla presenza di polifenoli che esercitano una forte azione antiossidante. I flavonoidi contenuti in questi frutti sarebbero in grado, inoltre, di rafforzare la sensibilità dell’insulina legata a un cattivo controllo del glucosio e migliorare le complicazioni indotte dal diabete. Senza contare che il prezioso apporto di fibre dona all’organismo una dolce sensazione di appagamento e sazietà che consente di evitare di piluccare fuori pasto e, quindi, prevenire bruschi sbalzi glicemici. Tuttavia, gli esperti consigliano di consumarli in dosi molto piccole, non più di 2-3, magari dopo un pasto proteico oppure a basso contenuto di carboidrati per riequilibrare il picco glicemico.
Non esiste un’unica varietà di datteri; in natura se ne contano più di 400, alcune di queste molto pregiate e costose. I datteri più comuni in Europa sono:
Quando acquisti i datteri, stai alla larga da quelli con la patina biancastra perché spesso sono vecchi e possi. Sceglili, invece, biologici e privi di zuccheri aggiunti, sciroppo di glucosio e conservanti artificiali.
La quantità ideale da mangiare è di 2-3 datteri al giorno, da consumare preferibilmente a colazione o negli spuntini per fare il pieno di sostanze energizzanti, facendo attenzione a non esagerare, soprattutto in caso di diabete o nelle diete ipocaloriche, perché questi gustosi frutti hanno un’alta densità calorica. Nella sua versione fresca hanno circa 130 kcal per 100 g e più di 30 g di zuccheri. I datteri secchi, invece, hanno quasi il doppio delle calorie e zuccheri, perché il metodo di essiccazione con cui sono trattati aumenta la loro naturale dolcezza.
Già gli antichi Egizi conoscevano le tante virtù terapeutiche dei datteri, tanto da essere un ingrediente principale di molte ricette di farmaci. Ma aldilà del lato curativo, questi frutti erano considerati un simbolo di fecondità e abbondanza. La palma da dattero è, infatti, presente nelle raffigurazioni dell’Oltretomba: il defunto si augurava di essere sepolto ai piedi della pianta, oppure esserne addirittura tramutato, poiché essa era la rappresentazione terrena di Min, il dio della fertilità e virilità maschile.