Uscire dalla depressione grazie all'immaginazione
Depressione

Uscire dalla depressione grazie all'immaginazione

Uscire dalla depressione con le proprie sole forze non è impossibile, ma occorre fare i passi giusti: per prima cosa, deve cessare ogni lotta, poi bisogna fare spazio all'immaginario...

Come uscire dalla depressione: una testimonianza

Samantha, una lettrice di Riza psicosomatica ci racconta quello che le è accaduto e che l’ha fatta uscire da una profonda crisi. Tutto è partito dalla lettura del titolo di una rivista, ma poi Samantha ha fatto tutto da sola…“Stavo passando davvero un brutto periodo di profonda depressione. Mio marito mi tradiva, la mia vita non aveva più senso e spesso desideravo morire. Un giorno mentre ero in stazione ad aspettare il treno vidi il titolo del numero di Riza Psicosomatica di quel mese: “La felicità è dentro di te”, mi incuriosì e così decisi di comprarne una copia. All’inizio non capivo il senso di quello che c’era scritto, ma qualcosa mi spingeva a continuare a leggere e ad approfondire..."

Quando la depressione sembra un tunnel senza uscita...

Intanto il mio dolore non si fermava e quando la mia famiglia o i miei amici andavano a divertirsi io me ne stavo giorni interi a piangere ininterrottamente, fino a stremarmi. Iniziò un lungo periodo di depressione e dolore, ma nello stesso tempo qualcosa dentro di me era cambiato: ero dimagrita dieci chili, avevo cambiato il mio modo di vestire e di acconciare i capelli. Finalmente mi piacevo, fisicamente e mi sentivo a mio agio. Mi ero anche iscritta anche ad un corso di ballo, passione accantonata da anni. Insomma, mentre stavo male, qualcosa spontaneamente agiva dentro di me conducendomi nella direzione giusta. Ma soprattutto, mi venne in soccorso l'immaginazione, un'amica sorprendente che non pensavo potesse davvero servire a uscire dalla depressione. E invece...

Per uscire dalla depressione... Ti salva l'immaginazione

Da allora quando sto male faccio così: immagino di essere su una zattera in mezzo al mare; per molto tempo ho lottato per tornare alla riva che avevo lasciato, con tutte le mie certezze (marito, figli, matrimonio, casa, lavoro e amicizie), poi ho capito che non dovevo fare altro che arrendermi. L’acqua del mare, la mia anima, sa dove portarmi e io mi affido a lei, non combatto più per tornare a riva. Ci sono giorni di sole nei quali sto benissimo, ma arrivano anche la pioggia leggera e a volte la tempesta. Bene, quando accade, io mi rifugio accovacciata sulla mia zattera, mi copro e rimango lì, con il mio dolore. A volte piango ma nello stesso tempo sento il desiderio di restare lì nel mio dolore, perché so che prima o poi la tempesta passerà. E puntualmente, passa...

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Se ti affidi all'ignoto la depressione sfuma

Che cosa è davvero cambiato in me? Non identifico più i miei disagi e la mia depressione con gli eventi e le cose che mi accadono; so che la tempesta mi farà approdare in un luogo a me sconosciuto, forse per un po' di tempo, forse per molto: non importa, io mi affido all’ignoto. Ora sento di essere veramente me stessa, non m'identifico più in un ruolo e in un personaggio come ho fatto per tanti anni. Accetto anche i lati brutti del mio carattere: io, che sono sempre stata descritta come una persona buona e altruista so che sono capace anche di provare anche indifferenza verso le persone e non devo cambiare. In me esistono sentimenti opposti, faccio e penso cose che prima erano inimmaginabili... Ora è tutto più chiaro e sono finalmente libera”.

L'esperienza di Samantha ci mostra come uscire dalla depressione sia sempre possibile, a patto di usare gli strumenti giusti: ecco i principali

  • Ha usato l’immaginazione
    Le immagini mentali sono una vera fonte di cura, perché attivano aree cerebrali che danno sollievo e allontanano i pensieri neri. L’immagine che è venuta in mente a Samanta è una zattera in mezzo al mare, immagine universale e senza tempo, che indica il suo abbandono all’inconscio.
     
  • Si è arresa all’anima
    Samanta ha capito che continuare a combattere forzatamente per quelle che credeva certezze era inutile. Così ha smesso di remare contro la sua natura e si è arresa, lasciandosi cullare dalle onde del mare. La sua anima sapeva dove portarla.   
     
  • Ha smesso di identificare i disagi con cause esterne
    Nessun evento esterno può peggiorare o migliorare la nostra interiorità, la felicità dipende solo da noi stessi.
     
  • Si è affidata all’ignoto
    Samanta non ha avuto paura di accettare il buio e il vuoto. Ha capito che il dolore la porta in un luogo sconosciuto e non vi oppone resistenza.
     
  • Ha smesso di identificarsi con un personaggio
    Samanta per anni ha incarnato dei personaggi, delle maschere, come “la brava moglie” e la “brava madre”, perdendo di vista la sua essenza. Ora ha smesso di farlo, sapendo che lei è molto di più di questi ruoli prestabiliti.
     
  • Ha capito l’utilità della tempesta
    Samanta quando sta male desidera restare nel suo dolore, senza allontanarsi e senza opporgli resistenza. Sa che la tempesta che prova le è utile per approdare verso l’evoluzione. Ricorda che anche i grandi esploratori del ‘400 e ‘500 hanno dovuto affrontare tempeste e acque burrascose per poter approdare su nuove terre.
     
  • Ha accettato anche i lati “negativi” del suo carattere
    Ognuno di noi è una "compresenza" di opposti, di luci ed ombre, e non dimentichiamo che non può esserci la luce senza il buio. Samanta se l’è ricordato, percependo che in lei esistono anche sentimenti “quasi disumani”, ma non ha cercato di eliminarli.

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