Non la amo più ma non voglio che soffra
Coppia e amore

Non la amo più ma non voglio che soffra

Dietro questo atteggiamento si nasconde il bisogno di essere buoni e protettivi a tutti i costi: un comportamento da evitare, anche per il bene dall'altro...

Ci scrive Marco, lettore di Riza Psicosomatica:

“Da due mesi ho conosciuto una donna, Arianna, che mi ha preso totalmente, talmente tanto che siamo finiti con naturalezza e desiderio a convivere in pochissimo tempo. Stiamo bene insieme, con un'ottima intesa sia intellettuale che sessuale. Il problema è la mia ex compagna, una persona con la quale sono stato circa 7 anni. Ci siamo lasciati più volte e negli ultimi due anni ci frequentavamo più che altro per abitudine. Tra di noi non c'è mai stato alcun fidanzamento “ufficiale”, nessuna convivenza, anzi a volte si diceva che sarebbe stato meglio lasciarsi definitivamente, visto che non eravamo "né carne né pesce".
Così io alla prima vera occasione non ho rinunciato e quando ho conosciuto quest'altra donna ho raffreddato i rapporti, pur senza dirle nulla. Quando è venuta a saperlo ha avuto crisi fisiche, attacchi di panico, un importante calo di peso, nausea continua e vomito. Forse ne avrei dovuto parlare prima con lei, discuterne, farglielo capire; quando la rivedo, mi chiede con insistenza una seconda possibilità. Abbiamo un forte legame, non vorrei mai vederla soffrire, soprattutto a causa mia, ma non so cosa fare. Provo dei sensi di colpa, vorrei aiutarla e mi sento confuso e in crisi...."

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Accogli senza indugi i doni della vita

Quando l'esistenza ci regala tesori inaspettati, come sono gli incontri passionali, dovremmo essere riconoscenti e viverli pienamente. Marco ha agito in questo modo e ha fatto bene, anche per un altro motivo: per come la descrive, la relazione con la ex compagna era in stallo da molto, troppo tempo. Il nuovo incontro non è certo arrivato per questo, ma perché Marco era pronto e così l'anima gli ha “regalato” Arianna….

Le abitudini sono agli antipodi del vero amore

Tutto bene dunque, ma la sua ex reagisce malissimo e Marco entra in crisi. Da cosa nasce questo stato d’animo? Dal peso che le abitudini, vere incrostazioni dell’anima, hanno sulla sua vita. La relazione con quella donna sembra più che altro questo: un'abitudine, senza entusiasmo, slanci o passione. Una storia trascinata fuori tempo massimo forse per paura dellasolitudine. Nessuna convivenza, nessuna “ufficialità”, né carne né pesce, come giustamente entrambi osservavano. Poi arriva Arianna e tutto cambia. Marco scopre un amore completo e in poco tempo fa cose che con l’altra non aveva messo in campo per anni. Solo questo dovrebbe guidarlo oggi, anche per il rispetto alla sua ex partner, che non è in crisi per lui (non sembrava certo follemente innamorata) ma perché resiste al cambiamento che la vita ha imposto.

Se resisti ai cambiamenti, soffri inutilmente

Tutti i dolori psicosomatici di questa donna assomigliano a una grossa resistenza a quel che c’è già in atto, un voler imporre un alt ad un “parto” in pieno svolgimento. Si tratta dell’errore più grande che si possa fare e quindi Marco farebbe malissimo ad assecondare questo atteggiamento, per paura di farla soffrire. La chiarezza, anche quando dolorosa, è sempre preferibile all’ambivalenza, che si è già manifestata quando lui ha evitato di dirle apertamente come stavano le cose. Il risultato è stato un dolore peggiore, un vero pugno in faccia. Nessuno gode a lasciare un partner, ma se teniamo in vita un rapporto finito per paura di far soffrire l’altro, stiamo trattando entrambi da bambini immaturi. Lo stiamo facendo con noi stessi perché rifiutiamo il ruolo sgradevole di colui che mette una parola fine a un sentimento importante: non accettiamo di essere anche “carnefici”, perché vogliamo che tutto il mondo veda di noi solo la “parte buona”. Un atteggiamento immaturo che va superato con decisione. Ma lo stiamo facendo anche nei confronti del partner, che implicitamente giudichiamo incapace di superare il “trauma”. Quando una relazione è finita, è finita: meglio chiuderla senza ambiguità, accettando il dolore che si dà e quello che si riceve.

LEGGI ANCHEStorie finite? Chiudile o arriva il panico

Questo sentimento non si può evitare, si può solo vivere: sarà lui a depurarci dalle tossine emotive che inevitabilmente la fine di un amorecomporta, per entrambi i partner. Non è Marco a doversi occupare del dolore della sua ex, ma lei stessa. Ogni altro atteggiamento finirebbe per gettare un ombra sinistra sulla nuova relazione e impedirebbe a lei di andare oltre diventando disponibile e aperta a nuovi incontri, nuove possibilità, nuovi amori. Che esistono sempre, basta guardare la vita con occhio aperto e consapevole…

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