Le buone abitudini e gli errori da evitare per chi è a dieta e vuole dimagrire
Saltare il pasto non è mai consigliabile; meglio consumare un pasto leggero, ad esempio pesce o carne bianca con verdure oppure un minestrone di sole verdure.
Saltare i pasti fa rallentare il metabolismo che, con il pasto seguente, fa più scorta in previsione dei momenti di "carestia".
Il meccanismo del metabolismo è infatti calibrato in modo tale da rallentare quando c'è poco cibo (per esempio, un tempo, nei periodi di carestia, per l'appunto...), in modo tale da permettere un maggior accumulo di grassi di riserva per i momenti difficili.
È una buona abitudine: bere almeno 1,5-2 litri di acqua al giorno aiuta a depurare l'organismo e facilita le funzioni dei reni.
Solo in casi particolari (allergie o intolleranze alimentari) può essere utile eliminare completamente una categoria di alimenti. Laddove sia necessario ridurre l'apporto di grassi (in caso di diete ipocaloriche, malassorbimento, dislipidemie ecc.) può servire allo scopo limitare, e non eliminare, i formaggi (scegliendo quelli magri) e tutte le altre fonti di grassi.
Un pasto equilibrato è costituito dalla presenza di tutti i nutrienti in adeguate percentuali. Un frutto o uno yogurt sono ottimi spuntini per spezzare la giornata ma non sono sufficienti per soddisfare le caratteristiche, compreso il senso di sazietà, di un pasto vero e proprio. Come conseguenza si mangiano alimenti ipercalorici negli orari più impensati o si eccede nel pasto successivo.
Suddividere la giornata alimentare almeno nei tre pasti principali, prima colazione pranzo e cena, è la prima regola di una corretta alimentazione. Questo principio vale sia per una dieta ipocalorica sia per una dieta normocalorica (o ipercalorica): la percentuale calorica dei nutrienti della prima colazione deve corrispondere al 20% dell'apporto calorico totale.
E' uno dei tanti accorgimenti utili (così come mangiare verdura cruda o un frutto) per 'riempire' lo stomaco e limitare il pasto. Ma è ancora meglio mangiare un cucchiaino di miele: il sapore dolce provoca rapidamente un senso di soddisfazione che attenua la fame nervosa e, quindi, la voglia di abbuffarsi, soprattutto a cena.
Come spuntino o merenda rappresenta la scelta più "leggera" e ipocalorica, l'importante è limitarsi a 1-2 frutti. In alcuni casi, per evitare il gonfiore legato alla fermentazione degli zuccheri, si suggerisce di mangiare la frutta prima o almeno 2 ore dopo il pasto. In alternativa, può essere gustata come antipasto.
Per gustarsi un dolce senza aumentare troppo le calorie è preferibile evitare una portata, non consumare il pane oppure limitare le porzioni piuttosto che sostituire completamente il pasto con il dessert. La soddisfazione e la sazietà sarebbero limitati, con il rischio di non riuscire a controllarsi nel resto della giornata. Inoltre, consumare solo un dolce alza i livelli dell'indice glicemico e, di conseguenza, rallenta il metabolismo e predispone al sovrappeso e al diabete mellito.