Ansia anticipatoria: cause, sintomi, trattamento
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Ansia anticipatoria: cause, sintomi, trattamento

L'ansia anticipatoria è una delle forme più diffuse: non va combattuta come un avversario, ma accolta come il segnale che un cambio di mentalità è indispensabile

"E se domani lui mi lasciasse?" "E se perdessi il lavoro?" "E se domani non passo l’esame?" " E se non arrivo in tempo?" Ecco alcune domande, reiterate e angoscianti tipiche di chi soffre di una forma d’ansia fra le più fastidiose: l’ansia anticipatoria. Chi ne è vittima vive proiettato costantemente nel futuro e non riesce a godere mai del momento presente con armonia: ci sarà sempre una preoccupazione a rendere agitate le sue giornate. Due sono i fattori che entrano sempre in gioco quando parliamo di ansia anticipatoria:

  • un'allerta costante
  • un senso dell’attesa distorto

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L'ansia ha una base biologica: si chiama... paura!

L'allerta costante deriva da un fattore evolutivo: sin dagli albori della nostra comparsa sulla Terra, siamo stati “programmati dalla natura” a essere costantemente vigili, vista la quantità di pericoli che gli uomini, per centinaia di migliaia di anni, hanno dovuto affrontare ogni giorno. Vista così, l’ansia anticipatoria sembra assomigliare a una forma di difesa "di specie", ma in realtà quella che proviamo oggi ha ben poco a che vedere con la paura che attanagliava i nostri antenati. Loro erano alle prese con un mondo selvaggio e ostile, noi viviamo esistenze incomparabilmente più sicure, anche se non ci facciamo caso.

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L'ansia anticipatoria è un problema di controllo

L’ansia anticipatoria contemporanea è sostanzialmente un fatto mentale, una forma ipertrofica di controllo tipica del mondo moderno. Chi ne soffre vorrebbe avere costantemente in mano ogni aspetto della sua vita, ma con gli eventi futuri è impossibile e così si crea la distorsione del senso dell’attesa di cui abbiamo accennato qualche riga sopra. Del resto, anche da un punto di vista collettivo, attendere non fa più parte del quotidiano: un tram che tarda 4 minuti diventa una specie di dramma, al ristorante tutto deve arrivare in tempi record, la fila alle poste non avanza mai e gli esempi potrebbero continuare all’infinito.

Il perduto senso dell'attesa

Eppure l'esperienza dell’attesa di qualcosa che deve arrivare fa parte della nostra storia da sempre; non a caso, tutte le religioni assegnano grande importanza alla capacità di attendere, dell'uomo di fede. Senza scomodare i massimi sistemi, la semplice attesa del tramonto in una sera d’estate con l’innamorato al fianco, l’attesa del Natale di quando eravamo piccoli, o dello scoccare della mezzanotte a capodanno da ragazzi, sono esempi che dovrebbero ricordarci quanto l'attesa abbia un valore intrinseco per le vite di tutti, "preparazione simbolica" a quel che accadrà dopo. Purtroppo, una società ipercinetica come la nostra è un terreno fertile per l'insorgere di una patologia come l'ansia anticipatoria.

Ansia anticipatoria: i sintomi

Spesso, per chi soffre di ansia anticipatoria, la vita si trasforma in una tortura autoinflitta: mani sudate, battito accelerato del cuore, e tremori sono fra i sintomi più diffusi, ma ce ne sono altri, sia mentali che fisici. Ecco i principali:

  • irritabilità e fretta costanti
  • visione pessimistica del futuro
  • umore ballerino
  • senso di colpa
  • senso di impotenza
  • tristezza
  • preoccupazione costante
  • stanchezza costante
  • disturbi allo stomaco
  • cefalee frequenti
  • insonnia
  • stanchezza cronica

Come combattere l'ansia anticipatoria

Come tutte le forme d'ansia, anche questa va affrontata con le "armi giuste", che sono quelle della cedevolezza, della resa e dell'accoglimento del sintomo. L'ansia, che in superficie ha sempre a che vedere con un bisogno supposto ed erroneo di controllo, nel profondo è un preciso richiamo dell'anima, che ci vuole avvisare che stiamo vivendo come in due universi paralleli: il corpo nel presente, la mente nel futuro. Così non va: recuperare l'unità psicosomatica è ciò che vuole il nostro mondo interno, l'ansia anticipatoria è solo l'aspetto esteriore, sintomatico di questa necessità profonda.

Per superarla ci possono utilizzare alcune tecniche psicologiche di tipo immaginativo o intraprendere dei percorsi volti a raggiungere uno stato di consapevolezza cedevole: a volte ci si può riuscire da soli, a volte serve un percorso di psicoterapia, mentre il trattamento con gli psicofarmaci, specie gli ansiolitici ma anche gli antidepressivi, è opportuno solo nelle rare forme invalidanti e dietro prescrizione medica, sempre a fianco di una psicoterapia e sospeso il prima possibile. Un fatto è certo: quanto più una persona è in grado di accogliere con cedevolezza il disagio, tanto più velocemente se ne andrà. Una regola universale alla quale non sfugge l'ansia anticipatoria.

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