Gli attacchi di panico spengono il personaggio che reciti
Attacchi di panico

Gli attacchi di panico spengono il personaggio che reciti

Un’identità troppo rigida ti chiude in gabbia e non ti fa vivere la tua vita: se ascolti il messaggio degli attacchi di panico puoi uscirne rafforzato

Teresa scrive a Riza Psicosomatica per parlare di un problema che da qualche tempo tormenta il partner: “Da qualche mese mio marito soffre di forti attacchi di panico che lo assalgono improvvisamente con vomito, sudorazione, tachicardia e svenimenti. Nelle ore successive agli attacchi rimane inoltre estremamente spossato. Qualche volta riesce a presagire l’arrivo di uno di questi attacchi di panico e a tenere duro, ma ormai mi ripete che si sente tranquillo soltanto in casa. Analisi e visita cardiologica non hanno rivelato nulla, per cui mi chiedo se il problema possa essere dovuto a qualcosa di nascosto nel suo inconscio. Come posso aiutarlo a ritrovare fiducia in se stesso, soprattutto fuori casa?"

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Panico, un antico mito diventato malattia

Prima di rispondere alla domanda di Teresa è necessario soffermarsisull’intimo messaggio che il panico nasconde. La stessa parola “panico” può aiutarci a comprenderlo: il termine deriva dal dio Pan, la divinità greca metà uomo e metà caprone, il cui habitat naturale non era il Monte Olimpo, casa di tutti gli dei, ma i boschi più selvaggi. Queste sue caratteristiche rimandano alla dualità fondamentale che caratterizza l’essere umano, da sempre oggetto di interrogativi profondi da parte di pensatori e filosofi: quello tra razionalità e istinto. La presenza di Pan ci ricorda che nessuno dei due deve prevalere sull’altro: in particolare, che la razionalità non può occupare ogni ambito dell'esistenza. Anzi, è l'equilibrio a renderci completi. Se, al contrario, ci sforziamo di reprimere il Pan animalesco, ovvero i nostri lati più irrazionali e spontanei, essi raggiungeranno una soglia sempre più critica fino a esplodere tutti insieme: ecco la tempesta degli attacchi di panico.

Gli attacchi di  panico ci ricordano chi siamo

Il marito di Teresa, forse per presunte esigenze professionali o di vita, ha "coltivato" solo il proprio lato razionale, adeguandosi a schemi e aspettative precostituiti, dimenticando quella parte di sé più profonda e spontanea che lo rendeva autentico, unico. Recitando un ruolo ha finito così per convincersi che non ci fosse nient’altro. Ma noi siamo ben altro rispetto a quel che spesso ci raccontiamo e gli attacchi di panico vengono proprio per ricordarcelo. Se non li ascoltiamo e cominciamo a chiuderci in noi stessi nel tentativo di sfuggirgli, non faremo altro che esacerbarli e le tempeste cresceranno sempre di più fino a tramutarsi in veri e propri uragani.

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Per superare il panico, a volte un aiuto è necessario

A questo punto, per rispondere all’interrogativo di Teresa, le consigliamo di aiutare il marito nel ricercare il supporto di uno psicoterapeuta. Amici e familiari in questi casi sono le persone meno indicate, perché il loro eccessivo coinvolgimento potrebbe risultare controproducente. La psicoterapia potrà al contrario aiutare suo marito a riconoscere il valore salvifico del panico e a valorizzarlo. Dopo la tempesta ritorna sempre il sereno…

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