Cosa fare quando l'ansia frena i nostri progetti
Ansia

Cosa fare quando l'ansia frena i nostri progetti

L'ansia non compare mai per rovinarci la vita, ma per estrarre capacità essenziali al nostro sviluppo che stiamo ignorando: quando le liberi, l'ansia scompare

Ci scrive Annalisa, lettrice di Riza Psicosomatica:

"Sono iscritta alla facoltà di scienze della comunicazione.  Non posso dire che mi dispiaccia, anche se forse avrei dovuto fare altro: avevo molte alternative forse più allettanti ma ho scelto questa perché secondo i miei genitori avrei avuto maggiori sbocchi professionali. Ora però sono indietro con gli esami e mi sento una stupida. Non pensavo di fallire, proprio io che sono sempre stata bravissima a scuola. Temo di deludere i miei genitori, ma non riesco a studiare, ho spesso attacchi d’ansia e di pianto. Queste crisi non mi permettono di vivere, mi bloccano, mi fanno sentire handicappata. Che cosa posso fare?"

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Ansia, la ribellione di un mondo trascurato

Bisogna partire dal presupposto che i nostri disagi, quindi anche l'ansia vengono da un territorio interiore, dall'inconscio e stanno portando alla luce un’energia che vuole venire in contatto con noi. Quello occorre fare è percepire bene l'ansia, guardarla, accoglierla. Non serve a niente tutto il dibattito interno: "Sono indietro con gli esami, mamma mi sgriderà, sembrerò la stupida della compagnia, sì però è colpa dei miei genitori, mi hanno mandato nell’università sbagliata…". Così ti confondi e basta. Arriva l’ansia? Chiudi gli occhi. Lasciala dolcemente venire dentro di te. Senza opporti, sempre di più: dove la senti? Nella pancia, nel petto? Nello stomaco? Immagina che l’ansia dolcemente cominci a salire. Senza opporti. Lasciala salire sempre più, fino a sentirla arrivare in gola, come se ti soffocasse. L’ansia che si diffonde dentro di te, come se fosse una nuvola. Poi immagina che, sempre molto dolcemente, si trasformi nell’immagine di una donna di altri tempi: la vedi? Com’è vestita? Di che colore ha i capelli? E cosa sta facendo questa donna? Stai vicina a lei, camminale a fianco, senti il suo passo, il suo profumo.

Fai come gli antichi: accogli l'ansia come fosse una divinità

È questo il lavoro che occorre fare, nessun altro: accogliere l'ansia e trasformarla in un immagine. Questo è proprio il lavoro che gli uomini antichi facevano con se stessi. Non dicevano: "Dottore mi tolga l’ansia", bensì: "È arrivato Saturno, dio delle profondità terresti, si è depositato dentro di me e vuole che io mi senta ammalata". Se un Dio viene a trovarti cosa fai, lo mandi via? Saresti un pazzo. Dunque, un’energia antica come il mondo, sotto forma di ansia, è venuta a trovarti: ha scelto proprio te! Non sai perché è venuta. Forse perché non sogni più a occhi aperti. Non fantastichi più. Perché non hai più avventure. Forse sei diventata come una macchina che deve assolvere un programma e l’ansia vuole "rompere la macchina", vuole liberarti. La cosa che puoi fare, invece di combatterla, è, grazie alle immagini, stare accanto alla tua ansia senza cercare di mandarla via. Allora scoprirai che dentro di te c’è un'altra donna che vuole emergere. Un’energia del femminile che non usi. Se fai morire il femminile, se lo combatti, si trasforma in ansia, è immancabile. Finché non la lasci uscire, non starai bene.

Diventa una donna completa: l'ansia sparirà da sola

C’è un’altra cosa che occorre sapere, cara Annalisa: una donna diventa una vera donna quando accoglie e porta con sé i propri demoni. È il modello di perfezione ciò che in questo momento impedisce la tua maturazione, non l’ansia. È il modello di perfezione a volerti sempre brava bambina coi genitori, ragazza modello con gli amici, studiosa incallita all’università... Invece l’ansia ti porta le lacrime, l'insicurezza: vuole indebolirti, anzi vuole indebolire quella maschera. L’ansia dice: "Annalisa! Piantala di fare la brava bambina. Diventa una donna!". I disagi sono voci interiori che vengono a trovarci. Non perché siamo sbagliati, ma per curarci. Tratta l’ansia come se fosse tua sorella. James Hillman grande scrittore e analista junghiano avrebbe detto: "Tratta il tuo disagio come se fosse un emblema, uno stemma, il tuo stemma". Se lo fai, allora sì che sei speciale. Allora sei veramente una donna. E l'ansia, assolto il suo compito, potrà andare via.

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