Gli stati d'ansia possono essere vinti usando tecniche psicologiche basate sull'uso delle immagini e del linguaggio narrativo, che rompono le gabbie della razionalità
Ansia, insoddisfazione, mancanza di uno scopo: sensazioni sgradevoli che tutti provano almeno una volta nella vita. Si possono affrontare in molti modi, ma uno dei più efficaci consiste nel mettere sullo sfondo le presunte cause dell'ansia per affidarsi al mondo immaginativo. Questo perché l’immaginazione ha un grande potere terapeutico, soprattutto nei confronti degli stati d’ansia: questa facoltà tipicamente umana non ci porta in sterili territori di fantasia, ma consente al cervello di attingere ai simboli più profondi, chiamati archetipi dalla psicologia analitica junghiana, presenti in ognuno di noi.
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Solo attraverso le immagini la chimica cerebrale può modificarsi e riattivare meccanismi bloccati, aiutando così a risolvere anche i disagi e i conflitti più profondi. Le immaginate che state per leggere hanno questo preciso scopo: sono narrazioni fuori dal tempo e dalla storia, ideate per evocare in ognuno, quelle risorse interiori che la riflessione cosciente non può raggiungere. Bisogna sempre ricordare che il vero benessere non viene dal pensiero razionale, ma dagli abissi misteriosi e a volte insondabili dell’anima…
Ti suggeriamo di registrare la lettura dell’immaginata cercando di utilizzare un tono suggestivo (come se stessi raccontando una fiaba a un bimbo), rispettando le pause che nel testo sono segnalate dai puntini di sospensione e dallo stacco fra un paragrafo e l’altro. Prima di iniziare mettiti in una posizione comoda, preferibilmente sdraiato e in penombra, dopodiché sarai pronto per ascoltare la tua stessa voce.
Sono solo... mi trovo in una grande città... in una strada affollata… guardo i negozi, le vetrine... mi cattura l’attenzione anche un’insegna dimessa... C'è scritto: "Vi racconto il futuro, il passato lo conoscete voi”. Ho bisogno di sapere... di speranze... di mandare via la mia ansia, la sensazione di angoscia che mi attanaglia... scrollo la testa… proseguo... Continuo a camminare, a un tratto vedo un negozio con i frutti colorati della terra... ne sento il profumo: mandarini gialli, l’arancione di clementine e aranci, mele di tutti i colori... barbabietole rosse, melanzane viola… come vorrei che il mondo, il mio mondo fosse così bello, colorato quasi di fiaba….
Così, senza accorgermene, entro proprio in quel mondo, sembra quello di Alice nel paese delle meraviglie… grandi fiori gialli e blu più alti di me… farfalle coloratissime mi passano sopra incuriosite: è questo quel che cercavo? Al mio passare urto una pianta che rovescia su di me la rugiada della mattina… sono tutto bagnato e infreddolito… c’è un po’ di vento, le foglie si scuotono…mi arriva acqua da tutte le parti. Cerco di ripararmi sotto la corolla di un grande fiore azzurro alto il doppio di me… mi appoggio al suo gambo e sento all’improvviso qualcosa strusciarmi sulle le gambe: sono grossi viticci del fiore… si stringono attorno alle gambe… resistenti… tenaci… sono sorpreso, poi mi irrito… non riesco a liberarmi… il fiore si muove, la corolla si china su di me…I petali si chiudono intorno…ora ho paura… sarà un fiore carnivoro…ma dove sono capitato? Sento degli spruzzi sulle gambe… bruciano… sono chiuso, prigioniero…
Mi divincolo con tutta la forza che ho e riesco a strappare i viticci che mi serrano le gambe… cado... cerco di rompere i petali del fiore… ci riesco... si apre una fessura e ne striscio fuori… il fiore si scuote… sembra infuriato. Mi allontano con le gambe molli per lo spavento…non è un posto ideale…bello ma pericoloso… Ma dal fiore non sono uscito solo io, c’è anche un oggetto rotondo… rotolato fuori dalla sua prigione. Lo guardo, lo prendo in mano. È pesante, assomiglia a un grande uovo…pian piano diventa trasparente mentre lo tengo tra le mani e… incredibile: dentro c’è un neonato, che galleggia in un liquido opalescente…
Riesco solo a fissarlo stupito… adesso il liquido ha riflessi d’oro… all’improvviso il neonato apre gli occhi e mi osserva… uno sguardo intenso e consapevole... ha gli occhi del mio stesso colore... mi guarda con curiosità… dolcemente... poi abbassa le palpebre e si riaddormenta… come può essere? Sembra che si affidi completamente a me, senza paura… Sento che quel bambino, venuto da chissà dove, è molto importante…come se il destino mi avesse portato fin lì per farmelo trovare… sento che è parte di me... anzi... “è” me... così, ricomincio il cammino, tenendo in mano il grande uovo trasparente con dentro il bambino… non voglio separarmene…non sopporto neanche l’idea... ora so che il mio compito è questo: custodirlo, proteggerlo... aspetterò con pazienza e amore che l’uovo, quando sarà il suo tempo, si rompa…sarà come se io stesso venissi al mondo... Dove sono ora l’ansia, il timore, l’insoddisfazione? Io non le sento…so che lui ha scelto me e io scelgo lui... cresceremo insieme… sarà bellissimo… lo scopo nella mia vita... sono io stesso... è come se mi fossi svegliato da un sonno… ora vedo… ora sento… la mia vita è tra le mie braccia e me ne prenderò cura…
Mi trovo al mare, in autunno, non c'è nessuno, il sole è caldo ma non scotta... è pomeriggio, sento qualche uccellino volare e cantare da un pino... da una chiesa lontana rintoccano le cinque, l’ora della calma, della pace... mi sembra di assorbire un'aria tiepida e sonnolenta, il mare mi culla... ho caldo e immergo i piedi nel mare... le gambe appoggiano sulle alghe che crescono sugli scogli, i piedi sono abbandonati e le onde li muovono dolcemente... sento la frescura dell’acqua, le onde massaggiano le gambe, piccoli pesci arrivano fin quasi a riva e appena muovo una mano nell'acqua scompaiono di nuovo nel mare...Gli scogli bagnati brillano come oro al sole del pomeriggio e i raggi che entrano nel mare illuminano misteriosi spazi di verde trasparente come vetro, come scrigni che si aprono su di un altro mondo... un mondo tranquillo, dove vorrei entrare, smeraldo puro e limpido, mentre le onde continuano a cullarmi... I pensieri si affievoliscono, le ansie si diradano... sento solo le sensazioni del corpo, buone sensazioni....
A un tratto sento qualcosa di morbido e scivoloso su di una gamba... un piccolo tentacolo, biancastro, si è avvolto intorno al polpaccio... Sto per divincolarmi, provo disgusto e fastidio, sorpresa e paura; però qualcosa dentro di me fa fermare il gesto istintivo di alzare la gamba, di gridare e strappare con le mani quel tentacolo viscido, che però non fa male... vicino alla superficie, nell’acqua trasparente e illuminata dal sole, vedo il polipo, che sembra guardarmi con curiosità... Di nuovo provo un po' di disgusto ma la curiosità vince, l’ansia diminuisce...Sento che questo strano essere non vuole farmi del male, ma stabilire un contatto... All'improvviso mi accorgo di provare un sentimento di profonda vicinanza con l'animale, e lui in un qualche modo prova simpatia per me... in quello che sta succedendo non c’è niente di strano, niente di male, c'è solo partecipazione e calma: tutto è così come deve essere....
...Così, senza pensare, senza paura, mi lascio scivolare dentro l’acqua tiepida... una parte di me dice che è una follia ma mi abbraccia una grande consapevolezza, una pace alla quale mi arrendo; mi avvolge il mare, il polipo allunga i tentacoli, sembra voglia danzare e nuotare con me; porgo le mani al polipo e lui le avvolge, senza stringere, i suoi occhi mi guardano...sembra voglia dirmi qualcosa, vuole farsi seguire... mi immergo nell’abbraccio del mare....non c’è ansia né paura mentre scivolo nell'acqua trasparente, smeraldina... con stupore mi accorgo che non ho bisogno di respirare, insieme al polipo mi lasco andare completamente, sono come senza peso...non c'è nessuna ansia, nessuna angoscia...so che non affogherò, è un sapere che viene dal mio corpo... fuori ho un peso, ho l'ansia...caldo...noia...ma qui tutto scompare; seguo il polipo che si gira a guardarmi, come per essere sicuro che io lo segua....
...Ora il polipo è sul fondo e allunga un paio di tentacoli tra le alghe verdi e marroni, mi avvicino piano, sostenuto dal mare, senza bisogno di respirare, sento l’ossigeno che entra attraverso la pelle, non c’è oppressione né timore.... Il polipo, stretto in un tentacolo mi porge qualcosa, vuole che io lo prenda... allungo una mano, il tentacolo si svolge appena e lascia nel palmo qualcosa che brilla: è un anello, un anello d’oro... vuole tu lo prenda...è un dono....poco dopo il polipo si stacca dal fondo e risale, anche io devo risalire...ecco, ora sono fuori dall’acqua, sento le ruvidità dello scoglio, riprendo a respirare... appena sotto la superficie, vedo i grandi occhi del polipo, i suoi tentacoli avvolti intorno alle caviglie si staccano dolcemente, provo un senso di gratitudine e mi viene spontaneo dire grazie... sento che il polipo è contento, soddisfatto e mi sta salutando, scomparendo nel mare profondo...
...Il sole scomparirà tra poco dietro le colline ma l’aria non è ancora fresca, mi sento pulito nel corpo e nella mente, rilassato, un po’ malinconico, ma senza ansia... nella mano stringo l'anello, brilla nella luce del tramonto, è un pegno, una promessa, un’amicizia...un dono... so che potrò tornare e immergermi nuovamente, ritrovare il polipo e danzare nella luce sommersa, liquida, nel grande respiro del mare... davvero tutto è veramente così come deve essere....