Bambini? Non programmiamoli troppo…
Vita in famiglia

Bambini? Non programmiamoli troppo…

Per loro natura i figli scombinano piani e attese: per questo l'eccesso di aspettative e calcoli può rendere molto difficile vivere la nuova routine familiare…

Essere sprovveduti, quando si tratta di concepire un figlio, è quanto di più sbagliato vi possa essere. Ma anche l’atteggiamento opposto, cioè un eccesso di “programmazione”, può creare problemi. Non sono poche  le coppie che aspettano a lungo prima di provare a concepire, ritenendo che non sia ancora “il momento giusto”, e poi, quando giudicano che sia arrivato, le cose non vanno come speravano: o il concepimento non avviene, o la nascita del figlio va a “scombinare i piani” di due persone che pensavano di poter incastonare tutto alla perfezione, come un puzzle. In entrambi i casi si vive una grande frustrazione, che altera la qualità della vita. Ma che cos’è questo momento giusto? Quasi sempre viene identificato in un periodo che fa seguito alla realizzazione di tutti gli altri progetti, individuali e di coppia (casa, carriera, agiatezza economica...).

Più spazio alla spontaneità
Oppure è un periodo idealizzato, nel quale si pensa non si verificherà nessun problema o preoccupazione, tipico di due persone insicure che vanno in ansia molto facilmente. Certo, alcuni periodi non sono davvero l’ideale per l’arrivo di un bimbo: ad esempio se un genitore ha un importante problema di salute o c’è una forte difficoltà economica. Ma la ricerca puntigliosa, calcolata o impaurita del “momento giusto” toglie spontaneità a un evento che ne ha invece assai bisogno, sia per accadere biologicamente (il concepimento), sia per integrarsi al meglio nella vita dei due genitori (la nascita e il puerperio). Le donne, spingendo “il momento giusto” fin verso i 35-40 anni, da un lato innescano l’ansia del cosiddetto orologio biologico (legata al “fantasma” della menopausa), dall’altro, nel momento in cui diventano madri, fanno fatica a rinunciare al ricco e complesso equilibrio raggiunto in precedenza: non riuscendo a “incastonare” armoniosamente la presenza del figlio, si stressano. L’esperienza delle psicoterapie di coppia evidenzia invece che, laddove non vi sia un eccesso di programmazione, in genere tutto accade più facilmente e viene vissuto molto meglio. Perché non dare un po’ più libertà al volere della natura e dell’eros?

Rispetta le difficoltà
È inutile fare del sentimentalismo e pensare, nell’eccesso opposto, che ogni momento vada bene. Se uno dei due è depresso, se ha un problema di salute, se si è perso il lavoro, è meglio aspettare. Così come se c’è una crisi di coppia: credere che l’arrivo di un figlio sistemi le cose è un’illusione. Anzi, il rischio è che difficoltà e stress aumentino ancora di più.

Non aspettarti la perfezione
Non si può aspettare che il campo sia completamente libero da preoccupazioni e stress, perché si rischia di aspettare troppo a lungo. Piuttosto è meglio ridurre l’atteggiamento ansioso, che amplifica ogni tipo di problema e impedisce così di sentirsi sereni per provare a concepire.

Largo a eros e passione
Concepire un bambino facendo calcoli razionali mette in secondo piano l’eros presente nella coppia, un atteggiamento del tutto innaturale. Quando c’è trasporto erotico fra i due partner, per la natura è uno dei momenti più adatti al concepimento, non solo per la disponibilità dell’organismo, ma anche per l’entusiasmo nell’affrontare ciò che accade.

TAG
MATERNITÀ
GENITORI
APPROFONDISCI
Le donne ce la fanno sempre
Le donne ce la fanno sempre

Come utilizzare le potenzialità del femminile per superare i disagi della vita

Iscriviti alla newsletter RIZA e ricevi notizie e suggerimenti per prenderti cura di te!
Test della settimana
Test della settimana
Quanto sei ansioso?