Le paure dei più piccini
Crescita e sviluppo

Le paure dei più piccini

Per loro tutto è immenso e sovrastante, ed è quindi normale che emergano timori e spaventi; ma spesso, bastano piccoli “accorgimenti” per tranquillizzarli

Nello stesso modo in cui l’uomo, nel corso della sua storia, ha fatto enormi progressi elaborando e vincendo le sue paure più grandi, così il bambino deve poter riconoscere i suoi timori e trovare il suo modo di superarli. Nominare, riconoscere e rappresentare (mentalmente, ad esempio attraverso un disegno o un racconto) una paura è il risultato di un’elaborazione dell’angoscia, che si trasforma così in un materiale comunicabile a se stessi e agli altri.

Non sottovalutarle, né ingigantirle…
Ecco perché le paure vanno “trattate bene” dai genitori: esse sono lo strumento con cui il bambino piccolo impara a conoscersi, a rispettare i propri limiti e a superarli, a crescere non “nella paura”, ma avendo “paure sane”, che lo mettono in guardia dalle insidie reali della vita senza chiuderlo in una gabbia di timori insensati. Gli interventi che un genitore deve mettere in atto in questa fase sono perciò essenzialmente di presenza calda e accogliente, di osservazione discreta e di rispetto. Non dobbiamo avere in mente l’ideale del bambino senza paura, dell’”ometto” che, per accontentare le nostre aspettative, evita di mostrare i suoi momenti di fragilità.

Le paure più comuni

Buio e solitudine
È la paura più antica e ancestrale, patrimonio comune di tutta l’umanità fin dagli albori. Trovarsi al buio o non vedere il volto della mamma, già nella primissima età, può causare spavento e indurre al pianto.

Entrare in acqua
La paura del mare o della piscina può indicare una insicurezza dovuta a un legame troppo intenso o conflittuale con la mamma. La paura di lavare i capelli segnala uno stato di allerta costante, seppur lieve.

Gli Estranei
Questo timore può essere sintomo del fatto che il bambino, vivendo in una famiglia un po’ ansiosa e chiusa in se stessa, ha sviluppato un attaccamento eccessivo alle figure genitoriali, che vorrebbe vivere “in esclusiva”.

Pupazzi strani
Alcuni giocattoli, come pupazzi o oggetti luminosi, possono inquietare per motivi misteriosi. Per qualche ragione toccano la psiche profonda risultando come dei demoni per quello specifico bambino e non per altri.

Insetti
È una paura molto diffusa, di tipo ancestrale, che in genere non indica problemi particolari. A volte, se è una fobia, può essere l’esito di un vissuto traumatico.

Folla
A volte basta una stanza con molte persone, ma può capitare che il problema sia la folla vera e propria. Segnala la predilezione, forse provvisoria, del bambino per rapporti individuali piuttosto che di gruppo.

Brutti sogni
Quanto più il bambino cresce ed è autonomo, tanto più ha esperienze vaste e ciò si ripercuote anche nella vita onirica, nella quale piccoli e grandi problemi si trasformano in figure che a volte possono incutere timore.

Animali
Quella per grossi cani che si avvicinano può essere dovuta a uno spavento precedente, quella per gli animali in genere esprime un eccesso di controllo o uno stile di vita nel qual la natura è un elemento secondario.

Cosa fare

Farli esprimere
È fondamentale che i nostri figli possano esprimere le proprie paure. Chiediamo loro di raccontarci le emozioni e le fantasie che li inquietano, ovviamente con dolcezza e senza forzarli. Già il solo riuscire a parlarne e il sentirsi accolti e compresi può ridurre la tensione e aiutarli ad affrontare il problema.

Aiutarli a capire
Se possibile e quando richiesto, diamo spiegazioni, con un linguaggio semplice e senza volerl convincere a ogni costo, sul fatto che non c’è motivo di aver paura, ma solo dopo che questa è passata. A volte le paure e l’inquietudine nascono non dagli eventi o dalle immagini in sé, ma dalla loro mancata comprensione: in questo senso la conoscenza è un elemento rassicurante.

Non prenderli in giro
È sempre un errore, ancor di più se fatto davanti ad altri, perché dà un colpo alla fiducia che il bambino ha in se stesso. Sentirsi considerato nella fragilità gli dà autostima, che è ciò che gli serve per vincere la paura. Le paure “canzonate” lasciano il segno. Ad esempio il timore dell’abbandono, se trascurato, diventa nell’adulto angoscia di separazione.

Evitare i confronti
“Guarda il tuo amico, lui sì che è coraggioso” oppure “Sei solo tu che hai paura, guarda gli altri come sono tranquilli”. Sono le frasi da evitare, per non farlo sentire inferiore e non capito. Ogni bambino ha i suoi tempi, che vanno rispettati. E dietro un bambino più pauroso rispetto alla media può nascondersi il seme di un talento e di un coraggio fuori dal comune.

Proteggerli da immagini forti
Molte inquietudini dei nostri figli sono indotte dall’eccesso di immagini “a tinte forti” che giungono dai media. Evitiamo di esporli a film e telefilm horror, splatter e noir, che scuotono l’immaginario in profondità e smuovono emozioni negative difficili da gestire. Oggi ormai quasi niente è “vietato ai minori”, ma è un errore. Perciò facciamo noi da filtro.

Saper attendere
Quasi sempre le paure della prima infanzia si risolvono da sole, seppur con tempi differenti da bimbo a bimbo. Non mettiamolo in situazioni che teme quando non è pronto: si sentirebbe esposto e il rischio è di creare un blocco inutile.

Rispettare le paure
Se ha paura di fare un brutto sogno, leggiamogli delle favole non inquietanti e a lieto fine. Se ha fatto un incubo e vuol venire nel lettone, accogliamolo per quella notte. Se ha paura del buio, mettiamo una lucina nella stanza in cui dorme. Il bambino si sente protetto e amato e in quel “bozzolo” può con tranquillità proseguire la sua continua trasformazione.

Non iperproteggerlo
Non è possibile e nemmeno auspicabile evitare al bambino qualsiasi possibilità di aver paura. È sbagliato creargli un mondo ovattato. Chi da piccolo non ha fatto i conti con i timori tipici di quell’età diventa un adulto incompleto.

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