Tutti pensiamo che l’inquietudine sia un’emozione da allontanare ma questo è un pessimo modo di stare con se stessi: farle spazio cambia la partita
Ci scrive Benedetta, una lettrice di Riza Psicosomatica: “In questo periodo ho spesso una forte inquietudine e non so perché. Vorrei essere più tranquilla, più equilibrata, ma non ci riesco...” Il primo errore che facciamo con noi stessi e che mina l’autostima, è il voler evitare a tutti i costi certe emozioni. Quando arriva l’inquietudine non devi trattarla come un sentimento inferiore: viene a trovarti perché ha le sue ragioni, ha qualcosa da dirti. Non è migliore o peggiore di altre emozioni!
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Cambia modo di pensare: immagina che l’inquietudine arrivi come un turbine a spazzare via i rami secchi, a eliminare via un modo di vedere il mondo, elimina le certezze, annuncia il cambiamento. L’inquietudine apre la porta a un tuo nuovo modo inedito di essere, mentre quello abituale viene messo in secondo piano. È un’energia di cui hai bisogno che arriva per dirti: “Attenta, è ora di aprire nuovi canali.” Se qualcuno ti dicesse: “Benedetta, vorrei vestirti in modo differente”, difficilmente la tratteresti male, ma siccome si presenta con il nome di inquietudine, la rifiuti, e così la cronicizzi. Tu ragioni così: “Oggi sono inquieta, non va bene. Come mai settimana scorsa stavo così bene e adesso no? Cosa mi ha resa inquieta?” Ti fai tutte queste domande e magari ti dai anche delle risposte. Ma sono sbagliate: questo non è stare nell’anima. Se collochi l’inquietudine in un ambito ristretto, non potrai mai conoscerne il vero volto...
Uno dei più grandi poeti del ‘900, Fernando Pessoa, scrisse un libro intitolato “Il libro dell’inquietudine” e ne fece una sua fonte di ispirazione. Non ha pensato che l’inquietudine fosse un male da allontanare, un campanello d’allarme, ma le ha aperto la porta, è "diventato casa" per la sua inquietudine. Ha deciso di accoglierla e vedere cosa accade, dove lo porterà, cosa vuole fare di lui. Se ti fermi alla convinzione che l’inquietudine è venuta a trovarti perché è successo qualcosa, perché il tuo fidanzato ti ha trattata male, perché devi cambiare lavoro, la tratti come un sentimento negativo e sbagliato, come un qualcosa da aggiustare.
Per vivere abbiamo bisogno di poche ma fondamentali energie: quella erotica, che crea la vita e l’energia dei sogni, che è fuori dal tempo, in cui un minuto sembra un anno. Sono energie autentiche, non le puoi controllare e grazie a loro si affaccia l’idea di eternità. Poi ci sono le energie tumultuose che rompono gli schemi: inquietudine, paura, abbandoni, cambiamenti. Stanno svolgendo una funzione, anche se tu cerchi in ogni modo di mandarle via. Ma tu non conosci l’energia dell’inquietudine, eppure è proprio lei che apre la porta a una donna nuova che non trovava posto dentro di te. Quindi non è a causa di un problema esterno che sei inquieta, ma perché non stai lasciando entrare in scena... la nuova te!