Emozioni forti e piaceri immediati “piacciono” agli adolescenti per ragioni neurologiche, e non - come si crede, per mancanza di valori o per deficit educativi...
Durante l’adolescenza, a causa di un complesso riassetto dell’intero sistema nervoso, avviene uno squilibrio nel funzionamento di diverse aree del cervello (chiamate “sistemi neurali”) e questo aumenta il rischio che i ragazzi cadano vittima di comportamenti a rischio, come l’abuso di droghe o di alcool. Lo spiega André Andrade del Dipartimento di Psicobiologia dell’Università di San Paolo, in Brasile, in un’opera dedicata all’abuso di sostanze stupefacenti in giovane età (“Drug Abuse in Adolescence”, Springer, 2015). È proprio l’immaturità del cervello degli adolescenti a renderli vulnerabili nelle scelte che riguardano la soddisfazione degli impulsi immediati: c’è una causa neurobiologica che spiega l’attrazione degli adolescenti verso la ricerca di emozioni e piaceri subito ottenibili. In particolare, è la continua stimolazione di uno dei principali sistemi neurali, quello dopaminergico (legato al piacere) a inibire l’attività della corteccia prefrontale, zona preposta invece alle capacità critiche di valutazione del rischio: si è cosi più esposti a comportamenti impulsivi, alla sperimentazione di nuove esperienze senza avere la capacità di valutarne appieno le conseguenze.
Secondo Ronald Dahl, psichiatra infantile dell’Università di Pittsburgh, e autore di un articolo pubblicato sulla rivista Annals of the New York Academy of Sciences, disabilità e mortalità aumentano del 200 per cento in questo periodo e non per la presenza di malattie: le principali cause sono correlate proprio alle difficoltà nel controllo del comportamento e delle emozioni che espongono gli adolescenti a molti pericoli, difficoltà di controllo che origina proprio dalle trasformazioni del cervello, quel riassetto neurologico di cui abbiamo parlato nell’articolo precedente. Non c’è alternativa: si tratta di una “rivoluzione cerebrale” di cui l’adolescente ha bisogno per affrontare i compiti della crescita. Dopo l’infanzia, caratterizzata dalla protezione familiare, è necessario questo scossone che proviene dall’interno, una vera e propria chiamata verso il nuovo, e verso tutto ciò che suscita passione e sperimentazione. Del resto, è proprio nell’adolescenza che apprendiamo molti degli schemi di comportamento che adotteremo da adulti. Lo sostiene con decisione David Bainbridge, autore di diversi libri sulle neuroscienze, come “Adolescenti” (Einaudi, 2009). Possiamo quindi dire che proprio in questa fase il cervello “prende forma”, come un seme che germoglia, anche se questo comporta dei rischi…
Per fortuna, questa fase della vita non contiene solo insidie. Un documento dell’Organizzazione Mondiale della Sanità dedicato all’adolescenza e pubblicato nel 2014 con il titolo: “Salute per gli adolescenti del mondo; una seconda chance nella seconda decade”, descrive questa fase della vita come il momento cruciale durante il quale si sviluppano le abilità più diverse, come il ragionamento e la valutazione morale, la capacità di pensiero astratto e di giudizio razionale. Non solo: l’adolescente impara anche a cogliere il punto di vista degli altri e a tenerne conto nelle relazioni interpersonali. Da un lato inizia a interessarsi ai temi sociali, dall’altro il senso di sé si consolida e si cercano nuovi “schemi di comportamento” diversi da quelli familiari. Insomma, si tratta di una fase insidiosa e difficile (per i ragazzi come per le famiglie) ma nella quale si acquisiranno comunque le competenze fondamentali per affrontare la vita che verrà…