Con i fiori nel piatto fai il pieno di antiossidanti
Mangiare sano

Con i fiori nel piatto fai il pieno di antiossidanti

Uno studio dell’Università di Pisa ha dimostrato che alcune specie di fiori commestibili contengono più sostanze antiossidanti dei comuni ortaggi a foglia

I fiori commestibili, o fiori edibili, sono belli da vedere e buoni da mangiare, ma soprattutto fanno bene alla salute: un recentissimo studio condotto da un gruppo di ricercatori del dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-Ambientali dell'Università di Pisa, pubblicato sulla rivista Scientia Horticulturae, ha dimostrato che alcune specie di fiori commestibili hanno un alto potere antiossidante.

Più antiossidanti dei comuni ortaggi a foglia

La ricerca ha preso in esame dodici specie comunemente utilizzate solo come piante ornamentali, dalla viola, alla petunia, alla fucsia. Le analisi svolte nei laboratori della sezione di Orticoltura e Floricoltura diretti dal professore Alberto Pardossi, hanno rilevato che il potere antiossidante dei fiori è risultato significativamente superiore a quello dei comuni ortaggi da foglia.

Scegli i fiori più colorati

L’azione antiossidante di questi fiori è dovuta alla presenza degli antociani, particolari pigmenti presenti nei vegetali che in natura proteggono le piante dai danni causati dalle radiazioni ultraviolette. “Parte di questa elevata attività antiossidante è dovuta all’alto contenuto di antociani, almeno nel caso dei fiori con colorazioni rosso o blu – hanno spiegato i ricercatori –  e infatti le migliori proprietà nutraceutiche sono presenti nei fiori più ricchi di pigmenti”.

 Nel test di appetibilità vincono nasturzio e begonia

Se le proprietà nutraceutiche dei fiori sono comprovate, è importante anche il discorso dell’appetibilità. Lo studio ha valutato questo dato attraverso dei test di assaggio: a parte alcuni fiori non gradevoli soprattutto per l’eccessiva consistenza, come ad esempio la fucsia, la maggior parte sono stati apprezzati dagli assaggiatori. In particolare è stato rilevato che il gusto del nasturzio ricorda il ravanello, la begonia richiama il limone e l’ageratum sa di carota. “Superata una certa diffidenza iniziale rispetto a questo ‘strano cibo’, spesso i fiori ricordano sapori speziati, acidi talvolta simili ai comuni ortaggi ma con una consistenza e palatabilità diversa, più soffice e profumata – concludono gli studiosi -  e certamente, sebbene non possano certamente diventare un alimento base della nostra dieta, essi costituiscono una importante opportunità in termini di sapori e salute”.

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