Gastrite: guida pratica a sintomi, cause e cure naturali
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Gastrite: guida pratica a sintomi, cause e cure naturali

Scopri la gastrite: le differenze tra acuta, cronica e nervosa, i sintomi, le cause, i trattamenti, le cure naturali e indicazioni per la dieta anti gastrite.

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Gastrite: che cos’è

La gastrite è un’infiammazione della mucosa gastrica, la parete interna dello stomaco che può essere causata da diversi fattori, tra cui infezioni batteriche, stress eccessivo, uso prolungato di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) o alcol. Questa guida completa fornisce informazioni dettagliate su tale condizione comune, inclusi i fattori di rischio, i sintomi e le possibili opzioni di trattamento, perché con una maggiore comprensione della gastrite è possibile proteggere efficacemente lo stomaco, migliorare la digestione e prevenire complicazioni per la salute.

La gastrite può essere acuta o cronica

La gastrite acuta si presenta all’improvviso e con sintomi di una certa intensità ma che tendono a risolversi in tempi brevi. La gastrite acuta è spesso scatenata da un pasto abbondante o dall’ingestione di quantità eccessive di alcol, caffè, grassi, spezie o di altre sostanze irritanti per lo stomaco.

Al contrario, la gastrite cronica si manifesta con disturbi più lievi, ma che perdurano nel tempo. In genere è di natura infettiva e si presenta quando il batterio Helicobacter pylori si insedia nella mucosa gastrica. Può causare carenza di ferro, poiché l’infiammazione gastrica può compromettere l’assorbimento di questo sale minerale. I sintomi tipici includono stanchezza, pallore e debolezza.

La gastrite autoimmune

Nella gastrite autoimmune, che è un tipo di gastrite atrofica, ovvero una condizione in cui si verifica un danno cronico e progressivo della mucosa dello stomaco, il sistema immunitario produce anticorpi che attaccano le cellule della mucosa gastrica, principalmente le cellule parietali dello stomaco. Queste cellule sono responsabili della produzione di acido cloridrico e di una proteina chiamata “fattore intrinseco”, entrambi essenziali per l’assorbimento della vitamina B12 e la digestione dei cibi. Quando le cellule parietali vengono danneggiate dall’attacco autoimmune, può verificarsi un’infiammazione cronica della mucosa gastrica, che è per l’appunto la caratteristica della gastrite autoimmune.

Gastrite: i sintomi

Tutti i sintomi della gastrite possono presentarsi in modi diversi, ma ci sono alcune manifestazioni comuni da tenere d’occhio. Il dolore addominale è uno dei sintomi più frequenti, caratterizzato da una sensazione di bruciore o di crampi nella parte superiore dell’addome. Questo fastidio può essere costante o intermittente e può peggiorare dopo i pasti o durante la notte. È importante consultare un medico se il dolore persiste per lungo tempo o diventa particolarmente intenso.

Bruciore di stomaco

Il bruciore di stomaco è un’altra manifestazione comune della gastrite, caratterizzato da una sensazione di bruciore che sale lungo l’esofago fino alla gola. Questo sintomo si verifica spesso dopo i pasti o durante la notte e può causare disagio e difficoltà nella digestione. Tenere sotto controllo la frequenza e l’intensità del bruciore di stomaco è essenziale per gestire efficacemente la gastrite.

Digestione difficile

In alcuni casi di gastrite, l’infiammazione può danneggiare le cellule dello stomaco responsabili della produzione di acido cloridrico, la cui ridotta produzione può compromettere la digestione degli alimenti, specialmente delle proteine. L’infiammazione gastrica a volte influenza il normale movimento degli alimenti attraverso lo stomaco e l’intestino tenue.

Inoltre, può rendere lo stomaco più sensibile agli alimenti irritanti o difficili da digerire. Ciò provoca disagio e sintomi come bruciore di stomaco, gonfiore o sensazione di pesantezza dopo i pasti. Infine, influenza la produzione di enzimi digestivi che sono cruciali per la corretta digestione degli alimenti, il che riduce ulteriormente il processo di assimilazione dei nutrienti.

Alitosi

La gastrite può contribuire all’alitosi o “alito cattivo” che può essere scatenata dal reflusso acido, causando un sapore amaro o acido in bocca. Anche l’infezione da Helicobacter pylori comporta un aumento dell’acidità gastrica e dell’infiammazione cronica, entrambi fattori che possono contribuire all’alitosi.

Inoltre, la gastrite può causare sintomi come nausea, vomito e perdita di appetito, che spesso portano a ridotta assunzione di liquidi e disidratazione. E la bocca secca, spesso associata alla disidratazione, favorisce la crescita batterica e causare alitosi.

Mantenere una buona igiene orale, bere abbondante acqua e seguire una dieta equilibrata aiutano a gestire il cattivo alito associato alla gastrite.

Gonfiori addominali

La gastrite, come detto, può causare sensazioni di pienezza o gonfiore dopo i pasti, ma è una caratteristica presente soprattutto in chi è affetto da gastrite cronica o gravi disturbi gastrici, dovuta per lo più all’infiammazione e all’irritazione della mucosa gastrica. Per alleviare questo sintomo, è consigliabile seguire una dieta equilibrata, evitando i cibi che possono causare irritazione.

Meteorismo

L’infiammazione della mucosa gastrica associata alla gastrite può compromettere la normale digestione dei cibi e la salute della flora intestinale. Questo comporta una maggiore produzione di gas durante il processo digestivo, contribuendo così al meteorismo.

Nausea e vomito

La nausea e il vomito sono sintomi che possono verificarsi in presenza di gastrite, soprattutto dopo aver mangiato cibi grassi o piccanti. La sensazione di malessere e l’intolleranza agli odori possono accompagnare questi disturbi, causando disagio e perdita di appetito. Questi sintomi a volte sono accompagnati da bruciore di stomaco e dolore addominale. Monitorare attentamente la comparsa di nausea e vomito è importante per individuare precocemente eventuali problemi gastrici e agire di conseguenza.

Perdita di appetito

Un altro sintomo meno comune della gastrite è la perdita di appetito, che può manifestarsi per diversi motivi, primo tra tutti l’infiammazione dello stomaco. La perdita di appetito comporta una riduzione dell’assunzione di cibo e, di conseguenza, una diminuzione dell’energia e della vitalità. È importante rivolgersi a un medico se questo sintomo si presenta in modo significativo o prolungato per una valutazione specialistica e un corretto trattamento.

Tachicardia

La tachicardia è definita come un battito cardiaco accelerato, con una frequenza superiore ai 100 battiti al minuto a riposo. Anche se in genere non è collegata alla gastrite, la tachicardia può comunque essere un sintomo associato a tale disturbo. In questi casi, si ipotizza che lo stress correlato alla tachicardia possa aggravare l’infiammazione gastrica, aumentando la produzione di acidi e peggiorando i sintomi della gastrite. È consigliabile consultare subito il medico per determinare se si tratta di gastrite o altro. 

Dolore di schiena

Quando c’è infiammazione gastrica, specialmente se presente nell’area superiore dello stomaco, i nervi possono trasmettere segnali di dolore che vengono interpretati come mal di schiena. Inoltre, le persone con gastrite tendono a sviluppare tensione muscolare per via del dolore addominale. Questo influenza la postura e causa a sua volta mal di schiena. Infine, si ricorda che in alcuni casi, il reflusso acido associato alla gastrite irrita l’esofago e provoca dolore nella parte superiore dell’addome o nella regione toracica.

Febbre

Se la gastrite è causata da un’infezione batterica come l’Helicobacter pylori, in alcuni casi compare la febbre. Questo perché il corpo potrebbe reagire all’infezione con una risposta infiammatoria che include un aumento della temperatura corporea. Quando la gastrite è associata a complicazioni più gravi come ulcere gastriche (che possono causare anche sangue nelle feci), e febbre dovuta ad infezione o infiammazione più estesa, è fondamentale l’intervento del medico.

Diarrea

La gastrite può provocare diarrea, soprattutto quando alla base del problema c’è un’intolleranza alimentare, come quella al glutine (anche in assenza di celiachia, ma solo di sensibilità al glutine) o al lattosio. Questa condizione può essere molto fastidiosa e influire sulla qualità della vita e occorre intervenire come indicato in “Dieta scorretta e gastrite”. 

Carenza da vitamina B12

La gastrite autoimmune può causare anemia da carenza di vitamina B12 che può causare astenia e mancanza di respiro. In alcuni casi progredisce e porta a complicazioni come ulcere gastriche aumentando il rischio di sviluppare il tumore allo stomaco.

Reflusso gastrico 

Lo stomaco è direttamente collegato all’esofago, dal quale riceve il cibo, e all’intestino tenue, a cui “cede” il bolo alimentare, ovvero il cibo “lavorato” dagli acidi gastrici. Quando cibo e succhi gastrici risalgono dallo stomaco nell’esofago si parla di reflusso gastrico. In pratica, in questi casi la valvola (lo sfintere gastroesofageo) tra stomaco ed esofago, che regola il passaggio del cibo, si apre quando non dovrebbe, per esempio di notte, causando risvegli improvvisi con tosse e bruciore di gola. Ciò comporta bruciore e dolori alla deglutizione, oltre ad aumento della carie (per la corrosione dello smalto dei denti dovuta agli acidi gastrici), nausea, vomito e sensazioni di eruttazioni acide. 

Consigli pratici per chi ha il reflusso gastrico

  • Non metterti a letto subito dopo i pasti, aspetta almeno 2-3 ore
  • Indossa abiti e biancheria comodi
  • Sollevando il “lato testa” del letto di almeno 15 centimetri, renderai più difficile la risalita degli acidi lungo l’esofago. Per farlo puoi usare un apposito rialzo per materassi.
  • Se soffri di reflusso acido, i medici consigliano di riposare sul lato sinistro perché ciò limita la quantità di acido che dallo stomaco risale lungo l’esofago.

Le cause della gastrite 

Comprendere in modo più approfondito le cause della gastrite aiuta a individuare i sintomi precocemente, facilitando una diagnosi tempestiva e un trattamento efficace, migliorando così la qualità della vita. 

Dieta scorretta e gastrite 

Una dieta scorretta è una delle principali cause della gastrite. Consumare alimenti troppo grassi, piccanti, ma soprattutto eccessivamente zuccherini (dolci, bevande zuccherate, ma anche troppa pasta, pane o cereali in chicchi bianchi, senza fibre) può danneggiare la mucosa gastrica e favorire l’infiammazione.

Tuttavia non di rado la gastrite può essere causata da un’intolleranza alimentare, come quella al glutine o al lattosio, che se trascurata, nel tempo, porta a un’infiammazione cronica della mucosa dello stomaco. Se sospetti che uno o più alimenti possano essere alla base del tuo problema, eliminane uno alla volta per tre giorni consecutivi (per esempio, lunedì, martedì e mercoledì), poi mangiane una piccola porzione il quarto giorno (giovedì) e continua così per almeno un mese annotando su un diario alimentare ciò che metti nel piatto di volta in volta e gli eventuali sintomi che si dovessero presentare. 

Come devono essere i pasti in presenza di gastrite

I pasti devono essere leggeri e ben digeribili, quindi va evitata l’associazione di troppi cibi diversi nello stesso pasto. Per esempio, un piatto di riso con pollo alla piastra e verdure, anche se di per sé è sano ed equilibrato, non è adatto a chi soffre di mal di stomaco perché i carboidrati del riso vengono digeriti in un modo diverso rispetto alle proteine del pollo, quindi se i due alimenti si mangiano in uno stesso pasto la produzione dei succhi gastrici e il tempo di permanenza del cibo nello stomaco aumenteranno, scatenando un attacco di gastrite.

Meglio piuttosto una combinazione di riso o pasta e verdure a pranzo e degli involtini di pollo con verdure a cena. Potrebbe essere utile aggiungere alcune spezie, in linea generale sconsigliate, ma non tutte. Alcune di queste possono infatti recare benefici alla mucosa dello stomaco. Per esempio, la curcuma possiede proprietà antinfiammatorie, così come zenzero e cannella. 

Il consiglio? Usale con moderazione e valuta sempre la tua sensibilità. Non è invece adatta, se non in fase acuta, la dieta in bianco, come ha dimostrato più volte la ricerca scientifica.

Sovrappeso e gastrite 

Il sovrappeso, specialmente l’accumulo di grasso addominale, può aumentare la pressione all’interno dell’addome il che spinge il contenuto dello stomaco verso l’alto, causando reflusso gastrico e irritando la mucosa gastrica. Il tessuto adiposo, soprattutto il grasso viscerale (detto anche addominale), rilascia inoltre citochine infiammatorie. Queste sostanze possono contribuire a uno stato infiammatorio cronico che influenza anche la mucosa gastrica, aumentando il rischio di sviluppare gastrite.

Infine, va detto che le persone in sovrappeso possono avere abitudini alimentari che includono il consumo di cibi grassi, piccanti o acidi, tutti noti per irritare la mucosa gastrica. Inoltre, una dieta ricca di zuccheri e carboidrati raffinati può alterare l’equilibrio dei batteri nello stomaco, favorendo condizioni che possono portare alla gastrite.

Infezione da Helicobacter pylori e gastrite sono collegate?

L’Helicobacter pylori (H. pylori) è un batterio in grado di colonizzare la mucosa dello stomaco, provocando un’infiammazione locale che può portare a gastrite cronica, ulcera peptica e tumore allo stomaco. È un’infezione che interessa circa la metà della popolazione mondiale. Questo batterio può causare i sintomi della gastrite, come bruciori e mal di stomaco, reflusso, nausea, vomito e pesantezza. Per individuarlo, basta un semplice esame, il Breath test Helicobacter, che puoi fare in farmacia. Per quanto riguarda la dieta, sono valide le indicazioni date precedentemente.

Stress, ansia e gastrite nervosa

La gastrite nervosa non è legata a un’infezione batterica o a fattori dietetici, ma piuttosto alla risposta del sistema nervoso a situazioni stressanti. Può manifestarsi in periodi di maggiore tensione emotiva ed essere difficile da diagnosticare poiché i sintomi possono variare da persona a persona ed essere scambiati per altri disturbi gastrointestinali. È importante gestire lo stress e l’ansia per ridurre la frequenza e gravità degli episodi di gastrite nervosa.

La diagnosi di gastrite nervosa viene solitamente effettuata attraverso un’accurata visita medica, con esame obiettivo e test diagnostici come l’endoscopia digestiva e la gastroscopia per escludere altre problematiche mediche che possono avere gli stessi sintomi della gastrite nervosa, come le ulcere gastriche, per garantire una diagnosi corretta e un trattamento mirato.

Il trattamento della gastrite nervosa

Come in tutti i casi di gastrite, i trattamenti farmacologici per la gastrite nervosa possono includere l’uso di farmaci protettivi delle mucose gastriche e di inibitori della pompa protonica per ridurre la produzione di acido gastrico. Inoltre, sono utili i rimedi naturali per ridurre lo stress e l’ansia, come passiflora, tiglio, melissa ecc., oppure i fiori di Bach e i rimedi omeopatici.

Va detto che l’approccio psicosomatico è efficace nel gestire i sintomi della gastrite nervosa, aiutando a identificare i pensieri e i comportamenti che la provocano. Altri approcci includono la meditazione, lo yoga e le tecniche di rilassamento che riducono lo stress e migliorano la salute gastrointestinale.

Per quanto riguarda la dieta, seguirne una equilibrata e prestare attenzione alle proprie abitudini alimentari può contribuire in modo significativo alla gestione efficace anche della gastrite nervosa.

Gastrite: significato psicosomatico

In una prospettiva psicosomatica, il bruciore dello stomaco è il fuoco interiore che arde inespresso; i dolori, spesso in forma di crampo, esprimono il disagio per non riuscire a manifestare se stessi; la nausea è un rifiuto della situazione; il vomito è un rigetto; l’inappetenza con la chiusura di stomaco denota l’indisponibilità ad accettare più di quello che già si è accolto; la digestione laboriosa esprime la difficoltà nell’accettare il “cibo-ambiente”, il “cibo-situazione” che sono fonte di problemi.

In linea generale, le persone affette da gastrite non riescono a “digerire” certe esperienze o relazioni. Così, se una persona vive situazioni o emozioni che trova troppo difficili da affrontare o assimilare, potrebbe somatizzarle con sintomi gastrici. Tali individui hanno anche atteggiamento ansioso, a volte manifesto, a volte mascherato, e una certa tendenza a bloccarsi in corrispondenza di momenti cruciali di trasformazione esistenziale.

La gastrite può anche essere indice di rabbia repressa: se una persona tende a reprimerla o a evitare il confronto, potrebbe somatizzare queste emozioni nello stomaco, con il risultato di infiammazioni o bruciori gastrici. Senza dimenticare che i problemi allo stomaco possono essere collegati a paura o incertezza rispetto al futuro. Lo stomaco è infatti considerato una sede di trasformazione e digestione, non solo del cibo, ma anche delle nostre preoccupazioni e delle speranze per ciò che ci attende.

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I collegamenti tra sonno e gastrite

Durante il sonno, il corpo dovrebbe essere in uno stato di riposo e recupero, permettendo anche al sistema digestivo di lavorare in modo ottimale. Tuttavia, se è disturbato, questo equilibrio può essere compromesso, il che potrebbe influenzare la salute gastrica e aumentare il rischio di problemi come la gastrite.

Inoltre, un sonno che non ristora aumenta il livelli di stress e ansia, che a loro volta influenzano negativamente la salute gastrica. Il rilassamento durante il sonno è quindi importante per il benessere generale, compreso quello dello stomaco. Si ricorda infine anche l’importanza della posizione in cui si dorme: per esempio, dormire in posizione prona, a pancia in giù, favorisce il reflusso acido.

Prevenzione della gastrite

Riassumendo, la prevenzione della gastrite si basa su una serie di accorgimenti che riducono il rischio di sviluppare questa infiammazione dello stomaco. Tra i principali consigli, vi è quello di seguire una dieta equilibrata e di eliminare dalla tavola i cibi troppo piccanti o grassi che possono irritare la mucosa gastrica (vedi Dieta).

Inoltre, è fondamentale adottare uno stile di vita sano, praticare regolare attività fisica, evitare il consumo eccessivo di alcol, il fumo e l’abuso di farmaci, mantenere un peso corporeo adeguato e gestire in modo efficace stress, ansia ed eventuali disturbi del sonno per preservare la salute dello stomaco.

La gastrite si può curare? 

Sì, la gastrite può essere trattata e gestita con successo. Il trattamento dipende dalla causa sottostante e può includere l’uso di farmaci come gli inibitori della pompa protonica (PPI) per ridurre l’acidità dello stomaco, antibiotici per l’infezione da Helicobacter pylori, antinfiammatori per ridurre l’infiammazione e altri farmaci per alleviare i sintomi. E anche nel trattamento della gastrite è importante adottare quanto indicato per la prevenzione a proposito di dieta, sonno, attività fisica ecc.

I rimedi naturali possono essere utili in presenza di gastrite? 

Sì, i rimedi naturali sono utili sia nella prevenzione sia nel trattamento della gastrite. Per esempio, numerosi studi clinici – tra cui Mastic gum kills Helicobacter pylori. New England Journal of Medicine 1998  – hanno dimostrato che la resina di mastice (Pistacia lentiscus) inibisce l’Helicobacter pylori, così come altri batteri e funghi. La resina di mastice può essere utilizzata anche per calmare i dolori di stomaco, aiutare a ricostruire l’epitelio dello stomaco e del duodeno, favorire una buona digestione e rinfrescare l’alito. Ne basta un grammo al giorno. 

Un integratore utile

Papaia

  • Ne bastano 2-3 compresse al giorno per 3 settimane, da sciogliere in bocca subito dopo i pasti. Ha una notevole azione antinfiammatoria sulle mucose dello stomaco.

Erbe

  • Liquirizia. Le sue radici, secondo numerosi studi scientifici, sembrano avere sulla mucosa un effetto cicatrizzante superiore a quello dei farmaci più moderni. Può essere già di aiuto anche solo masticare la radice quando si sente arrivare la classica fitta o il bruciore, oppure, ancor meglio, sciogliere un cucchiaino di polvere in poca acqua, da assumere 2-3 volte al giorno prima dei pasti. La liquirizia è fondamentale in caso di ulcera (diagnosticata con una gastroscopia e controllata da visite mediche), da assumere come estratto fluido non alcolico, 20 gocce 2 volte al giorno. 

Attenzione però a chi soffre di ipertensione arteriosa: l’acido glicirrizinico contenuto nella liquirizia innalza la pressione. In questi casi è meglio sostituire la liquirizia con l’equiseto, estratto fluido, 30 gocce 2-3 volte al giorno.

  • Iperico. Se la gastrite consegue a depressione, è indicato l’iperico, che oltre a un’azione tonificante e stabilizzante sull’umore ha anche buoni poteri antinfiammatori: Hypericum perforatum tintura madre, 25 gocce per 3 volte al giorno in un po’ d’acqua prima dei pasti.
  • Cumino: è utile in caso di aerofagia e meteorismo. Prendere 2 capsule al giorno da ingerire con un bicchiere d’acqua durante i pasti. Tra l’altro stimola l’appetito e placa i dolori dello stomaco “nervoso”. Abbinare il carbone vegetale, 2 capsule due volte al giorno durante i pasti. 
  • Camomilla: ha un potere antispasmodico e antidolorifico, ma è ottima anche per tutte le pirosi (bruciori), in particolare in soggetti irritabili, collerici e insofferenti ai cambiamenti e al dolore fisico e psichico: camomilla estratto fluido non alcolico, 20 gocce 2-3 volte al giorno.

Fiorella Coccolo
Esperta di erbe officinali e alimentazione. È direttore responsabile di Curarsi Mangiando, Le Ricette PerdiPeso e Le Ricette della Salute delle Edizioni Riza
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