Passiflora: scopri tutte le proprietà e i benefici
Erbe e fitoterapia

Passiflora: scopri tutte le proprietà e i benefici

La passiflora è una pianta, viene maggiormente utilizzata come calmante naturale universale, ma le sue qualità la rendono efficace anche contro la tosse secca e come antiacido

La passiflora è una pianta originaria delle zone tropicali e subtropicali del centro e del sud America, comprende un grande numero di specie annuali o perenni, alcune originarie, altre prodotte nel tempo da ibridi e incroci. Ce n'è per tutti i gusti: sia per il portamento - che può essere lianoso, arbustivo, rampicante, o erbaceo - sia per il fusto - cavo o legnoso e a sezione quadrangolare, triangolare o poligonale, sia per i fiori che variano per colore e dimensione - da pochi millimetri a parecchi centimetri - conservando però la loro forma peculiare e la loro singolare bellezza.

La passiflora incarnata

Nel 1610 Emmanuel de Villegas, un missionario agostiniano, rientrando dal Messico portò con sé una pianta da frutto coltivata già da Incas e Aztechi a scopo alimentare, che gli indigeni chiamavano granadilla. A colpire il frate però non era stato il frutto gustoso, ma i sui fiori, per le sue caratteristiche particolari che, nell'immaginazione del missionario, evocavano la "passione" di Cristo. Rientrato in Spagna, De Villegas la mostrò al gesuita Giacomo Bosio, che ne fu tanto affascinato da chiamarlo "passione incarnata" nel suo "Trattato sulla crocifissione di Nostro Signore". In seguito il grande botanico Linneo la incluse nel suo poderoso trattato di botanica come passiflora incarnata, un nome che ancora conserva.

La passiflora raggiunse l'apice della sua popolarità nell'Inghilterra vittoriana, ma negli ultimi anni è tornata alla ribalta sia per la sua grande varietà e bellezza, sia per la scoperta delle sue proprietà terapeutiche, ma anche per i possibili usi cosmetici di fiori e semi.

La passiflora come fitoterapico

Per la sua azione calmante, è uno dei rimedi fitoterapici più utilizzati per i disturbi dell'umore ed è il rimedio più indicato nelle forme ansioso-depressive, non a caso durante il primo conflitto mondiale veniva somministrata ai soldati per combattere l'angoscia da guerra e da trincea. Ricca di flavonoidi, benzoflavoni, glucosidi, alcaloidi indolici e olio essenziale, esercita un'azione sedativa senza deprimere il sistema nervoso, è antispasmodica, ipnoinducente, antiacida, contrasta l'eretismo cardiaco ed è efficace nella tosse secca di origine nervosa.

Ricerche recenti hanno dimostrato che i flavonoidi della passiflora sono in grado di legarsi ai recettori cerebrospinali per le benzodiazepine, svolgendo un'azione sedativa e rilassante mirata che favorisce il rilassamento e il sonno fisiologico notturno senza causare sonnolenza di giorno. Inoltre è priva di effetti narcotici e non produce assuefazione.

Sul piano psichico

Su piano psichico gli estratti di passiflora sono raccomandati per curare insonnia, disturbi d'ansia, angoscia, nevrosi ossessive, forme fobiche, nervosismo, irritabilità e forme ansioso-depressive in genere. La formulazione consigliata in questo caso è la Tintura madre di Passiflora, da assumere nella dose di 25/30 gocce diluite in mezzo bicchiere d'acqua, tre volte al giorno.

Sul piano fisico

La passiflora contiene alcaloidi armanici antispasmodici capaci di rilassare la muscolatura liscia dell’utero, nonché dell’apparato gastrointestinale e bronchiale, cosa che la rende utile in tutti i casi di sindrome dell’intestino irritabile, tosse nervosa e in tutte le forme dolorose di natura spastica, come la dispareunia. Inoltre esercita un'azione antispastica sul sistema genito-urinario, contrastando le pseudo-cistiti su base nervosa.

La tisana per propiziare il sonno

La tisana di foglie e fiori di passiflora è utile per calmare l'ansia e propiziare il sonno in caso di difficoltà d’addormentamento, nervosismo, ipereccitabilità, insonnia menopausale. Un'ora prima di dormire, porre in una tazza di acqua bollente un cucchiaio scarso di foglie e fiori di passiflora, lasciare in infusione per 10 minuti, filtrare e bere, dolcificando con miele d'arancio.

Le virtù deI frutto della passiflora

Il frutto della passiflora si chiama maracuja ed è una bacca ovoidale dalla buccia liscia e sottile che maturando tende a indurire e raggrinzirsi. L’interno è costituito da una morbida gelatina succosa profumata dal sapore dolce e leggermente acidulo, in cui affondano i semi, che si consuma tagliando il frutto a metà e raccogliendone la polpa con un cucchiaino. Oltre ad essere gustosa, la maracuja è uno scrigno di proprietà nutritive, come vitamine (A, B, C ed E), acidi grassi Omega 6, sali minerali (ferro, fosforo zinco, selenio, potassio: un frutto ne contiene quanto 3 banane) e antiossidanti, ed è ottima per contrastare ritenzione idrica e coliti, grazie all'alto contenuto di pectina.

Secondo studi recenti, la maracuja è utile anche per prevenire i disturbi cardiovascolari, alcuni tipi di tumore e il diabete di tipo 2, perché appare in grado di ridurre l'insulino-resistenza.

Come consumarlo

La maracuja o grenadilla può essere consumata al naturale, aggiunta allo yogurt bianco, o usata per preparare gustosi frullati, marmellate e cocktail analcolici profumati; il suo succo centrifugato costituisce un ottimo condimento e può essere utilizzato per insaporire l'arrosto di maiale o di pollo.

La passiflora in cosmesi

L'estratto di fiori e semi di passiflora è usato per produrre creme ringiovanenti e rassodanti per la pelle: grazie al suo contenuto di acidi grassi essenziali e fitoestrogeni dall'effetto "rimpolpante", dona all'epidermide un aspetto compatto e luminoso.

Controindicazioni

Gli estratti di passiflora non vanno assunti in concomitanza con: psicofarmaci (benzodiazepine, sonniferi, sedativi, barbiturici, antidepressivi) anticoagulanti cumarinici, alcolici, perché ne aumenterebbe l'effetto, con rischi per la sicurezza e la salute.

  • in gravidanza perché le armaline in essa contenute possono indurre contrazioni uterine aumentando il rischio di nascita prematura
  • durante l'allattamento, per evitare che i suoi principi attivi vengano assorbiti col latte materno
  • in età pediatrica (fino ai 12 anni).
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