Guardarsi dentro è tutta la “partita”, però bisogna conoscere bene i codici del guardarsi dentro. «Adesso alle 12:30 mi accorgo che dentro di me c’è tanta rabbia», guardo la rabbia. Andrea mi scrive: «Ho imparato a smontare la mia rabbia a partire dalla sua origine e a convogliarla nel comportamento migliore per il bene mio e dei miei cari». No, guardo la rabbia che arriva –adesso- , percepisco la sua presenza, non devo né smontarla, né capirla, né spiegarla e soprattutto non devo cercare la causa. La rabbia quando arriva assume immediatamente il “volto” delle circostanze, crediamo che ci arrabbiamo perché abbiamo litigato con Francesca, con Marina, con Roberto, ma questo è il volto superficiale della rabbia. La rabbia è qualcosa che viene dal profondo, è un’energia antica, primordiale; riconoscerla e conoscerla è un atto fondamentale per la nostra evoluzione e per il nostro percorso. Conoscerla e accoglierla. Posso fare un’altra cosa molto importante: dargli un’immagine. Socchiudo gli occhi e vedo che volto assume l’immagine della rabbia. Per Giovanni, un mio paziente, era un guerriero antico. Quando le immagini prorompono sulle emozioni che proviamo e quando le emozioni che proviamo si trasformano in immagini, sta accadendo un’alchimia straordinaria. Diceva Giovanni: «Dov’è il guerriero adesso?» Quando usciva a cena con Matilde, cominciava a immaginare che lì sulla tavola, mentre ordinavano l’antipasto, non c’era soltanto lui, Giovanni, ma c’era anche quel guerriero. Quanto cambiano i rapporti se dentro di me, qua e là nella giornata immagino ci sia quel guerriero? Se a far l’amore con Matilde è il guerriero e non soltanto Giovanni, nasce un nuovo modo di fare l’amore, un nuovo modo di essere sul lavoro, un nuovo modo di rapportarsi. Se c’è con me il guerriero sarò meno finto, farò in modo non che le cose vadano secondo la consuetudine ma secondo una spontaneità, una direzione. Nel momento in cui percepisco la rabbia, io sono di fronte a un grande mistero, devo averne cura: questo è guardarsi dentro. Guardarsi dentro non vuol dire analizzare, vuol dire percepire cosa c’è adesso alle 12:30 mentre guardo; vuol dire non domare l’emozione che c’è ma percepirne la presenza, non devo diventare una brava persona, devo essere quello che guarda la mia aggressività, non per mandarla via, non per perdonarmi, non per perdonare qualcuno. Le emozioni che non ci piacciono sono le emozioni con cui in qualche modo dobbiamo rapportarci. Cosa sono le emozioni come la rabbia? Sono l’immagine di un’energia primordiale, vengono a trovarci in quanto nella nostra vita stiamo andando in una direzione dove senza la rabbia, non potremmo raggiungere il nostro obiettivo, il nostro scopo. Avere cura della propria rabbia vuol dire avere cura di sé, soprattutto di quell’essere sconosciuto che siamo. Quando siamo autentici? Quando emozioni che non ci aspettiamo come la tristezza, la rabbia, la paura vengono a trovarci. La rabbia spesso prepara il germoglio di un nuovo modo di essere, un nuovo stile, rapporti più coerenti, più semplici, più naturali. Certo, tutto viene rovinato quando io mi pongo l’obiettivo di domare la rabbia, cosa vuol dire domare la rabbia? Essere una persona “normale” cioè essere come tutti gli altri, ma la rabbia era venuta proprio per rompere il conformismo, mandandola via ritornerò conformista, cioè nell’aridità dell’anima. Allora guardarsi dentro è prima di tutto e più di tutto constatare cosa c’è, allora la rabbia diventa quell’immagine da cercare durante la giornata: «Dov’è il guerriero? Dai, stai con me, vieni qui con me.» Quel guerriero che era soltanto un impeto aggressivo, lentamente diventa un’immagine familiare, io e la mia rabbia diventiamo compagni di viaggio, il guerriero è un lato antico, io e il mio lato antico cominciamo ad andare d’accordo, diventiamo amici, ci conosciamo, ci guardiamo; più questo accade più si possono aprire nuove frontiere. Se posso portare con me la mia Ombra, allora posso andare da qualsiasi parte, se invece voglio portare con me l’esser perfetto, tutto d’un pezzo, il personaggio che non sbaglia mai, che non vuole perdere la testa, allora preparatevi perché la vita diventerà un inferno. Ciò che non incontriamo dentro di noi, lo incontreremo fuori, la rabbia a cui non riusciamo a dare spazio dentro di noi, finiremo per incontrarla fuori, magari incontrando un nemico che ci aggredisce, rompendo dei rapporti senza neanche saperlo, insomma rovinando tutto. Vi invito a farvi compagnia con la vostra aggressività. Buona giornata a tutti.