VIDEO Cosa fare quando soffri

Partecipa al nuovo incontro virtuale con Raffaele Morelli mercoledì 29 marzo 2023, dalle 18.30 alle 20.00, e impara cosa fare per superare i dolori e ritrovare la gioia di vivere

Mercoledì 29 marzo 2023, condurrò un nuovo Incontro in diretta online dal titolo Cosa fare quando soffri.

Quando c’è un disturbo fisico nella maggior parte dei casi noi sappiamo cosa fare. Sappiamo come ridurre la febbre. Sappiamo che a volte può essere necessario un intervento chirurgico. I dolori del corpo sono lì davanti a noi e riconosciamo nel medico un compagno di viaggio che ci guarirà attraverso la tecnica e gli strumenti di cui dispone, che hanno già funzionato e che funzioneranno ancora. Ma quando la sofferenza e il disagio sono interni e colpiscono la psiche ci sentiamo siamo smarriti, ci sembra che non ci siano vie d'uscita e commettiamo alcuni errori che rischiano di rendere la sofferenza una presenza permanente dentro di noi.

Identificare e rievocare le cause cronicizza il dolore

Pensiamo che staremo meglio se ne parliamo con qualcuno. E pensiamo di conoscere la causa: “mi ha lasciato, per questo soffro”, “è morto il mio compagno”, “lei ha voluto divorziare”, “ho perso un figlio”, “il lavoro non è andato bene”, “degli amici mi hanno tradito”. Le cause sono più o meno sempre le stesse e diventano certezze dentro di noi. Il problema è che ogni volta che identifico e rievoco la causa di un disagio sto cronicizzando il dolore.

Il dolore psichico ci sgomenta. Se sbagliamo i codici rischiamo di cronicizzare il dolore. Ho visto molte persone che dopo anni da una separazione continuano a lamentarsi e tormentarsi, come se quella fosse l’unica causa del loro malessere: nel frattempo però è trascorso del tempo e loro, senza accorgersene, sono cambiati tante volte.

La psiche è una casa con tante stanze

Ho visto invece molte persone che sono state bene quando hanno cominciato a modificare l’atteggiamento mentale, quando hanno cominciato a ritenere che nel loro mondo interno oltre il dolore che provavano c’era dell’altro. Provate a immaginare la psiche come una casa in cui ci sono tante stanze: la stanza della gioia, la stanza della paura, la stanza del Sacro, la stanza del dolore, la stanza della rabbia, la stanza dell’amore, la stanza del desiderio, la stanza del piacere.

Io ritengo che noi non siamo solo il dolore che proviamo; c’è altro. Se vedo la psiche come una totalità in cui convivono tanti aspetti diversi imparo che i pilastri della mia identità, qualsiasi cosa sia accaduta, non possano essere stati compromessi da ciò che io credo abbia causato il dolore. Anche dopo episodi gravissimi, come i lutti, c’è qualcosa di me che vuole vivere e, visto che vuole vivere, ha delle cose da dare, da dire, da dirmi, dei percorsi da farmi fare.

Uscire dal tempo significa guarire

Il rapporto con il tempo è decisivo. C’è un tempo in cui ho subito una ferita, ma c’è anche uno spazio interiore che è fuori dal tempo. Chi sta nel tempo soffre di più. Chi riesce a uscire dal tempo, attraverso tecniche pratiche, inizia a conoscere qualcosa di sé che va oltre la sofferenza, che può trovare, come dicono i chassidici, la gioia nel dolore. Perché il lato di me che gioisce è presente nonostante il disagio.

I bambini sanno che la distrazione è un farmaco, così come il Senza Tempo, che incontrano nel gioco e nelle fiabe. I bimbi piangono disperati e dopo pochi minuti si mettono a giocare, perchè non hanno le sovrastrutture mentali con cui noi adulti teniamo in vita il dolore rendendolo una presenza cronica e distruttiva nella nostra vita interiore. Ma l’anima conosce la gioia di vivere qualsiasi cosa accada intorno a noi.

Nel prossimo gruppo virtuale vedremo proprio come stare di fronte al dolore cambiando innanzitutto il nostro atteggiamento mentale. Vi aspetto!

Partecipa agli Incontri online con Raffaele Morelli: un evento esclusivo, in diretta online, per acquisire le tecniche fondamentali per ritrovare il benessere interiore.

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