Allontanati dai paragoni, smetti di guardare fuori e di cercare la forza: solo così sarai all'altezza anche nei momenti più difficili.
Vi presento il nuovo numero di Riza Psicosomatica: Insicurezza: ecco come vincerla.
Molte persone non si sentono sicure di sé, mai all’altezza, sono convinte di essere deboli, fragili, mai abbastanza forti. Si resta intrappolati in una battaglia che può durare molti anni: “devo diventare più forte, devo superare gli ostacoli, non devo sentirmi fragile, non devo essere debole”. L’insicurezza nasce spesso dalla più terribile forma di auto attacco che esista: il paragone, quello che Schwaller de Lubicz, uno dei più grandi studiosi dell'anima, definiva il “dramma dell’intelligenza che paragona".
“Non sono riuscita a sposarmi, mio fratello si”, “non riesco ad affermarmi nelle riunioni, mentre la mia amica Giulia si”. Nel momento in cui si comincia a cercare di imitare non solo le persone ma anche i modelli mentali, l’insicurezza diventa sempre più forte.
Le religioni, grazie ai loro saperi millenari, possono insegnarci molto circa i codici della nostra interiorità. Nel mondo ebraico l’insicurezza viene chiamata la “Santa insicurezza". L’insicurezza è la voce di qualcosa dentro di noi che non sa dove andare, che non è abbastanza forte. Ma, contrariamente a quello che pensiamo, non è un difetto, ma una risorsa.
Abbiamo un alleato dentro di noi che sta cercando di approdare al tesoro dei tesori: la nostra unicità. Se ci fate caso nella vita quando avete commesso un grave errore, eravate troppo sicuri:
“Ero certa che sarebbe stata la persona giusta e sono andata tranquilla, convinta. In realtà mi sbagliavo, era un narcisista e mi ha fatto passare anni terribili”.
Quando vediamo un adolescente fare un errore, “sbandare”, non pensiamo mai che sta cercando la sua strada e che spesso cercarla significa proprio uscire, perché quello è l'unico modo per oltrepassare i confini, i canoni. Allora proviamo a immaginare che ci sia un amico dentro di noi, insicuro e fragile, ma dotato di una visione differente: vede oltre.
Perché i bambini che sono più vicini alla dimensione profonda, creativa e gioiosa della psiche e hanno spesso un amico misterioso, immaginario? Perché sanno che in noi c'è un alleato. Provate a pensare che l’insicurezza altro non è che un alleato che disapprova il nostro modo di vedere il mondo.
Se è vero che l'insicurezza nasce dagli sforzi che mettiamo in atto per assomigliare agli altri, più è forte il lato artificiale in cui ci vogliamo identificare e più è forte il senso di sfiducia in noi stessi. Spesso i bambini si intestardiscono nel non voler fare certe cose. Quando si smette di sollecitarli, a un certo punto, chissà perché cominciano a farle. A noi, invece, piace pensare che la linea dura con noi stessi funzioni. Quante volte ci accusiamo: “Hai sbagliato anche stavolta!”. Se volete uscire dall’insicurezza così, non ci riuscirete. Provate a dirvi: “Guarda: questa cosa non mi viene nonostante i miei sforzi”.
Una mia paziente mi ha detto:
“Per forza sono insicura, faccio un lavoro che non mi piace”.
“Cosa le piacerebbe fare?”, le ho chiesto.
“Mi sarebbe piaciuto tantissimo fare la scrittrice di storie ambientate nel ‘700”.
“Interessante, può farlo”.
Allora, abbiamo fatto un patto: “Scriva le storie del ‘700 quando può nella giornata”.
La sua anima antica voleva essere considerata, guardata, ascoltata: la grave forma d’ansia che l’aveva portata da me ha cominciato a svanire. Quella che lei chiamava insicurezza era una parte di sé che cercava di trovare un altro modo di scendere in campo. Molti pensano: “se cambio vita sarò più sicuro”. No, sarai più sicuro se accetti che in te ci sono cose che vogliono esprimersi.
Buona lettura
