Raffaele Morelli: Il panorama più bello è dentro di te
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Raffaele Morelli: Il panorama più bello è dentro di te

Guardare ciò che capita dentro di te con mente vuota, con meraviglia, senza alcun desiderio di cambiare niente: è il segreto del benessere

Paure, rabbia, desiderio, tristezza: sono come aspetti di un unico paesaggio che devi solo contemplare. Percepire tutti i propri stati interiori senza commenti né giudizi, e senza intervenire, innesca cambiamenti incredibili nella tua vita. È l’unico atteggiamento capace di rinnovare profondamente mente e cervello.

Guardare se stessi con meraviglia, come se le cose che accadono dentro di noi e che magari non ci piacciono, fossero semplicemente una parte del paesaggio, che si rivela al nostro sguardo. Michele mi dice:

«Vorrei tanto eliminare la rabbia dalla mie esistenza. Sa, io sono un impulsivo. Sapesse quante sciocchezze ho fatto a causa di questo».

È rimasto molto colpito quando gli ho detto di immaginare un panorama. « - mi ha risposto - vedo le case sul mare, la sabbia, la spiaggia. La cosa più bella è l’acqua azzurra, sa quando c’è calma piatta, senza vento». E se eliminare l’ira fosse come togliere il mare dal panorama? A cosa serve un mare sempre calmo? Sarebbe una palude…

Guardare con meraviglia cosa capita dentro di me, di volta in volta; guardare la paura, la rabbia, il desiderio, la tristezza come fossero parti tra loro inseparabili del panorama. La svolta nella vita comincia soltanto quando la smetti di dirti che cosa va bene e che cosa no, cosa ti piace di te e cosa rifiuti. Guardare se stessi con la mente vuota, senza il minimo desiderio di cambiare niente. Quando Michele ha cominciato a guardare la sua rabbia senza alcun giudizio, senza rimuginarci su, la sua vita è cambiata radicalmente. Non era più in lotta con se stesso, non si odiava più. La guardava come una “creatura marina che sorgeva dalle onde”.

«Prima mi odiavo, adesso invece mi dico: chissà cosa vuole da me questa forza, magari la rabbia è come il vento che mi porta nella mia isola perfetta».

Per dire queste parole ci vuole uno sguardo vuoto, senza il commento dei pensieri.

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Lascia che accada

Così scrive Nadia:

«Dottor Morelli, io la stimo e la ammiro, tanto che questo messaggio mi sembra troppo esiguo a renderle la mia riconoscenza. Il pensiero di scriverle è venuto spontaneamente perché, come lei dice, “le azioni che si svolgono con la mente vuota favoriscono la metamorfosi”. Questa, infatti, è una delle cose che mi rende grata, aver trovato un modello di vita cui sono tanto riconoscente. Lei ci riesce sempre a farmi respirare nei momenti tristi con i suoi splendidi discorsi, che mirano ad esaltare l’anima, non i pensieri. Io voglio seguirla, appropriami di queste sue parole, che ascolto dai suoi video e leggo dai suoi libri oramai da un anno circa, e non me ne stanco mai. Mi piacerebbe far evolvere senza fastidi, elaborati dalla mente, i bisogni dell’anima, a volte respinti o incompresi. Provo in momenti brutti a ricordarmi di accogliere un difficile stato morale, a non razionalizzarlo, a lasciare che esista senza impedimenti logici. Provo ad affidarmi all’immaginazione o anche alle divinità che si manifestano sotto forma di segni naturali: il volo di una farfalla, la rinascita dello scarabeo. Io voglio accogliere la mia metamorfosi e vorrei avvenisse senza complicazioni pesanti e senza pensare oltremisura. Ma “l’io voglio” non esiste, le cose accadono e senza ragione volano libere. Ne approfitto ancora per ringraziarla, dottore, perché non potrei essere più sincera con me stessa rispetto a quanto scritto. Un saluto affettuoso, sono vicina alla sua profondità d’animo».

Prendi atto e aspetta

Sì, le cose accadono senza ragione e mi conducono verso la mia meta. I segnali naturali che incontriamo, come una farfalla, uno scarabeo, un gatto, un albero, un fiore, ci raccontano che stiamo ragionando come il panorama. Quando ragioni come il panorama non ci sono più problemi personali.

Così non sono del tutto d’accordo con Ada, quando mi scrive:

«Ho letto un suo libro ed è molto interessante. Le sue riflessioni sono profonde e ribaltano alcune caratteristiche della psicoterapia in cui l’individuo si sente “sbagliato” perché prova un disagio. Lei mi fa capire che non siamo sbagliati e che ciò che ci accade non è colpa del compagno o dell’ambiente di lavoro. Dobbiamo semplicemente prendere in mano la nostra vita».

Condivido la prima parte della sua e-mail, ma non il finale: non dobbiamo prendere in mano la nostra vita, dobbiamo invece guardare gli stati d’animo, i sentimenti, le emozioni che arrivano con lo sguardo vuoto, senza alcuno sforzo di andare da qualche parte. Anche prendere in mano la propria vita diventa uno sforzo artificiale.

Allora, quando Franca mi scrive: «Mi manca qualcosa per fare il passo, per uscire da questa situazione di stallo», io rispondo: prendi atto che ti manca qualcosa e percepisci questo senso di mancanza, come fosse un mantra, una voce del Sé, della tua anima profonda. Ma per favore non commentarlo, non metterti a cercare o a chiederti che cosa ti manca. Prendi atto… Porta questa sensazione nella “mente vuota” e aspetta, come le donne attendono in gravidanza, senza aspettative. Non è il nostro Io che può portarci da qualche parte, ma lo sguardo senza pensieri. Allora siamo timonieri di una barca che sa da sola dove andare.

Vuoi raccontarci la tua esperienza, i tuoi dubbi, i tuoi successi? Manda una mail a raffaele.morelli@riza.it

raffaele morelli
Psichiatra e Psicoterapeuta. Fondatore e Presidente dell’Istituto Riza di Medicina Psicosomatica, Direttore responsabile delle riviste Riza Psicosomatica, Dimagrire, MenteCorpo.
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