Per stare bene non serve migliorare, diventare più buoni o vincere ardue battaglie: l'equilibrio autentico è far convivere le emozioni che ci abitano
Facciamo un esperimento: proviamo a pensare alla vita come a un oceano pieno di correnti che si intrecciano, e a noi stessi come a una piccola nave che solca le acque, verso qualcosa che non conosciamo. Il nostro vascello farà nuovi incontri, attraverserà ogni tanto delle tempeste e approderà su nuove terre da scoprire, ma a una condizione: che non procediamo con il timone bloccato su una sola rotta, perché rischieremmo di finire rovesciati.
Che cosa significa questa immagine? Ognuno di noi compie un viaggio, nella vita. Non realizziamo tutto il nostro potenziale in un colpo solo, ma lo estraiamo giorno dopo giorno. Proprio per questo è indispensabile affidarci ai cambiamenti che emergono spontaneamente da quell’infinito mare che è il nostro mondo interiore, senza pensare di sapere già quale sia il traguardo definitivo. Ecco, l’equilibrio interiore è la capacità di sfruttare tutti i venti e tutte le correnti che si presentano attraverso stati interni, energie, lati del carattere, emozioni.
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Tutto il contrario di quello che pensiamo di solito: crediamo di raggiungere l’equilibrio stando fermi in un posto, ad esempio in un ruolo di lavoro faticosamente raggiunto. Così ci areniamo, come è capitato a Laura. Per anni ha svolto con dedizione il suo lavoro di insegnante di inglese alle superiori, sacrificando l’amore e il tempo libero per riunioni, corsi facoltativi e lezioni private. Animata da un forte senso del dovere, voleva essere una studiosa seria e preparata, come era stato suo padre. Ma se si lascia emergere un solo volto di se stessi,il risultato non è l’equilibrio, ma lo squilibrio costante, una lotta interiore che è esplosa da un giorno all’altro nella sua vita, sotto forma di inspiegabili attacchi di panico che l’hanno mandata in crisi.
Il disagio l'ha costretta a ridimensionare i suoi impegni di lavoro. Ritrovatasi di colpo con molto tempo libero, ha comprato alcuni libri di ricette - aveva sempre amato cucinare da ragazza, ma se ne vergognava considerando frivola quell’attività. Sera dopo sera ha riscoperto un talento che non pensava più di possedere. Più cucinava, più i disagi evaporavano. Grazie al panico ha scoperto un aspetto di sé che non conosceva e che in fondo disdegnava: ora che l’ha accettato si sente bene. L’insegnante severa aveva bisogno della cuoca perché questi due volti del suo femminile non potevano andare separati. Ecco il vero equilibrio: l'unione degli opposti.
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Il mondo interno ha un codice che si fonda sulla piena libertà d’espressione: ogni energia, ogni stato, ogni emozione ha il diritto di emergere, perché così ciò che siamo può affermarsi. Molte persone invece stabiliscono un proprio codice basato su comandamenti rigidi e prescrittivi, ad esempio: l’amore per i figli consiste nel sacrificare il proprio lavoro; provare emozioni cattive è sbagliato; l’amore giusto deve portare al matrimonio … Tutte cose rispettabili, certo, ma quando la vita ci porta su strade inaspettate o quando da dentro emergono contrasti con queste “direttive”, arriva il conflitto. E il lato represso emerge molto più forte!
Non è eliminando aspetti di sé ed emozioni fuori norma per adeguarsi a uno standard che si troverà l'equilibrio. È il contrario. Bisogna lasciar fare all’anima, perché lei sa cosa fare: vuoi che ciò che regge la tua vita non sappia qual è il tuo posto? Ma se tu le dici cosa fare, come essere, chi sei, cosa devi diventare, stai distruggendo l’identità più profonda. Sei nato per partorire te stesso. E per farlo c’è un solo modo: uscire dai modelli rigidi. Essere se stessi è accogliere gli stati d’animo, quali essi siano, senza volerli cambiare. Non è un’idea permanente di te che devi cercare, ma guardare cosa capita nel mondo interno. E accorgerti che sei seduto su onde del mare che si susseguono senza sosta.
