Ipertensione, dermatiti, cefalee, difficoltà ad addormentarsi e irritabilità parlano di quanto stai trattenendo emozioni che ritieni sconvenienti: scopri come viverle.
Sembra paradossale, ma al tempo dei social network, in cui la comunicazione e la condivisione sono assunte quasi a dogma esistenziale, esprimere il lato più autentico di sé è qualcosa che ancora pochi riescono a fare. Per certi aspetti siamo ancora compressi, trattenuti, repressi. Da un lato è proprio questa esplosione comunicativa a rendere difficile selezionare le cose che vale veramente la pena dire. Dall’altro l’importanza dell’immagine che gli altri hanno di noi oggi è diventata fondamentale ad un livello tale che le persone, pur di mostrarsi quanto più possibile socialmente accettabili, finiscono per eliminare dalle relazioni qualunque aspetto di loro che giudicano sconveniente e che possa minimamente intaccarle. Si reprime la parte di sé più selvaggia, nel senso di passionale, spontanea e istintiva, per paura del rifiuto altrui. In una parola si eliminano le emozioni sconvenienti, ma una domanda sorge spontanea: dove vanno a finire?
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Ma mentre pensiamo a salvaguardare le apparenze, gli aspetti fondamentali della nostra personalità, le esigenze e quindi le emozioni più autentiche rimangono bloccate dentro. Non trovando nessuna valvola di sfogo, finiscono per riversarsi sul corpo. Prima in modo più transitorio e leggero, quasi a volerci dare il tempo di correre ai ripari, di cambiare atteggiamento prima che le cose precipitino: un’improvvisa insofferenza alle richieste del mondo esterno; una stanchezza e un senso di spossatezza che ci accompagnano durante tutta la giornata; o, ancora, una certa fatica ad addormentarsi, come se, inconsciamente consapevoli di non aver vissuto durante il giorno, volessimo strappare alla notte un’ultima possibilità di esprimere almeno qualcosa di noi. Tutti questi segnali, se non adeguatamente ascoltati, alla lunga potrebbero trasformarsi in vere e proprie malattie che coinvolgeranno sia la mente che il corpo. Ad esempio:
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Quale che sia il disturbo in questione, è fondamentale prevenirne l’insorgenza. Come? Proprio dando maggiore attenzione a quei segnali corporei che il fisico tenta, troppo spesso invano, di mandarci. E allora ascoltiamoci. Percepiamo dentro di noi una tensione? Un borbottio di sottofondo? Un’insoddisfazione cronica? Una volta ricevuto finalmente il messaggio cerchiamo di leggerlo, di capirne la fonte: quale parte di noi sta cercando di venire faticosamente a galla? Quanto più ci si è abituati nel tempo a trattenersi, tanto più sarà difficile inizialmente dare avvio a questo processo. Ma difficile non è impossibile, e in questa “sfida” c’è tutto da guadagnare. Questione non solo di felicità, ma anche di salute.