Secondo la psicosomatica dietro la causa della stipsi si nasconde un timore eccessivo per il mondo esterno; chiudendosi, l'intestino, nasconde le nostre emozioni più vere
Il termine "stipsi" è sinonimo di stitichezza e deriva dal greco styphein, che significa "stretto". Secondo la medicina ufficiale la stipsiè spesso provocata da uno stile di vita sbagliato, caratterizzato da un'alimentazione scorretta e dalla sedentarietà. In altri casi può essere causata da un abuso di farmaci o da un'intossicazione. Altre forme di stipsi invece sono dovute a una disfunzione dell'intestino, che non riesce a "spingere" le feci verso l'esterno, oppure a un'ostruzione nel retto, che impedisce l'evacuazione. L'interpretazione psicosomatica di questo disturbo, tuttavia, è in grado di dare un quadro molto più chiaro e di cogliere alcuni aspetti utili per la soluzione del problema. Alla base di questa lettura, c'è l'idea che la stipsi sia la spia di un atteggiamento conflittuale nei confronti del mondo e di noi stessi.
Ciascuno di noi ha bisogno, per sopravvivere, di porsi in relazione con il mondo esterno: senza il cibo e gli stimoli che ci nutrono non riusciremmo né a crescere né a mantenerci in vita. Questa attività comporta un bilancio di "dare e avere", uno scambio: ciò che entra, una volta assorbito ciò che è utile all'organismo, deve anche poter essere scartato. Un processo che comporta, di fatto, la disponibilità a lasciarsi contaminare, ad assorbire ma anche a perdere. Chi è chiuso nel suo guscio difensivo, invece, non di rado ha difficoltà proprio in questa funzione.
Trattenere le feci vuol dire, simbolicamente, non cedere nulla di sé, coltivando un'illusione di autosufficienza che può diventare isolamento. Fin da bambini, attraverso il controllo degli sfinteri, impariamo a esercitare un padronanza che va ben al di là del contenuto del nostro intestino. La partita che si gioca riguarda il conflitto tra il trattenersi e il lasciarsi andare, in altri termini tra il possesso e la donazione di qualcosa che ci appartiene. Ecco perché spesso la stipsi nasce in risposta a situazioni nelle quali ci sentiamo minacciati dall'ambiente, deprivati o invasi. In questo caso, l'intestino si fa carico di tenere per noi quel poco che ci rimane. Fattori scatenanti possono essere gli ambienti di lavoro, familiari molto competitivi, o la deprivazione nel caso di regimi dietetici piuttosto rigidi così come di eventi emotivi che rischiano di privarci di ciò a cui teniamo di più: tradimenti, cambiamenti traumatici...
In questi casi è utile un intervento trasformativo lento, ma efficace, come quello psicoterapico, che intervenga sulla struttura psichica agendo sulla dinamica psicosomatica.