Raffaele Morelli: Non riesci più a dormire? Rifugiati nel tuo nido
L'aiuto pratico

Raffaele Morelli: Non riesci più a dormire? Rifugiati nel tuo nido

L’anima ha tutte le soluzioni ai nostri disagi, ma finché siamo chiusi dentro noi stessi non la ascoltiamo. Cosa serve per sbloccarci? A volte basta un’immagine

Rossana non dormiva più da mesi.

«Una lotta col cuscino, mi rigiravo nel letto fino a che, senza svegliare il mio compagno, mi alzavo. Andavo a vedere il piccolo (di 3 anni) che dormiva, poi, in cucina, mi veniva l’ansia. Tutta notte su e giù dal letto, sveglia».

La svolta è arrivata quando ha letto per caso un mio libro, in cui dicevo che, di fronte ai disagi che ci assalgono, è fondamentale trovare un rifugio immaginario, nascondersi in una tana e lì farsi avvolgere dalla notte. Rossana ha seguito altri consigli di questo tipo ed è venuta a raccontarmeli a un incontro di gruppo che teniamo il giovedì al Centro Riza.

«Per prima cosa non ne ho parlato con nessuno, nemmeno con il mio compagno e le mie amiche. La tana che immaginavo era un grande nido su un albero. Era un rifugio perfetto. Nel mio nido mi portavo alcuni oggetti come talismani: una penna che mi avevano regalato a un compleanno, una pietra di lapislazzulo, un piccolo scoiattolo che mi faceva compagnia».

Le immagini che facciamo entrare nella nostra coscienza sono il perno della cura dei nostri disagi. Le immagini non vengono mai da sole, ma arrivano come un vero e proprio sciame.

«Via via che immaginavo il mio rifugio, mi sentivo protetta e subito dopo mi addormentavo. Una volta, mentre ero nel mio nido, mi è arrivata spontaneamente anche l’immagine di me stessa nuotatrice. Mi sono vista nuotare nel mare. La cosa sorprendente è che io ho sempre avuto paura dell’acqua».

Detto, fatto! Nei giorni successivi, sempre senza dirlo a nessuno, Rossana si iscrive a un corso di nuoto in piscina: in pochi giorni ha imparato a nuotare. «Senza paura, senza i timori che invece avevo sempre avuto a entrare in acqua». L’immagine che le è comparsa nel suo rifugio annunciava quello che poi sarebbe accaduto: per la prima volta nella sua vita ha sentito l’affinità con l’acqua, con il regno dell’anima, che è liquida, capace di assumere tutte le forme. Per questo gli antichi dicevano che l’anima è femminile.

raffaele morelli

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Rimuginare non aiuta

La tecnica del rifugio, attraverso cui immaginare un luogo in cui ripararsi, nascondersi, appartarsi, apre sempre la porta a percorsi insospettabili per la mente comune. Lottiamo contro l’insonnia, non la vogliamo, la riteniamo un fastidio, un nemico da cui allontanarci. Cominciamo a pensare e a ripensare a cosa non va nella nostra vita, a cosa abbiamo sbagliato, se stiamo con la persona giusta, se il nostro lavoro è quello adatto a noi, se siamo abbastanza amati. In realtà l’immagine del rifugio vuole portarci altrove. «Quando immaginavo la mia tana, il mio nido, all’inizio sentivo un po’ di fastidio. Mi sentivo sola. Via via però provavo il piacere di essere in un posto solo mio, con nessuno che poteva entrarci, se non i miei oggetti preferiti». Da un punto di vista energetico la psicologia della tana ci regala un mondo. Non c’è animale della terra che non abbia un nido, una casa in cui occultarsi, così come noi nella casa in cui abitiamo abbiamo un locale privilegiato e facciamo sempre lo stesso percorso. L’anima sa dove portarci e dove farci andare.

Solo le Immagini ci fanno entrare in un altro territorio energetico, lontano dalla mente comune che ci ingabbia.

La tana è l’energia della rigenerazione, è il luogo dove non veniamo visti, giudicati, dove nessuno può entrare. Ogni volta che la immaginiamo, attiviamo l’energia della Notte, dell’eterno femminile che ci abita, del segreto che vive dentro noi stessi. La tana è l’utero dove si crea la nostra Immagine Innata, che non sbaglia mai, che sa dove portarci. Non mi sono meravigliato che nel suo rifugio immaginario Rossana abbia poi trovato l’immagine della nuotatrice, della donna acquatica, che per anni aveva allontanato da sé. Rifugiarsi è dire a se stessi: «Io non ho soluzioni, pensaci tu…». Pensaci tu come energia della Notte, come energia del femminile primordiale, pensaci tu a proteggermi, a condurmi. Ogni volta che entro nel nido, entro nel Senza Tempo e l’energia della Creazione, la stessa che “ha fatto Rossana” nell’utero, scende in campo. Il simbolo del rifugio apre il cervello a energie terapeutiche, all’autoguarigione, spontaneamente. Come se l’anima dicesse: «Mia cara, sto tornando a prendermi cura di te, come ho fatto nell’utero quando ho creato il tuo corpo, cervello compreso». Pensare e riflettere sui problemi cronicizza i disagi, l’immagine del rifugio attiva le energie perenni, giovani, creative del nostro essere. Le immagini sono il sollievo cui dobbiamo ricorrere quando stiamo male. Rifugiarsi dentro di sé è sparire dalla vita reale e affidarsi al sogno, dove abitano le vere risorse dell’anima.

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La tecnica del nido: spegni i pensieri e scendi nella tana: il sonno arriverà

La tecnica del nido in cui rifugiarsi, raccontata da Rossana nel testo qui sopra, è facile da apprendere: si tratta di chiudere gli occhi e visualizzare uno spazio segreto, inaccessibile agli altri. In questo spazio possiamo portare con noi una pianta, dei fiori profumati, un animale amico o gli oggetti per cui sentiamo affinità. La tana spegne i pensieri e ci invita ad affidarci alla forza creativa dell’anima e alle sue immagini preferite. Bisogna avere pazienza: immaginare il rifugio ogni notte e aspettare. Ci accorgiamo che funziona via via che il tempo si allunga: la prima volta si immagina la tana per pochi istanti, si riaprono gli occhi e il disagio ritorna. Non importa: con le cose dell’anima saper aspettare è la cosa più importante. «Più diventava lungo il tempo in cui mi rifugiavo sull’albero- racconta Rossana - più sentivo il benessere arrivare e in un attimo mi addormentavo». Ma nel mio lavoro utilizzo la psicologia della tana anche con gli attacchi di panico, con l’ansia, con la cefalea, le paure, gli abbandoni, le relazioni infelici, i periodi di frustrazione.

Vuoi raccontarci la tua esperienza, i tuoi dubbi, i tuoi successi? Manda una mail a raffaele.morelli@riza.it

raffaele morelli
Psichiatra e Psicoterapeuta. Fondatore e Presidente dell’Istituto Riza di Medicina Psicosomatica, Direttore responsabile delle riviste Riza Psicosomatica, Dimagrire, MenteCorpo.
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