Raffaele Morelli: Come realizzare i desideri
L'aiuto pratico

Raffaele Morelli: Come realizzare i desideri

Realizzare i nostri sogni non avviene con lo sforzo, ma con le immagini. Quanto più fai silenzio e ti rifugi nel buio dell’anima, tanto più arrivi alla meta. Ecco l’esercizio per farcela

Molti, ai gruppi che conduco ogni giovedì presso il Centro Riza di Medicina Naturale, mi dicono: "Sono venuto per trovare me stesso". Nel momento in cui cerchiamo noi stessi, stiamo riempiendo il nostro Sé, il nostro Seme Profondo, di modelli esterni. Non cerchiamo noi stessi, cerchiamo in realtà qualcosa o qualcuno cui assomigliare. Così ci roviniamo l’esistenza. Bisogna diventare impersonali. Quando si diventa impersonali si comincia la vera vita di esseri umani. Non prima. Non è un processo che può nascere di punto in bianco: impersonali lo si diventa solo maturando. Il frutto nell’albero lo si raccoglie solo da un certo momento in poi. Cosa vuol dire essere impersonali? È un problema di energia: i poteri del cervello agiscono solo quando siamo capaci di estraniarci dal reale. Nascondersi è la prima vera terapia. Lo consiglio ai miei pazienti. "Non mi dica che cosa non va bene nella sua vita. Questo non la farà guarire. Chiuda gli occhi e immagini di nascondersi". Non si ha idea del sollievo che dà l’occultarsi, entrare nel mondo della notte, sparire. Diventare impersonali è nascondersi. Nascondersi soprattutto dall’idea che ci siamo fatti di noi stessi. Il vero segreto è lasciare che le cose accadano dentro di noi, che la nostra essenza ci porti dove dobbiamo andare, senza distrarla. Scegliere il Signore dell’Inconscio, il Nulla.

raffaele morelli

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Lascia fare al Signore dell’Inconscio

Che cosa si deve trovare? Quello che c’è, che c’è sempre stato. Claudio mi scrive:

"Oggi mi accorgo, a 70 anni, che sono sempre più innamorato del mio lavoro di artigiano. Molti mi chiedono perché non viaggio, perché, adesso che posso permettermelo, continuo a lavorare, perché non mi riposo, perché non faccio le cose che magari sognavo, ma io sto bene così. È più forte di me seguire il mio lavoro"

Il mondo che ci circonda vive di domande banali, omologate, tutte uguali. La vita è un lungo viaggio verso di te, per avvicinarti giorno dopo giorno a ciò che sei, a quello che sai fare, che ti viene facile, spontaneo. Bisogna diventare impersonali, lasciar fare a un sapere innato nascosto che caratterizza ciascuno di noi. Prima o poi ci porta a casa. Ada, 55 anni, mi dice che ha trovato la sua via perché "adesso che i ragazzi sono uomini, non ho da occuparmi se non delle cose che mi chiamano". Così si è messa a lavorare in un negozio di fiori. "Lavoro come una matta, mi piace da morire". Ognuno ha dentro di sé un Oracolo, una voce che lo chiama al suo destino. Per sentirla bisogna non ascoltare gli altri, non dar retta a nessuno. Bisogna lasciar fare al Nulla. Sentirsi vuoti e dirsi: "Io non devo interferire, lascio che le cose mi portino, come se fossero il mare che mi conduce alla mia isola". Questa è la terapia del Nulla!

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Marcella, 48 anni, mi dice: "Finalmente sto bene con un uomo. Viviamo in case diverse, non lo abbiamo scelto, è capitato così. Magari finisce domani, ma sto bene. Non c’è niente da aggiungere. Credo che sia amore, perché tutto ciò che ci unisce è spontaneo, va bene a tutti e due". Forse ha ragione Marcella: ci deve essere nel mondo qualcuno con cui possiamo condividere l’energia mentale e sessuale. Trovarlo dipende da quella voce del Sé che chiama ciascuno di noi al suo destino. Allora non ascoltiamo più nessuno e il nostro fiore trova il suo compagno. Malamud sostiene che l’amore esiste solo se sei con la persona giusta, se trovi la persona giusta. Altrimenti non c’è. Vale a dire che chiamiamo amore un surrogato di un’illusione. Per questo ci sono i tormenti.

Non voglio andare da nessuna parte

La Saggezza viene non dal darsi da fare, non dall’incaponirsi per raggiungere mete impossibili, ma dalla semplice constatazione che c’è qualcosa, dentro di me, che la sa più lunga di me.

C’è un viaggio, c’è il tuo viaggio. Come fai a sapere se sei sul treno giusto? Quando niente ti distoglie: provate a interrompere un bambino quando gioca. È l’esempio di colui che è nel posto giusto, al momento giusto. Per questo i Saggi amano i bambini, o meglio il bambino che c’è in loro. Amano il regno della spontaneità, non dell’infantilismo. Comunque si veda il nostro destino, non può prescindere dall’attivazione delle nostre risorse interne. C’è un occhio dentro di me che sa dove andare, come la ghianda sa che deve fare la quercia e la fa. La Saggezza viene quindi non dal darsi da fare, non dall’incaponirsi per raggiungere mete impossibili, ma dalla semplice constatazione che c’è qualcosa, dentro di me, che la sa più lunga di me. Per questo bisogna imparare a vivere il Silenzio, che è la medicina di tutti i mali dell’anima e che appartiene al regno del Nulla. Silenzio interiore di parole, di pensieri, di commenti. Silenzio vuoto, direbbero i Taoisti. Per questo ogni volta che qualcuno mi parla di un progetto da realizzare, io gli faccio immaginare di scendere, gradino dopo gradino, una scala che porta al Vuoto, al Nulla. Come ben sapevano i Saggi Taoisti, il Nulla è l’energia dell’anima più creativa, l’unica che ci porta a realizzare i nostri desideri.

"Io desidero diventare un’attrice di teatro, una brava professionista, esemplare. Ho lottato in tutti i modi, non ho ottenuto niente" mi dice Clara (30 anni). Si tratta di andare nella propria stanza, da soli, mettersi nella penombra o al buio. Immaginare a occhi chiusi che cosa si desidera, visualizzare bene nella mente la scena che si desidera che si realizzi. Nel caso di Clara lei si è vista in un grande teatro inglese, dove la applaudivano, dove il pubblico apprezzava il suo talento. E un attimo dopo, sempre a occhi chiusi, le ho detto di immaginare una scala che scende nel buio e, gradino dopo gradino, di percorrerla. Fino a che il Vuoto diventa sempre più intenso. Con questo esercizio ci si accorge di quanta gioia di vivere ci regala il regno del Nulla. Poi si aprono gli occhi e non si pensa più per nessun motivo a quello che si desidera. E si aspetta senza più pensarci. Dopo due mesi Clara è stata chiamata da un regista... Si diventa come il seme che fa la pianta, completamente immersi nel buio della terra. Il viaggio lo fa l’anima da sola, nel Vuoto, proprio come la semenza fa gli alberi. Ogni seme fa il suo albero. Bisogna uscire dal tempo conosciuto, dal reale. Le forze benefiche sono straniere al nostro Io: solo così si prendono cura di noi. Se ciò che desideriamo è sbagliato per noi, il Nulla lo espelle. Se è utile al nostro destino lo esaudisce.

Vuoi raccontarci la tua esperienza, i tuoi dubbi, i tuoi successi? Manda una mail a raffaele.morelli@riza.it

raffaele morelli
Psichiatra e Psicoterapeuta. Fondatore e Presidente dell’Istituto Riza di Medicina Psicosomatica, Direttore responsabile delle riviste Riza Psicosomatica, Dimagrire, MenteCorpo.
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