Raffaele Morelli: guai a parlare dei problemi, non se ne vanno via
L'aiuto pratico

Raffaele Morelli: guai a parlare dei problemi, non se ne vanno via

La psicoterapia non è il posto per parlare dei problemi, ma per cercare la propria originalità. L’immagine è la strada migliore per trovarla

Molti credono che la psicoterapia sia il luogo migliore per parlare dei problemi. Sbagliano. Rosalia è rimasta colpita quando è venuta in seduta da me. «L’altra volta con lei è stata una seduta strana. Dagli altri psichiatri io parlo sempre dei miei problemi: “Non va bene questo, non va bene quello…”». Nessuno dei motivi che ci porta da uno psicoterapeuta ha valore: un matrimonio che non funziona, un figlio troppo aggressivo, un tradimento, le liti in famiglia, un abbandono, un lavoro insoddisfacente, i genitori che non ci amano abbastanza, i torti subiti... Non sono queste le cause dei nostri disagi. La psicoterapia non è il luogo per spiegare attraverso il passato quello che sei adesso. I disturbi vengono perché la nostra Unicità non sta facendo la sua strada. La psicoterapia è lo sguardo sull'Originalità. Come se ciascuno di noi avesse una luce propria, che è sì il riflesso del sole, ma che deve prendere una sua destinazione e che quindi ha un suo sentiero da percorrere. Senza questa Originalità ripetiamo parole già sentite e siamo la psicologia del branco, della coscienza collettiva. Così la nostra luce perde la sua originalità e diventiamo sempre più stranieri a noi stessi. Giulia mi scrive a proposito che molte volte si domanda dove sta andando, quale destinazione l’aspetta. Rispondo con Miller: «La destinazione non è un luogo, ma un nuovo modo di vedere le cose». Si tratta di non disturbare quella luce che è dentro di noi, quel “modo nuovo di vedere le cose”, che dovrebbe affacciarsi in ciascuno di noi giorno dopo giorno e che è invece soffocato dalla nostra identità collettiva, dal nostro cercare di essere come tutti gli altri.

raffaele morelli

Vuoi ricevere in anteprima gli articoli del dott. Morelli?

Iscriviti alla newsletter di Raffaele Morelli: ogni venerdì riceverai un articolo del dott. Morelli, da leggere comodamente nel corso del weekend.

ISCRIVITI ORA

La mente che pensa troppo si congela

Tutti vengono in psicoterapia e credono di avere problemi unici: invece sono parole già sentite, senza originalità. Chi vuole sconfiggere la gelosia, chi l’invidia, chi l’eccesso di rabbia, chi non vuole più essere sommerso dai rimpianti. Insomma, ciascuno di noi crede di essere speciale, mentre in realtà recita solo luoghi comuni. L’anima ci porta in psicoterapia per diventare Originale, non banale: a volte si ammala, ci fa venire l’ansia, la depressione, il panico, l’insonnia, l’eiaculazione precoce, proprio per farci trovare la strada smarrita.

«L’originalità della coscienza individuale sparisce a poco a poco, e generalmente a vent’anni i giovani sono un sacco pieno di coscienza collettiva. Se si chiede la loro opinione su un argomento qualsiasi, non fanno che ripetere ciò che dicono i loro genitori o i loro amici, o gli articoli di giornale, ed è difficilissimo riportarli anche a una sola reazione conscia personale»

(Marie-Louise von Franz, Alchimia, p. 115)

Il problema è che, andando avanti negli anni, le cose peggiorano. La coscienza si irrigidisce, si congela sui problemi che ha identificato come suoi e così li tiene in vita. Per questo in terapia non parlo mai dei problemi. Annalisa (50 anni) ritiene che la sua vita sia sbagliata perché ha sposato «un uomo grezzo, attaccato ai soldi, superficiale, senza romanticismo». Naturalmente sempre, in questi casi, si sogna un amore di tanti anni prima, che “era perfetto”. Inutile dire alla paziente che l’uomo perfetto lei non l’ha voluto e che invece ha scelto “il grezzo, l’avido, il banale”. Finché penserà di essere speciale, il “matrimonio sbagliato” esalterà il suo lato romantico e non andrà da nessuna parte. «Se avessi sposato l’altro, ora sarei felice». Queste parole sono alibi che impediscono di conoscere la propria originalità, facendoci vivere sulle nuvole. Si va in psicoterapia per cercare una luce nascosta, una Originalità che, come nel caso di Annalisa, è mascherata dal conflitto fra romanticismo e grettezza. Ho visto donne e uomini che si definiscono sentimentali e romantici sbranarsi per i soldi al momento della separazione: sul partner proiettano la loro avidità, mentre loro si sentono puri, amabili, dolci, senza alcun interesse per il denaro.

Acquista ora la collana di Raffaele Morelli Impariamo a vivere sul nostro store online.

ACQUISTA ORA

C’è un altrove che ci salva

Tutti pensano: «Se non avessi questo problema, sarei perfetto, avrei una vita stupenda». Si sbagliano. Non sanno che parlare dei loro disturbi, dei loro problemi, è la cosa peggiore che possono fare… Non fanno nient’altro che rinforzare la loro sofferenza. Ci salvano le Immagini. Non ho mai visto nessuno soffrire quando fantastica, quando immagina scene lontane dal reale. La principessa, che immagina Anna a occhi chiusi, che vaga nella prateria alla ricerca di un’erba che le guarisca la vista, non ha niente in comune con la donna reale che non riesce a prendere l’aereo e che ha gli attacchi di panico ogni volta che un uomo la lascia. La principessa cerca l’erba della visione e la trova: nella fiaba che Anna immagina a occhi chiusi c’è pace, tranquillità, benessere e il femminile è a suo agio. L’erba vuole donarle un altro modo di vedere le cose, che è la vera e forse la sola guarigione. Quanti incontri magici nella sua immaginazione e quanta salute... Mai cercare di risolvere i problemi, bisogna invece andare altrove, nel Regno delle Fiabe, del Sogno, del Senza Tempo, della Magia, della Fantasia, dove regnano le Immagini Antiche. Solo lì si guarisce, solo lì svaniscono i problemi. I pensieri non risolvono i problemi, le Immagini chiamano l’anima a scendere in campo in un altro territorio energetico e a portarci altrove, lontano dalla mente comune che ci ingabbia. Solo lì la fata e la strega, il principe e l’orco ci ricordano che siamo fatti di luce e ombra, di cose buone e cattive e soprattutto che le persone con cui stiamo ci stanno insegnando a riconoscere le “cose brutte” che non ci piacciono di noi. Solo così diventiamo completi, solo così romanticismo e grettezza imparano a convivere. Non siamo speciali, ma unici solo quando siamo fuori dal coro.

Solo le Immagini ci fanno entrare in un altro territorio energetico, lontano dalla mente comune che ci ingabbia

Vuoi raccontarci la tua esperienza, i tuoi dubbi, i tuoi successi? Manda una mail a raffaele.morelli@riza.it

raffaele morelli
Psichiatra e Psicoterapeuta. Fondatore e Presidente dell’Istituto Riza di Medicina Psicosomatica, Direttore responsabile delle riviste Riza Psicosomatica, Dimagrire, MenteCorpo.
APPROFONDISCI
Sei molto più di ciò che credi
Sei molto più di ciò che credi

Ognuno vede solo un lato di se stesso. Invece dentro di noi ci sono molti volti della personalità pronti a fiorire. Ecco cosa fare

CONSIGLIATO PER TE
Ciò che cerchi è dentro di te
Ciò che cerchi è dentro di te
VIDEO
VIDEO Superare i disagi una volta per tutte
Iscriviti alla newsletter RIZA e ricevi notizie e suggerimenti per prenderti cura di te!
Test della settimana
Test della settimana
Quanto sei ansioso?