Litigi e incomprensioni in famiglia: superale così
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Litigi e incomprensioni in famiglia: superale così

La convivenza forzata da coronavirus può far diventare le nostre case piccoli "campi di battaglia": come evitarlo e sopravvivere bene allo stress da quarantena

Eravamo abituati a vederci poche ore al giorno; ora, da qualche settimana, la convivenza con coniugi e figli è diventata un obbligo. Le case di tutti sono diventate il rifugio inevitabile di fronte al dilagare dell'emergenza Coronavirus, e questo fatto, complici i timori relativi al contagio e le ansie per un futuro economico a dir poco incerto, fa si che tensioni e incomprensioni reciproche possano aumentare in modo significativo, rendendo più gravoso il momento già delicatissimo che stiamo attraversando. Insomma, siamo a rischio "esaurimento da famiglia"; che cosa possiamo fare per non trasformare la convivenza forzata in un ring dove tutti combattono con tutti? Ecco un piccolo vademecum di consigli e suggerimenti che possiamo mettere in campo subito.

Consapevolezza: essere più nervosi del solito è normale

La crisi in atto è senza precedenti: fortunatamente nessuno di noi ha vissuto le grandi epidemie del passato, ma ciò significa anche che siamo tutti impreparati, specie di fronte a una minaccia invisibile come il Covid -19. Questo fa sì chei nostri meccanismi psicologici di difesa si attivano spontaneamente e ci facciano restare a lungo in stato d'allerta, anche se siamo chiusi in casa e apparentemente non corriamo rischi. Siamo come animali in un territorio sconosciuto: nervi tesi, passo titubante, naso perennemente a fiutare l'aria in cerca di pericoli, pronti alla fuga. Peccato che non si possa fuggire da nessuna parte... Tutto questo per dire come sia ben comprensibile un aumento del nervosismo, della frustrazione e quindi della predisposizione al litigio. Ricordarlo serve a comprendere e a comprenderci: dietro uno scatto d'ira o a una rispostaccia ci sono spesso la paura e lo stress e quindi forse non siamo esattamente noi i destinatari di quelle parole infelici, ma la situazione che si è obbligati a vivere.

Perdonare, nel senso greco antico...

Se questo è vero, una buona strategia è appunto quella di mettere in campo un'antica virtù, spesso fraintesa: il perdono. Attenzione: non stiamo parlando del perdono caratteristico della tradizione religiosa, specie di quella cristiana, né proponendo il perdono come sentimento buono, giusto e salvifico. Ne stiamo parlando in termini di oblio, di dimenticanza. Lasciamo correre, andiamo oltre, non soffermiamoci sulle parole poco gentili, sui silenzi imperscrutabili o sui moti di rabbia: molte volte basta aspettare qualche secondo in silenzio perché le burrasche familiari si esauriscano da sole, mentre possono aumentare molto la loro intensità, se ci soffiamo dentro, a nostra volta. "E ora vieni, vecchio, dimentichiamo": sono fra gli ultimi versi dell'Iliade, li pronuncia l'eroe Achille a Priamo Re di Troia, venuto a reclamare il corpo del figlio in campo acheo. Parole di saggezza da far nostre, specie in questi giorni bui.

Alternare parole e silenzio, condivisione e solitudine

Rispettare gli spazi e le emozioni di ognuno: questo deve diventare un vero mantra di queste giornate. Che si abiti in case spaziose o in appartamenti piccoli, tutti devono sentirsi a loro agio: facciamo delle cose insieme solo se va a tutti di farle, altrimenti diamoci la libertà di passare il tempo come desideriamo. Gli adolescenti in particolare, doveri scolastici a parte, non devono essere eccessivamente pungolati, anche se ai genitori sembra che buttino via il tempo. Proponiamo, non imponiamo; ascoltiamo le loro risposte ed eventuali controproposte, potrebbero sorprenderci. Per il resto, prevedibilmente giocheranno maggiormente con i device elettronici, vorranno stare alzati più del solito, il loro umore sarà spesso ballerino. Tolleriamo, salvo esagerazioni pericolose; ci sarà il tempo più avanti di ripristinare norme e regole più severe. Piuttosto osserviamoli con discrezione e interveniamo solo quando davvero necessario; per loro l'isolamento sociale è ancora più difficile, poiché l'amicizia e quindi la compagnia a quell'età sono le cose che contano davvero.

Giochiamo, recitiamo, balliamo: largo all'immaginazione e alla fantasia

I bambini piccoli hanno una dote invidiabile: sono trasformisti. In un attimo, stimolati da un racconto, da un cartone animato o da un qualcosa che sorge spontaneo in loro, diventano supereroi, fate, maghi, esploratori, principesse. In pochissimo tempo, saltano nel regno della fantasia e possono starci per ore, si perdono nel gioco e dimenticano i problemi. Non lo fanno perché sono immaturi, ma perché sono in contatto con l'anima molto più degli adulti e l'anima adora giocare. Imitiamoli: giochiamo anche noi adulti e nel gioco, dismettiamo i panni che siamo soliti portare. Improvvisiamo un teatro casalingo e interpretiamo, come attori, i diversi ruoli, nella massima libertà: le risate che ne seguiranno saranno un ottimo farmaco anti litigi! Naturalmente possiamo anche ballare, cantare, fare attività fisica da soli o tutti assieme: l'importante è che risate e sberleffi non manchino mai! Del resto, l'ironia è una delle armi che stiamo mettendo in campo tutti, collettivamente: il diluvio di video, meme o frasi satiriche sul coronavirus che hanno invaso i nostri smartphone ne sono la testimonianza più evidente. In un certo senso, sono un'arma di resistenza più importante di quel che si creda...

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