Non ci innamoriamo perché abbiamo trovato l’uomo o la donna giusti, ma per prendere contatto con tutto quello che non conosciamo di noi stessi…
L’amore fra gli esseri umani rappresenta un unicum: a parte rarissime eccezioni, siamo la sola specie che non vive le relazioni a fini meramente riproduttivi. Anche per questo motivo è possibile distinguere, come facevano gli antichi greci, l’amore come eros (attrazione sessuale, passione) e l’amore come philía (affinità, prossimità affettiva). L’essere umano vive entrambe queste sfaccettature e per questo costituisce una frattura e un superamento rispetto al naturale istinto di accoppiamento. Questa differenza non indica che un lato della medaglia (eros e philía) sia meglio dell’altro, ma suggerisce che entrambe hanno una funzione: scoprire lati nascosti di noi e quindi evolvere.
Selene è una giovane donna che arriva in psicoterapia a causa di un problema sentimentale. “Sono una persona indipendente, tutta d'un pezzo, ho un lavoro che mi soddisfa, una famiglia presente e non mi faccio mai mettere i piedi in testa. Da un paio di anni, tutto questo è cambiato: ho iniziato una relazione con un uomo sposato, lo chiamerò Antonio. Mi sono innamorata follemente e all’inizio era tutto fantastico; persino il fatto di doverci nascondere per stare insieme mi entusiasmava. Dopo qualche mese, però, ho iniziato a sentire che mi mancava qualcosa: non volevo più nascondermi ma stare con lui in una relazione fissa, normale, come tutti. Antonio mi ha promesso che avrebbe lasciato la moglie per stare "ufficialmente" con me, ma dopo mesi di attesa non è cambiato niente. Ora non provo neanche più piacere a stare con lui, ma non riesco a lasciarlo e sono sempre più ossessionata dall’idea che si separi."
LEGGI ANCHEL'amore vive solo fuori dai luoghi comuni
Selene è una donna apparentemente appagata, circondata da persone care, con un buon lavoro e tanti interessi. A un certo punto della sua vita però, conosce un uomo, se ne innamora e inizia a comportarsi in maniera insolita: bugie, segreti ma anche dipendenza da una persona che non può garantirle niente di serio. Perché proprio lei, una persona apparentemente così sicura, si sente fortemente attratta da un uomo che le fa vivere una relazione clandestina, con tutta l'imprevedibilità e l'assenza di progettualità che simili liaison comportano? Perché doveva incontrarsi con la sua Ombra, con i lati nascosti e sconosciuti di se stessa e Antonio rappresentava l’uomo giusto per questo "scopo".
L’ombra è, secondo la psicologia analitica di Carl Gustav Jung, quella parte profonda della personalità che spesso è sconosciuta... a noi stessi! Questo lato del Sé ci fa amare alla follia determinate persone e allo stesso tempo ce ne fa detestare altre. Selene, grazie all’amore per Antonio (fatto di eros e di philía) è entrata in contatto con alcuni aspetti inaspettati della sua personalità, che non erano ancora venuti alla luce. Ha dovuto fare i conti con la sua insicurezza, con il fatto di non essere solo la donna tutta d’un pezzo che credeva di essere, ma anche una persona capace di dedicarsi completamente a un uomo, di pendere dalle sue labbra, di vivere una relazione in segreto. Non era solo quella che credeva di essere...
LEGGI ANCHEAmore: chi lo cerca ideale perde quello vero
Dopo l'iniziale entusiasmo, Selene fatica ad accettare la “nuova sé” appena scoperta, resiste e quindi entra in crisi: pensa che la soluzione sia quella di convincere Antonio a sposarla, ma l’indecisione di lui le provoca sempre più sofferenza e così, in un circolo vizioso, l’ossessione di questa idea aumenta. Contrariamente a quel che pensa, Selene non sta male perché lui non la vuole sposare, ma perché inconsapevolmente rifiuta il significato profondo dell’esperienza d'amore che sta vivendo, rifugiandosi in un'idea di amore e di come sia giusto viverlo. C’è una profonda distanza fra la relazione reale con quest’uomo e quella ideale che lei vorrebbe perseguire: la prima, fuori dagli schemi e dalla morale comune, le consentirebbe di evolvere, di completarsi. La seconda la farebbe scivolare nuovamente in quel personaggio unilaterale che era prima di incontrare Antonio. In una parola, la farebbe regredire.
È quel che inizialmente accade: l'amore sfuma e viene "sostituito" dall'ossessione che lui lasci la moglie. Così, la relazione gira a vuoto. Il percorso di psicoterapia che decide di intraprendere aiuta Selene a prendere consapevolezza solo degli aspetti "interiori" della relazione, lasciando sullo sfondo ogni decisione. In questo modo, Selene comprende che l’unica soluzione autentica è quella di accettare se stessa e quel che accade così com’è, integrando e accogliendo quelle debolezze e fragilità che sono emerse, che ci sono sempre state seppur nascoste e che non sono "difetti", ma lati del Sé, indispensabili per evolvere davvero. In breve tempo pone fine alla storia con Antonio: a lei non interessa veramente essere sua moglie e con lui non si diverte più. Questo amore ha "realizzato" la sua missione, dunque può tramontare...
Che cosa ha rappresentato, dunque Antonio per Selene? È stato un grande amore? Si: non perché era “quello giusto”, non perché lui l’ha scelta e l’ha sposata, non perché le ha dato sicurezze e progetti (tutte cose che peraltro non sono avvenute e quindi non dovevano avvenire), ma perché l’ha fatta vacillare, permettendole così di evolvere. Il grande amore non è per forza quello che realizza i progetti e le aspettative, ma quello che permette di scoprire parti di se stessi che ancora non si conoscono.
Noi ci innamoriamo di una persona perché in lei riconosciamo parti di noi che dobbiamo ancora conoscere e integrare nella nostra personalità cosciente e che quindi ci attraggono. Un proverbio dice proprio che gli opposti si attraggono, in realtà gli opposti convivono già in ognuno di noi, l'incontro con l'altro rende solo cosciente questa compresenza.
Qual è il tuo vero carattere? Sai lasciarti andare alle passioni che ti tent...
È il mensile di psicologia che aiuta a occuparsi di sé per vivere bene e migliorare la qualità delle nostre relazioni.
