Quando l’amore finisce bisogna prenderne atto, accettare la sofferenza e liberarsi della superbia che vorrebbe a tutti i costi farlo ricominciare…
Sabrina scrive alla redazione di Riza psicosomatica: “ho 27 anni e sto attraversando un periodo brutto della mia vita. Stavo insieme ad un ragazzo da 5 anni e mezzo. Due anni fa lui si trasferisce in un’altra città per iniziare un nuovo percorso lavorativo e devo dire che nonostante gli alti e i bassi abbiamo superato la distanza. Poi, da un momento all'altro ho iniziato a notare degli atteggiamenti diversi che lui giustificava dicendo che eravamo cresciuti o che comunque adesso c'era di mezzo il lavoro e i pensieri e le responsabilità erano diversi. Morale della favola decido di lasciarlo un mese fa perché ho capito che il problema di base era l'amore che non c'era più nei miei confronti e sono riuscita a farglielo dire visto che non ne aveva il coraggio!
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Adesso mi è crollato il mondo addosso, per me è stata una doccia fredda perché dopo quasi 6 anni non mi sarei aspettata tutto questo, non da lui, non per il rapporto che avevamo. Non riesco ad essere arrabbiata perché capisco che è una cosa che può succedere ma allo stesso tempo non riesco a rassegnarmi perché mi sembra assurdo. Ho 27 anni e mi ero immaginata una vita diversa, ho 27 anni e so che devo partire da zero, ho 27 anni e ho capito che anche gli amori perfetti possono finire, solo ora vedo il mondo in una maniera totalmente diversa e in un modo che non mi piace! Non so se mai riuscirò a stare meglio, non so se riuscirò ad aprirmi a qualcuno, non so nulla, non ho più punti di riferimento o programmi. Cosa devo fare?
Anche i grandi amori possono finire: è un fatto noto a tutti eppure, quando a esserne coinvolti siamo noi, è più difficile accettarlo. Sabrina ha fatto la cosa giusta: ha seguito il suo istinto, ha compreso che la crescita o le preoccupazioni lavorative erano scuse, e con coraggio è andata dritta al cuore del problema. L’amore era al capolinea e lei ha fatto quel va fatto in questi casi. Si soffre? Certo, a volte molto. Ma come tutti i dolori naturali, le pene del cuore non sono fatte per durare. Quindi, questo male passerà e lei potrà rinascere, incontrare nuove persone, amare ancora. Basta che non commetta un errore…
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Di quale errore stiamo parlando? Ogni volta che non accettiamo che una storia d’amore si concluda, noi stiamo commettendo un peccato, inteso nel senso arcaico del termine, qualcosa che non ha nulla a che vedere con la morale, ma con le funzioni dell’anima. I greci antichi più di tutto detestavano la ubris, la superbia: non arrendersi al fatto che le cose sono come sono è un atto di superbia, una vanità dell’Io, e gli dei punivano severamente gli atti di ubris. Non c’è nulla di assurdo in una relazione che termina, mentre ce n’è molto nella convinzione di non riuscire a vivere bene senza di lui...
Sabrina ripete ben quattro volte la sua età nella e mail che ci ha inviato, come se avere 27 anni e non essere fidanzata fosse una specie di condanna, una mancanza irreparabile. Anche questo pensiero è figlio di una convinzione superficiale, che vi sia un tempo “giusto” per fidanzarsi, sposarsi, metter su famiglia e se le cose vanno diversamente, è un fallimento o una colpa. Non c’è sofferenza peggiore che ritenersi persone “a tempo”, come alimenti con la scadenza. L’amore non ha regole o meglio segue regole tutte sue che non hanno nulla a che vedere con la razionalità, coi progetti, con le convinzioni. Anzi, arriva proprio per rompere le nostre convinzioni quando sono troppo asfittiche e ci impediscono il volo. Un solo consiglio a Sabrina: osservi il suo dolore, senza fare nulla. Lo contempli completamente, senza filtri, senza distrazioni. Così facendo, passerà in fretta e le porterà in dono incontri inaspettati…