Se un rapporto perfetto finisce nella noia
Coppia e amore

Se un rapporto perfetto finisce nella noia

Anche l’unione più riuscita ogni tanto ha bisogno di aria nuova, altrimenti la routine prenderà il sopravvento e l’insoddisfazione busserà alla nostra porta

Un’amica lettrice ci scrive: "Se esiste l’uomo da sposare, io l’ho incontrato. Dopo una vita disordinata – famiglia difficile, compagnie pericolose e una forte inclinazione per gli eccessi - si è aperto con lui un nuovo capitolo: abbiamo due bimbi splendidi, viviamo in una bella casa, godo di molti privilegi. Eppure da qualche tempo sono irrequieta e anche se mi vergogno a dirlo, mi manca qualcosa della vita di prima: la donna che ero. Lui pensa a tutto, decide tutto, mi ripara da tutto, ma se questo all’inizio mi è sembrato il massimo, adesso ho la sensazione di essermi rimpicciolita. Potrei fare una mattana, come era mio costume un tempo, ma adoro i miei figli e sono innamorata di lui, che è la mia bussola. Di quella che ero poi non mi fido per niente: se dovessi lasciarle carta bianca, farebbe solo altri casini, come in passato. Non parlo con nessuno della mia insoddisfazione, che gli altri liquiderebbero come il solito capriccio di chi ha tutto. Ma l’infelicità c’è e non so come fare"

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Il prezzo di una vita troppo tranquilla

Di questa lettera, ciò che colpisce in particolare è una frase: la sensazione di “essersi rimpicciolita”. È proprio così: più viviamo al riparo dei venti, più guardiamo a una persona che non siamo noi come al punto di riferimento della nostra esistenza, più demandiamo a lei ogni scelta e ogni decisione fidando sempre più nelle sue capacità e sempre meno nelle nostre, più è come se diventassimo piccole. L’immagine di noi si fa indistinta; l’impressione è di esserci trasformate in una marionetta, perdiamo gusto nella vita, siamo sempre più irrequiete. Ogni segno di assenso coatto all’altro alimenta nel tempo la rinuncia a sé, fino a darci l’impressione di dissolverci, di svanire. Tanto più se la donna che eravamo non solo non temeva il vento, ma lo cercava, attratta com’era dallo scompiglio che provoca, foriero di caos sì, ma anche di vita nuova.

Coppia in tuta? Addio eros!

Apri qualche finestra

La nostra lettrice teme che se lasciasse più spazio alla “donna che era” (ovvero alla sua parte più vitale, anche se meno rassicurante…), irromperebbe nella sua zona protetta provocando disastri. Perché invece non considerare l’ipotesi che la nostalgia dell’esistenza burrascosa di un tempo stia segnalando che anche la sicurezza di cui gode oggi ha bisogno di “aria” e dei suoi movimenti per esser compatibile con la vita? Aprire le finestre non significa essere travolte dal ciclone. Questi anni di stabilità affettiva hanno rafforzato in lei risorse e competenze che prima non si riconosceva e che ora premono per esser messe a frutto. Chi dice che non siano anche queste nuove forze a sollecitarla ad essere attiva, volitiva, capace ad esempio di dire no se è no e di sostenere la sua opinione anche quando non collima con quella del suo iper-responsabile principe azzurro? Sapersi fermare per riposare e rifocalizzare lo sguardo è una grande cosa; ma rimanere bloccate in porto quando siamo pronte per salpare, proprio no!

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