Ansia mattutina: cos'è, come affrontarla
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Ansia mattutina: cos'è, come affrontarla

Quella del mattino è una forma di ansia che si manifesta in due modi differenti ed è accompagnata da sintomi specifici: scopri perché arriva e come affrontarla

Una forma particolare di ansia è quella che può colpirci al mattino. Perché arriva? Quali sono i suoi sintomi caratteristici? Che cosa possiamo fare per combatterla? Esistono strategie semplici ma efficaci per far tramontare rapidamente questo disturbo e si basano tutte su un concetto base: l'ansia, anche quella del mattino, è la voce di un lato trascurato di se stessi che diventa malattia per essere visto, accolto e integrato nella nostra personalità. Guardiamo questo disturbo più da vicino.

Indice

Ansia del mattino: come si presenta

Gli attacchi di ansia del mattino, quel disagio che ci prende appena aperti gli occhi o in modo più progressivo nell'ora seguente, provocano nel corso della giornata un senso di stanchezza profonda, inquietudine e insicurezza. Attenzione e concentrazione sono scadenti, l'entusiasmo è basso e prevale il pessimismo. Possono comparire anche alcuni sintomi somatici: colite, cefalea, crampi allo stomaco, dolore cervicale, senso di sbandamento. La caratteristica prevalente dell'ansia del mattino è l'elevato consumo energetico che ci indebolisce per il resto della giornata. Sul piano psicologico è come se mancasse un "filtro": ci sentiamo esposti agli impegni della giornata come se fossero molto pericolosi o troppo pesanti da sopportare.

Due forme di ansia del mattino

  • Ansia del mattino che si affaccia subito dopo avere aperto gli occhi, mentre si è ancora a letto. Si manifesta con uno stato di tensione di tutto il corpo e con palpitazioni che scattano appena ci rendiamo conto che la notte è finita e che una nuova giornata sta per iniziare.
  • Ansia del mattino che appare dopo qualche decina di minuti dalla sveglia, con uno stato di inquietudine crescente che può sfociare in una spiacevole sensazione di oppressione toracica.

I sintomi più comuni

  • Stanchezza senza possibilità di recupero immediato
  • Assunzione di troppe responsabilità, o eccesso di tempi vuoti e insensati
  • Disordine nello stile di vita o incapacità organizzativa
  • Disinteresse per le attività da svolgere
  • Ambiente di lavoro sentito come ostile
  • Forti aspettative proprie o percepite
  • Calo nel rendimento professionale
  • Nervosismo, irritabilità e scarsa qualità relazionale
  • Fretta costante e senso di angosciosa imminenza, tachicardia

Ansia del mattino: una tecnica semplice per affrontarla

Quella del mattino è una forma particolare di ansia anticipatoria. Per sconfiggerla la prima cosa da fare è smettere di indagare sulle cause presunte che la scatenano, abbandonando l'idea di trovare un modo per scacciare i sintomi. Calcolando che si tratta di un disturbo prevedibile (arriva sempre allo stesso orario...) una buona strategia consiste nel giocare d'anticipo. Si fa così: la sera, prima di andare a dormire, bisogna dire a se stessi una frase chiave, la seguente. "Se domani mattina mi verrà a trovare la mia ansia, io sarò cedevole, non cercherò di combatterla, ma l'accoglierò. Non voglio sapere perché arriva ma sarò qui ad attenderla e le farò spazio." Pronunciamo le parole come fossimo all'interno di un rituale intimo, qualcosa di sacro che riguarda solo noi. Si tratta di un esercizio molto semplice capace però di ribaltare la prospettiva attraverso la quale si agisce di solito nei confronti dei disturbi psicologici. La mattina dopo, diamo seguito a quelle parole...

Quando compare l'ansia, la strategia migliore non è combattere o distrarsi bensì arrendersi, lasciare che salga, percepirne bene la presenza nel corpo massaggiando delicatamente a occhi chiusi la parte di noi dove il disturbo si sente in modo più intenso, senza nessuna intenzione se non quella dell'ascolto interiore. Farlo significa cominciare a integrare il messaggio simbolico che l'ansia mattutina reca con sé, che sarà diverso da persona a persona. L'atteggiamento psicologico accogliente, reiterato nel tempo, produrrà da solo quella consapevolezza necessaria ad apportare con naturalezza i cambiamenti che renderanno la presenza dell'ansia mattutina non più "necessaria" e quindi via via meno quotidiana. Al momento giusto qualcuno agirà sul fronte del lavoro, qualcuno rifletterà sulle sue relazioni, per qualcun altro il tema sarà esistenziale...

Superare l'ansia del mattino: un caso clinico di successo

Durante le prime sedute di psicoterapia, Paola si definisce una persona “ansiosa da sempre”. Prima che la pandemia sconvolgesse ogni equilibrio, la sua giornata era scandita meticolosamente, dal mattino alla sera. "Ecco la mia vita: svegliarsi, svegliare i figli, preparare la colazione, lavare i bimbi, lavare se stessa, scappare in ufficio, tornare a casa preparare la cena, chiacchierare con il marito. Sempre così fino al giorno seguente". Risultato: al mattino non era la sveglia a suonare, ma l’ansia! Un’ora prima del necessario, Paola puntualmente aveva un sobbalzo, una scarica di adrenalina che le faceva aprire gli occhi di colpo. Da quell’istante iniziavano pensieri vorticosi: impegni continui, troppe cose da fare, problemi insormontabili, conseguenze disastrose al primo appuntamento saltato o dimenticato.

Sudata per lo stress, si tirava fuori dal letto già sfinita. Poi piano piano le emozioni andavano sullo sfondo e la giornata faticosamente cominciava. Con l'arrivo della pandemia, la sua vita cambia: come molte persone, passa al lavoro in smart working, che prosegue ancor oggi a giorni alterni. All'inizio, Paola capisce di non poter gestire più le giornate secondo il suo planning, ma soprattutto, si accorge che non può scappare neanche in questa nuova condizione da quel tumulto che al mattino le dà la scossa. I primi giorni del lockdown, ricorda oggi, sono stati i più difficili; le pareva di essere un animale in gabbia che sbatteva la testa di qua e di là. Da qui la necessità d'aiuto psicoterapeutico.

Il fulcro del lavoro in psicoterapia può essere riassunto nella frase seguente, pronunciata dal terapeuta già nei primi incontri: "La prossima volta che arriva l'agitazione, non provi a combatterla con i soliti ragionamenti, ma provi a stare lì con l'ansia come se fosse un’amica che è venuta a trovarla a casa e che ora è seduta accanto a lei. La immagini, le dia una forma, un abito... Lo faccia ogni volta che il disagio si manifesta. Potrebbero arrivare sensazioni nuove, intuizioni inedite..."

Nei giorni seguenti l'ansia arriva, e Paola cede al suo sorgere, sta lì con il disagio, non combatte più. Una mattina, mentre immagina l’ansia come una donna dai tratti dolci seduta ai bordi del letto, nota in questa figura immaginaria uno sguardo quasi amorevole, e poco dopo scoppia a piangere a dirotto. È un pianto caldo, dolce, che prima la scuote e poi la culla a lungo tra le lenzuola. "Quel pianto è stata un'assoluta novità, non so da quanto tempo non mi capitava."

Nel corso di una terapia (ma vale anche se non si sta seguendo un percorso di cura), accadimenti del genere segnano una svolta: incontrando finalmente quell'emozione da cui scappava attraverso le sue tante attività e i suoi mille pensieri, Paola comincia a vedere e ad accogliere un altro lato di se stessa, in apparenza fragile, in realtà flessibile, dolce e accogliente.

Come una gazzella che, grazie all'adrenalina, ha una scarica così potente che le permette di sfuggire al leone, Paola saltava fuori dal letto per non incontrare un "nemico interno" che la spaventava: il lato morbido di sé. "Ho sempre temuto di abbassare la guardia, per paura che qualcuno mi potesse cogliere in fallo e il risultato era l'ansia ogni mattina. Ora che non combatto, ma contemplo e immagino, sto molto meglio".

Per la psicologia del profondo, evolvere non significa migliorare, ma riconoscere e accogliere parti di noi che sono in ombra e che quindi non possono venire alla luce se non con il disagio. È ciò che ha fatto Paola che, giorno dopo giorno, si sta spontaneamente accorgendo di come la vita non possa essere solo una tabella di marcia, con rigidi tempi da rispettare. Inizia a godersi finalmente i figli, riscopre i suoi hobby – che non vede più come una perdita di tempo - può sentire il piacere di una conversazione con suo marito, prepararsi con calma un buon the, fare bagni lunghi e rilassanti. La sua parte accogliente, finalmente riconosciuta, le ha donato una consapevolezza nuova, indispensabile per uscire da quel personaggio iper-controllante che non le appartiene più.

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