Questi disturbi possono insegnare a mamme e papà a conoscere i bisogni profondi e le paure nascoste dei loro bambini: ecco alcuni esempi
Mauro vomita tutte le mattine prima di andare a scuola, Viola invece, nonostante le precauzioni della mamma, anche quest’anno ha dovuto lottar con la bronchite asmatica… I loro genitori le hanno provate tutte per curarli ma senza successo, finché non hanno trovato una risposta che li ha, al tempo stesso, rassicurati e lasciati perplessi: “è un disturbo psicosomatico”. Loro ci scrivono per chiarire i dubbi: psicosomatico vuol dire che non necessita di alcuna cura? Che i bambini stanno mimando una malattia inesistente? Tutt’altro: vuol dire che i bambini esprimono in forma simbolica un malessere che riguarda sia la psiche sia il corpo, che secondo la concezione psicosomatica sono un tutt’uno, soprattutto nell’età infantile.
Mauro e Viola, attraverso il corpo, stanno inviando un S.O.S.: il bambino ricorre a un meccanismo di difesa innato per manifestare la sua difficoltà a “mandar giù” la scuola; la piccola, ammalandosi di asma comunica alla sua mamma che il loro rapporto è troppo stretto, che si sente soffocata dalle sue attenzioni, oppure che l’atmosfera che respira è troppo pesante. Proviamo a decifrare il messaggio che i disagi dei nostri bambini ci stanno comunicando.
Non è vero che i disturbi psicosomatici…
- Sono false o inventate: quando si lamenta il bambino non mente, il disturbo è reale e in quanto tale merita attenzione, non allarme.
- Vanno curate con gli psicofarmaci: l’intervento elettivo, oltre a quello farmacologico, è - al limite - la psicoterapia. L’uso degli psicofarmaci può sortire effetti gravemente tossici nei bambini e va escluso in ogni caso.
- Esprimono fragilità psicologica: non è vero che i bambini che somatizzano il disagio sono più fragili, semmai sono bambini particolarmente sensibili, capaci di captare in forma intuitiva tensioni e disagi attorno a loro, dote peraltro comune a tutti i piccoli.
Come comprendere i segnali
- Il bambino denuncia il suo malessere con sintomi che non hanno una spiegazione oggettiva, cioè che non possono essere ricondotti a una specifica malattia o disturbo.
- Il disturbo ricorre di frequente e in situazioni particolari, per esempio se il bambino mangiando in mensa all’asilo vomita un ciò che a casa non gli dà nessun disturbo, allora sta mimando somaticamente il rifiuto emotivo della situazione. In pratica, il bambino usa il corpo come strumento facile e immediatamente disponibile per esprimere quello che non gli va a genio.
Quali sono i disturbi psicosomatici?
Per disturbo psicosomatico si intende una patologia che non ha causa organica ma funzionale: l’organo è sano ma la sua funzione si altera per ragioni di tipo psicologico esprimendo un disagio globale. I disturbi psicosomatici dell’infanzia possono essere ricondotti a tre categorie: quelli riguardanti la digestione, quelli della respirazione e quelli cutanei, e sono sempre un modo attraverso il quale i bambini richiedono attenzioni e affetto.
Che cosa vuol dire somatizzare?
Vuol dire materializzare la paura, l’angoscia, la rabbia attraverso il corpo. L’emozione spostata su un organo o apparato, trova così una via di sfogo e un modo di richiamare attenzione e cure su di sé.
Il bersaglio è l’organo o l’apparato più fragile: questo ha un significato?
La “scelta” dell’organo e della malattia non è mai casuale: il bambino inconsciamente sceglie la malattia o il sintomo che meglio rappresenta, a livello simbolico, il suo disagio attuale.
Come vanno affrontati i disturbi psicosomatici?
Anche questi disturbi possono richiedere un trattamento farmacologico: dipende dalla gravità del disturbo stesso. Ciò che davvero fa la differenza, però, è riuscire a cogliere il messaggio in codice che il bambino ci sta inviando.