Il pesce apporta all’organismo proteine, sali minerali e omega 3, elementi indispensabili per lo sviluppo del cervello: per questo non deve mancare nella dieta dei bambini
In gravidanza è indispensabile assicurare alla mamma e al nascituro un ampio apporto degli acidi grassi presenti nel pesce, di fondamentale importanza per lo sviluppo del feto, e in particolare del sistema nervoso e del cervello, e in tutte le modificazioni che subentrano nel corpo materno che si accresce e si ristruttura per sostenere la gestazione. È quindi necessario evitare carenze di questi elementi nell’alimentazione durante tutto il periodo che va dal concepimento all’allattamento, per non andare incontro a problemi nello sviluppo del feto e della salute materna.
Nei bambini nati da mamme con livelli elevati di Omega 3 nel sangue, secondo una revisione della letteratura scientifica dedicata all’argomento e pubblicata sul Journal of Perinatal Medicine, lo sviluppo è più forte dalla nascita fino al primo anno e mezzo di vita. Il feto riceve le sostanze attraverso il circolo sanguigno, che dall’organismo della donna passa al feto attraverso la placenta, trasportate grazie a specifiche proteine chiamate “carriers”. Per la loro importanza, si attivano vere e proprie vie preferenziali in modo da assicurare al piccolo i dosaggi di DHA e di acido arachidonico adeguati alle necessità di crescita. Questo processo scatta a partire dal sesto, settimo mese di gravidanza in modo assolutamente fisiologico. E i benefici per il neonato continuano anche durante l’allattamento.
In questo particolare periodo della sua vita, è fondamentale che il piccolo assuma corretti apporti di acido docosaesaenoico. Se la mamma non può allattare, niente paura: sono disponibili sul mercato formule per lattanti e di proseguimento con dosaggi calibrati di DHA e di acido arachidonico. I benefici per il bambino, confermati scientificamente in uno studio pubblicato su Early Human Development, sono sovrapponibili a quelli garantiti dal latte materno.
Il pesce va introdotto già intorno all’ottavo- decimo mese di vita perché il cervello continua a svilupparsi durante tutto l’arco della prima infanzia ed è meglio abituare i bimbi fin da subito a una dieta variata, che comprenda anche questo alimento per due volte alla settimana.
I benefici dell’assunzione del pesce si mantengono nel tempo e l’ALSPAC Study, una vasta ricerca che segue il bambino dalla nascita all’età scolare, ha verificato un punteggio superiore del quoziente di intelligenza verbale nei piccoli di età inferiore agli otto anni nati da mamme che hanno seguito un’alimentazione ricca soprattutto di DHA.
Tra i benefici legati a una maggiore assunzione degli acidi presenti nel pesce sembra esserci una migliore capacità di apprendimento, fin dagli stadi iniziali di vita. I piccoli con una dieta ricca di queste sostanze hanno imparato a sedersi con sette giorni di anticipo rispetto a coetanei che seguivano un’alimentazione carente di Omega 3. Sebbene questa capacità possa sembrare un indicatore bizzarro, si tratta di un dato importante per la salute dei neonati perché lo sviluppo motorio nei primi mesi di vita ha una valida corrispondenza con quello cognitivo.
Per i bambini più grandi, in età scolare, un’alimentazione ricca di pesce è fondamentale perché offre una risorsa preziosa per superare eventuali difficoltà d’apprendimento o problemi comportamentali. Lo sostiene uno studio effettuato presso l’Università di Oxford che mette in evidenza come i bambini tra i 7 e i 9 anni ai quali è stata assicurata una dose regolare di Omega 3 abbiano migliorato le loro capacità di lettura e recuperato le difficoltà legate allo studio.
Il pesce è prezioso anche per gli occhi. A livello della retina, alle cellule servono le proprietà degli Omega 3, in particolare del DHA, per il funzionamento ottimale della rodopsina, la proteina che assicura una buona capacità visiva.