Non si usa solo per aromatizzare cibi e pietanze: la salvia disinfetta il cavo orale, scaccia i cattivi odori e puoi utilizzarla anche come pediluvio "estivo" contro i gonfiori di stagione
Circolava un tempo fra i contadini la credenza che lasalvia fosse una sorta di indicatore di fortuna per le famiglie che la coltivavano nell’orto: se all’improvviso le sue foglie iniziavano a ingiallire o diventavano secche, era segno che qualcosa, prima o poi, sarebbe andato storto. La salvia, infatti, era considerata un vegetale di protezione, tanto che fin dal Medioevo i medici della Scuola salernitana la chiamavano Salvia salvatrix, ovvero la salvia che salva e che risana. In realtà, si tratta di una pianta perenne molto resistente, ed è dunque improbabile che venga danneggiata dai capricci climatici o dalle malattie: fra tutti gli aromi che crescono in giardino, ma anche in vaso, è di sicuro la più forte ed è capace di sopravvivere a lungo, rafforzando anno dopo anno i suoi fusti legnosi che crescono in altezza e n larghezza, ancor meglio se addossati a un muro o a una ringhiera.
Della salvia esistono diverse varietà: con foglie verdi, grigiastre, variegate e anche rosse, come quelle oblunghe della Salvia purpurescens, una qualità saporita e altamente decorativa che durante la bella stagione rallegra il terrazzo con i suoi fiori riuniti in spighe di un bel colore viola-lilla e la chioma purpurea, che profuma insalate e formaggi freschi e ben si abbina ai vasi di lavande e di achillea. Narra una leggenda che Giove, il re degli dei, sarebbe stato allattato da una capra accanto a un cespuglio di salvia, il cui aroma avrebbe trasmesso al latte un potere divino. Da sempre la pianta gode fama d’essere un’erba guaritrice tuttofare, e oggi la scienza conferma la sua capacità di agire sull’ipotalamo, vera e propria centralina nervosa del sistema neuroendocrino, deputata alla regolazione di tutte le funzioni vitali. Il suo potente effetto depurativo su fegato e reni, unito alla componente estrogenica e alla capacità di contrastare l’anemia e gli sbalzi pressori, la rende preziosa anche per combattere le sudorazioni profuse, specie quelle notturne, spesso dovute a uno stato di debilitazione generale, a un’infiammazione cronica o anche alla menopausa.
Le foglie della salvia, che si diradano solo in inverno, si possono utilizzare fresche durante tutto l’anno, ma è l’estate il momento migliore per raccogliere quelle più grosse (deliziose anche fritte in pastella) e farle essiccare al sole; poi si mettono in vasetti di vetro in attesa di aggiungerle a infusi e tisane da bere tiepide a fine pasto, per aiutare la digestione.
Il decotto di salvia (2 cucchiai di foglie fatti bollire 10 minuti in una tazza d’acqua e poi filtrati) si utilizza, una volta raffreddato, come collutorio per il cavo orale: è straordinario per guarire afte, gengiviti e ascessi. Impiegato per i gargarismi, è una buona terapia in caso di mal di gola. Se noti che il tuo sudore ultimamente è più acre e penetrante del solito, bevi una volta al giorno l’infuso di salvia: ti garantisce un’azione depurativa interna che purificherà tutte le secrezioni.
La medesima infusione di salvia si può diluire, soprattutto nei mesi più caldi, nell’acqua del pediluvio serale, aggiungendo anche 4-5 gocce di olio essenziale di salvia: questo bagno è l’ideale per eliminare i cattivi odori provocati da una traspirazione abbondante e dall’abitudine a indossare calzini o a scarpe in materiali sintetici, che favoriscono le micosi e la macerazione cutanea fra le dita.
Procurati un vaso di coccio profondo, del diametro di 25-30 cm, e riempilo con un terreno ricco, sciolto e ben drenato. La salvia ama il pieno sole e resiste alla siccità, mentre nella stagione fredda va riparata a ridosso di un muro e protetta dal gelo con un telo. Non esagerare con le annaffiature, perché la salvia teme i ristagni e, per contro, predilige i terreni secchi. Dopo la fioritura, che avviene in genere a maggio e a giugno, taglia le cime secche e accorcia di un terzo i rami: otterrai una pianta forte e rigogliosa. Della salvia si raccolgono le foglie e i fiori, ottimi nei battuti e per insaporire l’olio d’oliva (metti 5-6 rametti fioriti in una bottiglia da 750 ml). Puoi anche tagliare dei rami legnosi con le foglie più mature: appendili al soffitto in un locale buio e falli essiccare a testa in giù.