Questa malattia colpisce sempre più persone, fra le quali molti giovani, specialmente a causa del sovrappeso: uno studio italiano regala una nuova speranza
I casi di diabete alimentare in Italia sono in progressivo aumento e purtroppo sembra abbassarsi sempre più l’età d’insorgenza del fenomeno: sono infatti i giovani e i bambini ad essere colpiti sempre più frequentemente. Se la correlazione con il sovrappeso è ormai dimostrata da numerosi studi scientifici, si sa ancora poco sui meccanismi coi quali la perdita di attività da parte del pancreas che causa il diabete.
Un recente studio promosso dall’equipe del dipartimento di Endocrinologia dell’Università di Bari ha permesso di isolare una proteina che sembra essere la principale responsabile della morte delle cellule che producono l’insulina: è la proteina «p66shc», ribattezzata la “proteina killer”. Come muoiono le cellule che producono insulina? È emerso un rapporto molto chiaro tra gli eccessi di grassi nell’alimentazione, l’aumento del tessuto adiposo, e il danno delle cellule che producono l’insulina, che sono le cellule beta del pancreas. Questo danno si realizza proprio a seguito dell’intervento di questa proteina, la «p66shc», che aumenta di quantità a livello cellulare a causa degli acidi grassi. Questa proteina è in grado di indurre l’apoptosi delle cellule pancratiche (ovvero la morte cellulare). A questo punto, quando ci sono meno cellule che producono insulina, si verifica un aumento della glicemia e si aprono le porte al diabete.
Ma come introduciamo nel nostro organismo questa proteina? L’acido grasso che maggiormente è in grado di aumentare questa proteina killer, si chiama acido palmitico o palmitato, particolarmente presente nell’olio di palma. Esiste quindi un’importante correlazione fra il diabete e alcune abitudini alimentari. L’apporto di grassi deve essere sempre valutato con attenzione, evitando questi olii, e preferendo l’olio extravergine di oliva. Nella ricerca è emerso, che nel pancreas di soggetti obesi, vi sono livelli più alti di questa proteina associati a un maggior danno delle cellule che producono insulina. In futuro, nuove ricerche si incaricheranno di studiare farmaci in grado di inibire l’effetto di questa proteina, responsabile di altri effetti tossici all’interno dell’organismo umano.