Consumare pesce in estate, fresco o sott'olio d'olio, migliora la risposta immunitaria e stimola la crescita cellulare
Il pesce, soprattutto in alcune zone d'Italia, rimane ancora un alimento poco utilizzato. Questo dipende sia dalla difficoltà di reperire un buon pesce fresco, sia perché quello di mare e non di allevamento, possibilmente meditaerraneo, ha raggiunto prezzi non proprio accessibili a tutti. Malgrado ciò, è bene ribadire che sia il pesce grasso (salmone, sardine, sgombro) e semigrasso (tonno fresco, pesce spada) che quello magro (merluzzo, orata, acciughe, aragosta, polpo) andrebbero consumati almeno 2-3 volte alla settimana. Per l'apporto vitaminico (vitamine A e D), il valore proteico (simile a quello della carne a fronte però di una maggiore digeribilità) e per la presenza degli acidi grassi Omega-3 (contenuti maggiormente nei pesci grassi), il pesce risulta essere un alimento altamente curativo.
Il modo migliore per gustare i pesci grassi è quello di cucinarli alla griglia, al forno, lessati e soprattutto al cartoccio, un metodo di cottura che evita l'aggiunta di altri condimenti. Vanno preferiti i pesci di mare, che si alimentano con plancton e sono più ricchi di Omega 3 rispetto a quelli allevati.
I pesci di allevamento vengono nutriti con cereali (soia o grano) e scarseggiano in Omega 3
Gli acidi grassi Omega 3 sono dei veri salvavita in caso di cardiopatie, artrite, psoriasi, ipertensione, ictus. Sono contenuti soprattutto nel pesce d'alto mare e nei pesci grassi e semigrassi. Gli acidi Omega 3 hanno il compito di inibire dei cosiddetti "messaggeri cellulari" (prostaglandine) e leucotrieni responsabili di numerosi disturbi infiammatori ai danni delle pareti che rivestono le arterie.
Per una maggiore azione benefica degli Omega 3, però, è necessario ridurre il consumo di alimenti contenenti acidi grassi Omega 6 (concentrati in alimenti di origine terrestre come gli oli di mais, cartamo e girasole, che spesso si usano per condire gli alimenti) poiché gli Omega 6 tendono a neutralizzare le virtù curative degli Omega 3. Come dire: mangiare una fetta di salmone condita con abbondante olio di mais annulla tutti gli Omega 3 contenuti nel salmone, mentre questo non si verifica se si aggiunge olio d'oliva.
Combinare il pesce, crudo o cotto, con l'olio extravergine d'oliva contribuisce ad aumentare le proprietà cardioprotettive e anticolesterolo del pesce. Inoltre la sinergia degli Omega 3 del pesce e dell'olio riduce anche il livello di trigliceridi presenti nel sangue. L'olio d'oliva va aggiunto a crudo e comunque a fine cottura. Il miglior olio d'oliva da utilizzare è l'extravergine da spremitura a freddo, possibilmente d'origine biologica certificata.
Rigenerano cervello, ossa, pelle e occhi
Gli oli di fegato di merluzzo e halibut, pesci di grandi dimensioni che abitano nei mari del circolo polare artico, sono ricchi di vitamine A e D. Questi oli possono essere assunti sia mangiando i pesci freschi ma anche, per chi non ama il pesce, in capsule.
In particolare, la vitamina A è benefica per occhi, pelle e capelli e aumenta le difese per contrastare le infezioni alle vie respiratorie. La vitamina D è indispensabile per fissare il calcio nelle ossa, e quindi è utile nelle fasi di crescita e come prevenzione alla decalcificazione (in gravidanza, allattamento, menopausa, terza età). Facilita la guarigione di fratture, aiuta nei problemi di osteoporosi e rachitismo. Le fonti più ricche di vitamina D sono in ordine decrescente: olio di halibut, di merluzzo, di aringa, di sgombro, di salmone e di sardine.
Gli oli estratti dai pesci grassi hanno anche una funzione importante nello sviluppo del cervello, perché contengono il DHA, un acido grasso che è coinvolto nelle funzioni mentali e intellettive e nella crescita delle cellule cerebrali (è stato riscontrato che c'è un aumento considerevole dei livelli di DHA nel cervello del feto durante il terzo trimestre di gravidanza).