Oli essenziali: cosa sono
Oli essenziali

Oli essenziali: cosa sono

Gli oli essenziali sono sostanze estratte dalle piante, dotate di proprietà antimicrobiche e con benefici influssi sul sistema nervoso

Cosa sono gli oli essenziali?

Gli oli essenziali sono sostanze volatili, profumate, più o meno fluide. Il termine "oli" non deve trarre in inganno, poiché non hanno nulla in comune con gli altri oli di origine vegetale: vengono definiti oli perché hanno una densità inferiore all’acqua e non possono essere diluiti in essa se non tramite un vettore, come l’alcol, gli oli grassi o un altro solvente.

Si trovano in tutte le piante, ma le quantità maggiori sono presenti in quelle appartenenti alla famiglia delle Labiate, le piante aromatiche. Gli oli essenziali sono la parte più regale della pianta, che li usa per proteggersi dal sole, difendersi in seguito all’attacco di agenti esterni, attrarre gli insetti impollinatori e riparare le lesioni. Gli oli essenziali sono il frutto perfetto di luce e calore: infatti, essi si formano grazie all’azione dell’energia solare esercitata sul citoplasma, dove vengono prodotti da cellule specializzate associate agli organi secretori, e in seguito raccolti nelle cellule sottoforma di minuscole goccioline.

Le cellule secretorie possono trovarsi in diverse porzioni della pianta e possono produrre oli essenziali diversi a seconda di dove sono localizzate; gli oli sono infatti contenuti soprattutto nei fiori e nelle foglie, ma anche nel legno e nella corteccia, nei semi e nelle radici, nei frutti e nella scorza e dalla stessa pianta si possono estrarre oli differenti. Un esempio è l’arancio amaro: dalle foglie si ricava il petitgrain, dal fiore il neroli, dalla scorza l’arancio amaro.

Quali sono gli oli essenziali?

Ogni olio essenziale ha caratteristiche uniche: oltre al profumo, variano per colore (dal giallo al blu), per punto di solidificazione e per densità, cioè il grado di viscosità e di compattezza. La loro principale caratteristica è però la volatilità, ovvero la velocità con la quale evaporano se esposti all’aria. La classificazione degli oli basata sulla volatilità fu introdotta nel diciannovesimo secolo dal francese Septimus Piesse, secondo le note della scala musicale.

  • Note di testa (note alte): sono i profumi che si avvertono per primi: hanno vibrazione alta, leggera e sottile e sono molto volatili. Generalmente sono essenze fresche e fruttate, come quelle degli agrumi, e hanno la capacità di schiarire le idee. Fanno parte fra gli altri di questo gruppo: arancio, bergamotto, eucalipto, limone, mandarino, menta, pompelmo, rosmarino, verbena.
  • Note di cuore (note di centro): sono le essenze dalla profumazione morbida e intensa e dalla volatilità media. Fanno parte di questo gruppo gli oli essenziali dal potere riequilibrante; generalmente agiscono sul cuore e sono ottimi per la pelle. Tra questi troviamo: camomilla, gelsomino, geranio, lavanda, melissa, neroli, rosa, ylang-ylang.
  • Note di base (note basse): sono le essenze dalla vibrazione bassa, dal profumo caldo, dalla minore volatilità e dal colore scuro. I loro profumi emergono più lentamente ma permangono a lungo. Generalmente provengono dai legni, dalle resine e dalle spezie e purificano l’aria. Fanno parte del gruppo oli essenziali come quelli di cannella, cipresso, ginepro, issopo, legno di rosa, salvia e sandalo.

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Come fare gli oli essenziali

Una volta raccolte le piante, si deve procedere all’estrazione degli oli essenziali. I metodi sono essenzialmente tre: la distillazione per corrente di vapore, la spremitura e l’estrazione con solventi. Vi è poi un quarto metodo, l’enfleurage, non più in uso ma molto in voga presso le popolazioni antiche, che utilizzavano sostanze lipidiche, generalmente grasso animale impregnato delle essenze delle piante, per preparare unguenti e pomate.

  • Distillazione per corrente di vapore: è il procedimento più diffuso, perché idoneo alla maggior parte delle piante e in particolar modo per l’estrazione di oli essenziali con un alto indice di volatilità. Viene effettuata tramite l’impiego di distillatori, formati da diversi compartimenti stagni: la parte della pianta viene attraversata dal vapore acqueo che trasporta l’essenza in un altro contenitore, dove è possibile separarlo dall’acqua in quanto non solubile.
  • Spremitura: è un processo meccanico che si esegue a freddo e non comprende alcun trattamento chimico. Tramite appositi torchi, si ottiene l’essenza presente nella scorza fresca dei frutti, ed è usato principalmente per l’estrazione degli oli agrumari
  • Estrazione con solventi: è il metodo più recente, utilizzato soprattutto in profumeria, e fa leva sull’impiego di sostanze solventi molto volatili che rendono solubili le molecole delle essenze che si aggregano ad esse. Il successivo procedimento di evaporazione ottiene il rilascio dell’olio essenziale.

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Come usare gli oli essenziali

In aromaterapia esistono molte modalità di somministrazione e l’utilizzo dipende dal disturbo o dalla situazione sui quali si vuole intervenire e dall’olio essenziale che si sceglie di utilizzare. Vediamo le principali.

Applicazione

L’applicazione diretta dell’olio essenziale sulla pelle è da evitare perché potrebbe provocare una reazione allergica: sono pochissimi gli oli essenziali ben tollerati senza essere diluiti, uno di questi è la lavanda. L’ideale è diluire 3-5 gocce di olio essenziale in un cucchiaio di olio vegetale prima dell’applicazione diretta o tramite massaggio. Il secondo è la soluzione ottimale in caso di dolori o stanchezza muscolari.

Bagno aromatico

Il bagno è ottimo contro molti disturbi: dai dolori al sovrappeso, dall’influenza alla cattiva circolazione, dallo stress all’insonnia. L’acqua deve essere generalmente tiepida, intorno ai 36-37 gradi, e l’olio essenziale, fino a un massimo di 20 gocce, può essere diluito tramite un sapone neutro, latte o miele, versato sui sali da bagno. L’alternativa al bagno è la doccia aromatica: poche gocce di olio diluite nel docciaschiuma.

Diffusione

Gli odori hanno un impatto molto forte sul nostro benessere e la diffusione è ideale per impregnare l’ambiente del giusto aroma. Gli effetti che si possono ottenere sono calmanti, tonici e repellenti per gli insetti oltre che purificatori per l’aria. Il diffusore di oli essenziali può essere utilizzato sia per ospitare un singolo olio, sia per una miscela: saranno sufficienti 5-7 gocce. E’ preferibile acquistare un diffusore alimentato ad elettricità e che faccia anche da vaporizzatore, senza l’uso del calore.

Impacco

E’ un metodo ottimo se si vogliono prolungare gli effetti dell’olio essenziale a contatto con la pelle. Si può procedere diluendo 4-5 gocce di olio nell’acqua tramite un vettore, impregnare un panno morbido o una garza e applicare sulla zona da trattare. E’ il rimedio ideale per trattare le ferite o le ustioni e può essere sia freddo che caldo.

Inalazione

Si può effettuare versando su un fazzoletto 2 gocce di olio essenziale e respirare l’aroma profondamente. L’alternativa è l’applicazione, diluita in un altro olio vegetale, sui polsi. Il metodo è utile sia in caso di problemi respiratori, sia in risposta a problemi di origine psicologica.

Ingestione

E’ il metodo più veloce ma è anche quello che richiede maggiori misure precauzionali e dovrebbe essere suggerito da un medico. L’indicazione di massima è quella di non ingerire direttamente l’olio essenziale, ma di diluirne 1 goccia su una zolletta di zucchero, una compressa neutra o in un cucchiaino di miele.

Maniluvi e pediluvi

Le modalità sono le stesse in entrambi i casi: lasciare immersa la parte da trattare per 10-15 minuti in acqua tiepida (o fresca, a seconda del problema) con all’interno diluite alcune gocce di olio essenziale, meglio se in aggiunta ai sali. I pediluvi possono portare sollievo ai piedi stanchi e gonfi, ma anche curare raffreddore e influenza dai primi sintomi; i maniluvi sono indicati in caso di reumatismi, freddo, dermatosi.

Suffumigi

In una pentola di acqua calda si possono versare alcune gocce di olio essenziale, e respirare i vapori sprigionati coprendo il capo con un telo. E’ utile soprattutto per le affezioni dell’apparato respiratorio ma anche in preparazione di trattamenti di bellezza al viso.

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