Tarassaco: proprietà e benefici di un'erba dai mille usi
Erbe e fitoterapia

Tarassaco: proprietà e benefici di un'erba dai mille usi

Il tarassaco è un fitoterapico utilizzato da secoli come diuretico e per lenire le ferite, ma è soprattutto utile per depurare il fegato: scopri tutti i suoi usi

Noto anche come dente di leone, soffione o cicoria selvatica, il tarassaco(Taraxacum officinale) appartiene alla grande famiglia delle Asteracee (o Composite) ed è famoso fin dall’antichità sia come pianta commestibile sia per le sue notevoli proprietà medicinali. Diffuso in tutte le zone temperate del pianeta, il tarassaco è apprezzato anche dagli animali, che ne mangiano i semi e l'intera pianta o, come le api, ne ricavano un miele gustoso e benefico.

Del tarassaco si usa tutto

Del tarassaco son commestibili anche i fiori, buoni sia da mangiare in insalata che per preparare ottime tisane digestive e depurative. Inizialmente usato come erba da mangiare in insalata o nelle zuppe, il tarassaco è entrato presto anche nel novero delle piante medicinali. Non a caso il suo nome botanico è composto da due termini antichi: taraxn = disordine, agitazione + akos = rimedio, ovvero "rimedio contro i disordini e le perturbazioni dell'organismo". I principi attivi del tarassaco si concentrano in particolare nelle radici e nelle foglie, ma anche nei fiori gialli. Le foglie del tarassaco contengono beta-carotene, vitamina C e ferro e calcio in quantità notevole. Dalle radici del tarassaco, tostate e macinate, si ricava un surrogato del caffé, gustoso e totalmente privo di caffeina.

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Il tarassaco nella medicina antica

Nella Teoria delle segnature medievale il colore del fiore di tarassaco, giallo come la bile, lo designava come un rimedio epatico per eccellenza - cosa del resto confermata in seguito dagli studi fitoterapici moderni - mentre nel '500 ne vennero scoperti l'effetto diuretico e la capacità di accelerare la guarigione delle ferite. Il lattice della pianta era anche impiegato come repellente per insetti e per il trattamento delle verruche.

I Principi attivi del tarassaco

I principali componenti del tarassaco comprendono alcoli triterpenici (tarasserolo), steroli vegetali, inulina (soprattutto nel lattice), principi amari (tarassacina) e sali minerali che conferiscono alla pianta proprietà amaro-toniche e digestive. Nella radice si concentra la massima quantità di principi attivi: vitamine A, B1, B2 B3, C, E, K, alfa e beta-carotene, criptoxantina-beta, luteina e zeaxantina, calcio, sodio, ferro, fosforo, potassio, magnesio, zinco e selenio, tannini, flavonoidi, acido caffeico e cumarico. La tarassicina, in particolare, stimola la produzione di saliva, succhi gastrici e pancreatici e bile, facilitando lo svuotamento della cistifellea, mentre l'inulina nutre la flora batterica e migliora il transito intestinale, svolgendo un'efficace ma delicata azione lassativa. L'azione drenante del tarassaco è invece data dai flavonoidi e dai sali di potassio, che agiscono a livello renale stimolando la produzione di urina e il drenaggio dei liquidi in eccesso.

Le proprietà terapeutiche del tarassaco

Del tarassaco tutto è buono: sia la radice che le foglie e i fiori stimolano le secrezioni di tutte le ghiandole dell’apparato gastroenterico (saliva, succhi gastrici, pancreatici, intestinali) e la muscolatura dell’apparato digerente producendo un’azione lassativa secondaria. Il periodo migliore per raccogliere le radici va da giugno a settembre, mentre da ottobre ad aprile si possono raccogliere le foglie di tarassaco, da consumare fresche in cucina. I fiori sbocciano da marzo a novembre e possono essere raccolti in boccio per aggiungerli alle insalate di foglie.

Mantiene in forma fegato e reni

Le proprietà purificanti, antinfiammatorie e disintossicanti del tarassaco favoriscono l’eliminazione delle scorie (zuccheri, trigliceridi, colesterolo e acidi urici) rendendo il tarassaco una pianta preziosa in tutti i casi di insufficienza epatica, itterizia e calcoli biliari. Data l’importanza che il fegato riveste nel metabolismo glucidico, è bene rinfrescarlo periodicamente con il tarassaco: oltre a depurare fegato e reni, stimola la produzione e la circolazione della bile, attiva la secrezione di enzimi digestivi e favorisce la peristalsi intestinale, liberando l'intestino dalle scorie zuccherine e aumentandone l'espulsione attraverso le urine. Si assume in tintura Madre, nella dose di 40 gocce diluite in mezzo bicchiere d'acqua due volte al giorno, per cicli di 15 giorno ogni due mesi.

Il tarassaco è immunostimolante

Il tarassaco è in grado di riattivare la funzione immunologica e potenziare la risposta immunitaria del sistema linfatico. L’ossido nitrico in esso contenuto agisce come un messaggero intracellulare, stimolando l’attività fagocitaria dei macrofagi ed è implicato nei processi di regolazione e difesa del sistema immunitario.

Diuretico e disintossicante del sistema linfatico

Nella tradizione popolare il tarassaco è anche conosciuto come “piscialetto”, appellativo che suggerisce le proprietà diuretiche della pianta, dovute all'abbondanza di flavonoidi e di sali di potassio, che stimolano la diuresi favorendo l’eliminazione dei liquidi in eccesso. Per questo il tarassaco è consigliato in tutti i casi di ritenzione idrica, cellulite e ipertensione.

Contrasta fragilità dei capillari e cellulite e riequilibra gli ormoni

La cellulite è la conseguenza visibile di un’alterazione del microcircolo che può essere dovuta a una serie di concause: dalle posture sbagliate a cattive abitudini alimentari, abiti e calzature inadeguati, fattori ormonali o anche stress emotivo-relazionali. Quando i capillari sottocutanei perdono tono, lo spazio intercellulare si riempie di tossine e liquidi linfatici, producendo gonfiore e "asfissia" dei tessuti da scarsa ossigenazione, che si traducono in pelle a buccia d'arancia e noduli cellulitici.

Per drenare i tessuti infiltrati e tonificare gli organi emuntori, possiamo contare sulla tintura Madre di tarassaco: oltre a depurare fegato e reni, favorisce la peristalsi intestinale, liberando l'intestino dalle scorie. Usato periodicamente, riequilibra la produzione ormonale, in particolare quella estrogenica, prevenendo la formazione di gonfiori e cellulite. Si assume in tintura Madre, nella dose di 40 gocce diluite in mezzo bicchiere d'acqua due volte al giorno, per cicli di 20 giorni ogni tre mesi.

Come assumere il tarassaco

Il tarassaco si trova in commercio sotto forma di integratore, come estratto secco o tintura madre, da assumere due volte al giorno, lontano dai pasti, in cicli di due mesi, ripetibili dopo una sospensione di tre settimane. In alternativa si può preparare un decotto da bere nel corso della giornata, preferibilmente a stomaco vuoto. Per prepararlo versa un cucchiaio raso di radice essiccata di tarassaco per ogni tazza d’acqua fredda, porta a ebollizione per qualche minuto e spegni il fuoco. Copri e lascia in infusione per 10 minuti, poi filtra.

Controindicazioni del tarassaco

Dato il suo effetto stimolante a livello gastrico, il tarassaco va evitato in caso di gastrite, ulcera peptica, coliche biliari e calcoli alla cistifellea o allergia alle piante della famiglia "Asteracee". Sconsigliato durante la gravidanza o in allattamento, il tarassaco è da assumere con cautela ed esclusivamente sotto consiglio medico anche in caso si assumano farmaci antidolorifici, regolatori della glicemia e diuretici.

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