VIDEO La felicità della maturità

Godere di quel che accade senza programmi, commenti o aspettative: ecco l'atteggiamento giusto per accogliere le sorprese della vita e rigenerarsi

Vi parlo del nuovo numero di Riza AntiAge. Quale felicità conta? La felicità di cui parlo in questo numero non è quella improvvisa dell'infanzia o dell'adolescenza, ma quella della maturità. Ne parlo perché credo che l'infelicità in questa fase della vita sia sempre legata al fatto che si vuole restare bambini a vita, che si ragiona sempre come un bambino o una bambina.

Accogliere le sorprese della vita

La felicità della maturità è accorgersi - senza disturbare - di quel che si affaccia dentro di te. Michela mi scrive una mail per dirmi:

"Non pensavo che dopo tutte le sciagure che ho vissuto potesse risvegliarsi un desiderio erotico così forte per un uomo che fa di tutto per vivere con me. Io però ho 54 anni e non me la sento di farlo, ma voglio godermi ugualmente questo erotismo. Rispetto a prima lo vivo con la gioia per qualcosa che adesso c'è e che può anche tramontare, può anche passare. Le scrivo per dirle che da quando non commento più, non mi dico più come devo essere o come amare, non soltanto non so più cosa sia la sofferenza, ma mi sveglio molte volte al mattino con la gioia dentro il corpo, dentro gli occhi."

La felicità del chiaroscuro

Si tratta di un tema molto importante perché nella maturità ci aspetta la gioia del tramonto, la gioia del sole che non acceca più come d’estate, che non irrompe come la primavera dentro il freddo. Vicino al tramonto vediamo meglio, perché cominciamo a cogliere il chiaro e lo scuro assieme, la felicità del chiaroscuro, delle cose esattamente come sono.

Vivi il desiderio come una presenza dentro di te

Ma la felicità ancora più grande è quella che arriva quando facciamo posto a desideri che c'erano anche prima, ma che venivano contestati, criticati. Ora possono diventare presenze dentro di noi. A questo conduce la maturità: a trattare l'eros, il piacere, il desiderio, le passioni come presenze interne. Questo atteggiamento apre le porte alla creatività, il vero elisir della giovinezza. Creare vuol dire generare ex novo. La creazione è sempre nuova e rigenera. Non possiamo "copiare" pezzi della nostra vita passata. Creando, entriamo dell'innovazione. A che età? Più passa il tempo, più possiamo incontrare la felicità della creatività, se facciamo nostro lo sguardo giusto, quello che ha messo in campo Michela.

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