VIDEO Autoguarigione: le regole d'oro

Allontanati dalla storia, ferma le autocritiche, dedicati alle tue passioni: solo così superi blocchi, ansie e tristezze ritrovando entusiasmo e gioia di vivere

Vi parlo del nuovo numero di Riza Psicosomatica, dedicato all'autoguarigione. È un numero cui sono particolarmente legato poiché per scriverlo, io e gli altri esperti di Riza ci siamo ispirati a Goethe, un autore che amiamo molto. Il grande scrittore tedesco afferma: "La natura origina dal nulla le sue creature, e non dice loro né da dove vengono né dove vanno. Devono solo correre: la strada la conosce lei".

Dove guardare per stare bene

Quando un paziente viene da me o partecipa ai gruppi che conduco, non chiedo di raccontarmi il suo problema; è un'illusione, qualcosa di vero solo per la mente superficiale. Ti fa credere che stai male perché qualcosa in te o intorno a te non funziona e così puoi passare anni a cercare di rimettere a posto le cose, invano. Io invece mi domando sempre qual è la passione che questa persona ha perduto. Tanti affermano: "Mi piacerebbe moltissimo fare certe cose, ma non posso". Non pensare a quello che non puoi fare, ma solo a cosa ti piace, indipendentemente dalla tua situazione affettiva, familiare, relazionale, di lavoro.

Che cos'è davvero l'autoguarigione

Autoguarigione vuol dire ricordare che al nostro interno c'è "qualcuno" che veglia sui disturbi. C'è qualcosa che manda il disagio perché tu dimentichi il modello di vita che hai in mente o la tua idea di perfezione e ritrovi quell'energia creativa che abita dentro di te e che dalla cellula fecondata ti ha portato a essere ciò che sei ora. Ci sono parole che non bisogna mai più pronunciare: "Io non mi vado bene". Non ti vai bene secondo il pensiero omologato di tutti gli altri. Fai paragoni e cerchi di assomigliare e questo è il peggior veleno. Sul numero in edicola di Riza Psicosomatica, mi soffermo sulle storie di alcune persone che stavano male e su quanto abbiano loro giovato alcune tecniche di tipo immaginativo. Miriam, chiudendo gli occhi, comincia a immaginare di avere come amica un'ape. Poi immagina un alveare, poi il miele, poi la cera. Per un po' non succede niente, ma un giorno scatta qualcosa dentro di lei. Ordina della cera e comincia a creare candele, ne sente l'odore, il profumo, si perde in queste sensazioni e comincia a dedicare nella giornata più spazio a questa passione nascente, a ciò che ama fare con la cera d’api. Le ho fatto notare che quando si crea una passione per delle sostanze naturali, è come se si ricreasse un legame antico tra noi e il nostro cervello primordiale, un legame che dona felicità.

Le azioni del benessere

Quando non stai bene, chiediti questo: "Cos'è che non sto facendo di naturale?". Metti ogni tanto le mani nella terra, cerca nell'immaginazione ma anche nella realtà le piante con cui senti un'affinità, gli animali. Questa affinità chiama in causa le aree primordiali del cervello, dove albergano le tue caratteristiche autentiche. Quando sei vicino alle tue caratteristiche, anche se intorno ci sono tanti problemi, la psiche fa scattare i meccanismi di autoguarigione. Con i pensieri giusti e un modo diverso di "usare la mente", i disagi sfumano. Buona lettura!

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