VIDEO Come faccio a sapere se sono sulla strada giusta?

Spontaneità, spensieratezza e uno sguardo attento a cogliere le cose inaspettate che accadono attorno a noi: ecco i segnali che ti dicono che stai percorrendo la tua rotta.

Voglio parlarvi di un tema che mi sta molto a cuore, di cui tanti di voi mi parlano via e mail: come fare a capire se siamo sulla strada giusta. Ad esempio, Ada mi scrive per dirmi:

"Come faccio a sapere se vado bene? Nella mia vita non succede niente, sembra che non cambi mai nulla."

Lascia nel passato gli amori di ieri

Giulia invece racconta:

"Dopo un periodo caratterizzato da rapporti tormentati, è tornato dal passato un uomo, Giovanni, per dirmi che gli piacevo ancora. Ho voluto vedere questo ritorno come un segnale di cambiamento, di novità. Abbiamo ripreso a frequentarci ma dopo un mese e mezzo mi ha detto di vedermi troppo coinvolta nella relazione e se n'è andato..."

Quando si riaffaccia qualcosa dal passato, quando torna un amore di ieri, non è quasi mai un segnale di novità, ma il riemergere di un lato vecchio di te che rischia di fagocitarti. I motivi che portarono alla separazione sono validi adesso come allora ed è quindi la paura della solitudine, il bisogno di riempire dei vuoti emotivi a farci compiere scelte come quella che ha messo in campo Giulia, che non danno la felicità desiderata. Attraverso la loro fine, quelle relazioni di ieri stavano preparando il terreno a nuove strade, nuove vie...

Torno alla domanda di Ada:

"Come faccio a sapere se vado bene, visto che non accade nulla nella mia vita?" In realtà, non c'è nulla che deve accadere, ma soprattutto non possiamo ridurre la nostra esistenza agli incontri amorosi, all'idea che potremo stare bene solo se avremo vicino la persona giusta. Vittime di questa convinzione, attireremo sempre persone che possono soltanto coprire vuoti e solitudini del momento e non chi potrebbe essere davvero compagno della nostra evoluzione, del nostro viaggio. 

La via della spensieratezza

Vi leggo le parole di un grande psicoterapeuta del '900, Erich Neumann, allievo di Carl Gustav Jung. Quando scrive il suo capolavoro, Storia delle origini della coscienza, fu Jung stesso a occuparsi della prefazione, con parole molto significative: "Sono ormai vecchio, ma se dovessi ripartire, lo farei da questo libro."  Ecco che cosa afferma Neumann:

"Quando mi preoccupo, come accade troppo spesso, sono sempre nel torto, anche se dal punto di vista etico, sono certamente buono, dato che mi do pensiero per qualcosa di cui vale la pena preoccuparsi. Giova così poco in effetti questo preoccuparsi... è una delle vie maestre del mio essere IO, SOLO IO, vie che non coincidono con quelle sterminate del vivente. Quando invece, abbastanza di rado, sono spensierato, le cose vanno da sé, i problemi si risolvono, le cose si realizzano, l'aiuto necessario arriva come se le porte del vivente cominciassero a dischiudersi..."

Notare ciò che accade attorno a noi

In base a queste parole, come facciamo a sapere se stiamo bene? Occorre essere spensierati, come quando senza motivo, ci viene spontaneamente da sorridere...
E poi? Una signora mi scrive:

"Ascoltandola, ho deciso di smettere di pensare continuamente ai miei problemi di lavoro, e ho cominciato a immaginare. Sono arrivare scene della mia infanzia, quando davo da mangiare ai colombi di mia nonna. Ho cominciato a farlo sistematicamente, fino a vedere sfumare il pensiero ossessivo. Poi ho notato che sul mio balcone sono fioriti dei gelsomini che non avevo seminato e mi è venuto in mente un suo video nel quale lei parla di questi fiori come simboli amorosi. Chissà se arriverà un nuovo amore..."

Questo tipo di sguardo, che vede la sincronicità di cose apparentemente distanti, per nulla collegate, che accadono a nostra insaputa, senza alcuna determinazione, è quello che può regalarci benessere. 

raffaele morelli

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Elogio della spontaneità

Per sapere se "vai bene", guarda quanta spontaneità sai esprimere. Bisognerebbe che accadesse lo stesso anche in psicoterapia, un luogo che dovrebbe essere dedicato all'emersione delle nostre caratteristiche, delle nostre peculiarità e non a parlare e riparlare dei problemi. Il tulipano ha quei colori, quello stile, quel modo solo suo di ergersi verso il cielo e così è per chiunque di noi. A chi mi scrive per lamentarsi di non aver alcun talento, di non aver sviluppato nessuna capacità nonostante l'impegno profuso, consiglio di arrendersi: nessuna meta davvero importante nella vita si può raggiungere grazie allo sforzo. Nessun ragno fa la ragnatela con fatica, nessuna ape va sul polline dei fiori se non perché qualcosa dal suo interno la porta lì. 

La via dello sforzo, dell'imporsi qualcosa non è quella della spensieratezza di cui parlava Neumann. Occorre ricordare che qualunque cosa accada, il nostro commento (che non è mai spensierato) disturba il processo. In ultimo, ogni tanto nella giornata occorre cercare il nulla, senza aspettative. Il sé, il nucleo non può manifestare le proprie qualità senza aver "attraversato" il nulla. Mentre siamo convinti che nella nostra vita non stia succedendo niente, qualcosa dentro di noi lavora, ad un livello "sottile", impercettibile. Tutto ciò che accade di significativo, prima nasce dentro...

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