Alzheimer: l’importanza della prevenzione
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Alzheimer: l’importanza della prevenzione

L’Alzheimer non si può ancora curare, ma si può agire sullo stile di vita per prevenirne l’insorgenza: ecco cosa fare

La malattia di Alzheimer è una sindrome neurodegenerativa a decorso cronico, lento, ma progressivo e rappresenta la forma di demenza senile più diffusa. Si manifesta attraverso tre categorie di sintomi:

  • Cognitivi = Difficoltà di memoria, linguaggio, riconoscimento di oggetti, disorientamento spazio-temporale.
  • Funzionali = Difficoltà nello svolgere le attività della vita quotidiana (vestirsi, lavarsi, cucinare, fare la spesa, ecc.).
  • Comportamentali = Agitazione, ansia, abulia.

La durata media di questa malattia ancora oggi incurabile, si aggira intorno agli 8-10 anni dalla comparsa dei sintomi. Essendo una patologia degenerativa, con l’avanzare del tempo le aree cerebrali coinvolte saranno sempre più compromesse e quindi la persona colpita necessiterà di un’assistenza intensa e continua: la malattia impatta molto anche sui familiari, chiamati già agli inizi a pianificare l’assistenza necessaria al congiunto. La malattia di Alzheimer si differenzia dal normale declino cognitivo dovuto all’età, poiché quest’ultimo è più graduale e associato a minore disabilità funzionale.

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Diffusione dell'Alzheimer

L’Alzheimer rappresenta la causa più comune di demenza nella popolazione anziana fra i paesi occidentali (colpisce attualmente circa il 5% delle persone sopra i 65 anni) e una delle maggiori cause di disabilità nella popolazione generale. Il rischio di contrarre la malattia aumenta con l’età: circa il 20% della popolazione ultra-ottantacinquenne ne è affetta, anche se in alcune persone la malattia fa la sua comparsa prima dei 65 anni. Con l’invecchiamento progressivo della popolazione globale, si stima che il numero di persone affette da demenza raddoppierà nei prossimi 15 anni, comportando rilevanti costi assistenziali e sociali.

La scoperta dell’Alzheimer

La malattia di Alzheimer prende il nome dal neurologo tedesco Alois Alzheimer che nel 1907 ne descrisse per primo le caratteristiche. Il tessuto cerebrale dei soggetti da lui osservati presentava una diminuzione delle cellule nervose e la presenza di placche senili visibili anche a occhio nudo. Successivamente, con l’utilizzo di procedure di osservazione microscopica, evidenziò la presenza di ammassi proteici non degradabili e solubili: sono proprio queste sostanze a compromettere la funzionalità cerebrale. La malattia si sviluppa quindi attraverso un processo degenerativo che distrugge lentamente e progressivamente i neuroni e provoca un deterioramento irreversibile di tutte le funzioni cognitive superiori (come memoria, ragionamento logico, capacità di giudizio, capacità decisionale, linguaggio) fino a compromettere l’autonomia funzionale della persona.

Alzheimer: i fattori di rischio

I fattori di rischio per lo sviluppo della malattia di Alzheimer si suddividono in due categorie: fattori di rischio non modificabili e fattori di rischio modificabili. Mentre sui primi non è possibile agire, sui secondi si può intervenire ottenendo dei risultati significativamente positivi nella prevenzione primaria dell’insorgenza della malattia.

Quanto è utile mettere in atto comportamenti preventivi nei confronti dell’Alzheimer? Si stima che ben un terzo dei casi di questa malattia possano essere attribuiti a fattori di rischio modificabili e da ciò emerge l’importanza di adottare misure preventive già in giovane età,  sia per scongiurare lo sviluppo della malattia sia per rallentarne l’esordio. Aspettare che compaiano i primi sintomi per fare prevenzione è inutile: una volta che emergono significa che è già in atto il processo neurodegenerativo che porterà alla progressiva ed inevitabile perdita di neuroni.

Fattori di rischio modificabili

I principali fattori di rischio modificabili su cui si può quindi intervenire per abbassare le probabilità di esordio di Alzheimer sono associati allo stile di vita.

  • fumo di sigaretta
  • assunzione di alcol e altre droghe
  • carenza di vitamine
  • alimentazione poco salutare
  • scarsa attività fisica
  • scarse attività mentali
  • basso livello di istruzione
  • isolamento sociale
  • diabete
  • ipercolesterolemia
  • dislipidemia

Iniziare a intervenire il prima possibile per evitare atteggiamenti e comportamenti che portino a tali fattori di rischio costituisce una misura preventiva efficace. I fattori protettivi contro lo sviluppo di Alzheimer sono proprio l’adozione di uno stile alimentare salutare, l’allenamento costante delle facoltà cognitive, l’allenamento fisico e le relazioni sociali.

Fattori di rischio non modificabili

  • il rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer aumenta con l’avanzare dell’età. La maggior parte delle persone sviluppa l’Alzheimer dopo i sessantacinque anni e, da questo momento, l’incidenza di malattia incrementa in modo esponenziale fino a circa ottant’anni.
  • le forme di demenza cosiddette “familiari” si manifestano in due o più persone appartenenti allo stesso nucleo familiare. Queste ultime possono essere causate da una mutazione genetica che può essere trasmessa dal genitore al figlio con una probabilità del 50%. Un altro fattore genetico di suscettibilità è legato al gene APOE: una sua specifica variante conferisce un rischio aumentato di sviluppare la malattia di Alzheimer.

La presenza di fattori di rischio non modificabili non indica necessariamente che la malattia si manifesterà: si tratta solo di maggiori probabilità di rischio rispetto a chi non è caratterizzato da tali fattori.

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