Segui la tua unicità, vedrai che autostima!
Tu | fiducia in se stessi

Segui la tua unicità, vedrai che autostima!

Fare ciò per cui siamo nati, e non ciò che crediamo di dover fare per essere apprezzati dagli altri è l’unica strada per ottenere l'autentica autostima

“Vorrei volermi bene, avere più autostima...”. Chi dice così, che cosa intende esattamente? In genere quella frase significa: “Vorrei essere più forte, più sicuro, più vincente”. Insomma: fare le cose giuste, avere meno paura di sbagliare, essere più deciso, più assertivo, più interessante, più equilibrato. Chi parla di autostima aspira quindi a un “modello standard” di persona ammirata da tutti. C’è però un problema: l’autostima è l’esatto contrario. Autostima significa che puoi fare le cose che ti piace fare senza sentirti in colpa, senza sentirti “di meno” di tutti quelli che fanno cose diverse, e magari più apprezzate e in linea con i valori e le mode del momento. Ti piace parlare poco? Ti piace stare in disparte e osservare? Autostima è farlo senza sentirsi timido, isolato, sfortunato. Ecco una scoperta interessante: il modo comune di intendere l’autostima è uno dei motivi principali della scarsa autostima che molti sostengono di provare; considerare difetti quelle che sono proprie caratteristiche contraddice infatti l’essenza stessa dell’auto-stima, cioè dell’apprezzamento per ciò che si è. Come fare per invertire la rotta?

Prova ad accorgerti delle parole che dici a te stesso
Il primo punto è: accorgiti di quello che dici a te stesso. In genere non lo si fa: magari siamo pieni di sensi di colpa o ci sentiamo inferiori agli altri, ma non formalizziamo questi stati interiori in un pensiero esplicito. Accorgiti invece di quello che ti dici: “Dovrei essere più magra, più carina, più spigliato, più forte, più realizzata, una madre migliore, una donna più libera, un uomo più affascinante…Invece sono troppo grassa, non sono brillante, mi impappino sempre...”. Se osservi bene le “brutte parole” che dici a te stesso, ti sarà subito chiaro che è lì, in quei giudizi, l’origine della tua sofferenza, e non in presunti difetti congeniti. Quei giudizi sono l’altra faccia del “modello standard”, alla moda: la persona “di successo”. Se smetti di usare quel metro per guardare te stesso, di colpo smetti anche di giudicarti e di sentirti inferiore.

Segui le tue inclinazioni: ti porteranno dove devi andare
Il secondo punto è: prova a seguire le tue inclinazioni. Proprio così: inclinazioni. Cosa fa una palla su un piano inclinato? Rotola, non può fare altro. Anche tu sei fatto per “rotolare” senza sforzo, verso comportamenti e azioni in cui sentirti a tuo agio, naturali. Quando giudichi te stesso però è come se mettessi un fermo, come se intervenissi bloccando un moto spontaneo. Quindi smetti di intervenire. L’autostima non è l’effetto di un’azione in più, ma di un’azione in meno. Ad esempio: “Dovrei avere il coraggio di girare il mondo invece ho mille insicurezze”. Ma sei sicuro che quelle insicurezze non siano invece un limite naturale, il confine che ti dice: “quella strada non fa per te”? Chi ha detto che bisogna girare il mondo? La moda? E pensi di far crescere l’autostima seguendo una moda? O seguendo te stesso? La tua natura si realizza a modo suo, non come vuole il mondo. Il “tuo” successo arriva solo se fai le cose come le sai fare tu. Lascia rotolare la palla. Tu hai altre abilità rispetto agli altri: seguile, ti portano vicino a te stesso. È quella la vittoria che ti serve, l’unica che ti fa star bene.

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