Lavorare senza sosta e ossessionati dalle scadenze ha delle serie ripercussioni sulla nostra salute, come confermano le ricerche più recenti
Lo stress lavorativo mina il nostro benessere: sembra un fatto ovvio, ma quando è la scienza a confermarlo, c’è da preoccuparsi. Una recente ricerca condotta da George Griffin, professore di medicina interna della Saint Louis University, negli Stati Uniti, ha stilato un elenco passi falsi che mettono costantemente a rischio la nostra salute e il nostro benessere. Lo stress si manifesta con una grande varietà di sintomi, dal mal di testa all’ipertensione, fino ad arrivare ai problemi cardiovascolari e all’insonnia cronica: un po` di pressione sul lavoro aiuta a essere più motivati, ma la tensione cronica può costare cara al nostro corpo.
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In realtà, quel che mette seriamente a rischio la nostra salute sono le strategie che si usano per “resistere” ai ritmi imposti dall’attività lavorativa e allo stress, per esempio un’alimentazione ipercalorica e sregolata: è fondamentale rinunciare al fast food e ricominciare a consumare dei pasti regolari, seguendo una dieta bilanciata. Allo stesso tempo anche se si è indietro con le scadenze non bisogna cedere alla tentazione di “rubare” ore al sonno, per non incorrere, sul lungo periodo, in problemi più gravi come quali la difficoltà nella concentrazione o i disturbi di memoria. Il corpo umano non è progettato per stare seduto alla scrivania otto ore di fila: muoversi per almeno trenta minuti al giorno potrebbe essere un buon compromesso per non rinunciare all`esercizio fisico e stimolare in modo adeguato il sistema immunitario.
Infine, c’è il “workaholic”, ossia il lavoratore ossessionato dai risultati, che spesso fronteggia lo stress con qualche bicchiere di troppo. Al posto di un cocktail, per rilassarsi è certamente meglio un infuso, una tisana calmante o - perché no - una lezione di yoga... Come afferma Luigi Ballerini, esperto di psicologia del lavoro e animatore del portale Job24, molti casi di ossessione da lavoro sfuggono all’osservazione, perché la patologia viene negata dal bisogno di risultati, ma se il malessere persiste, prima o poi il rendimento crollerà…Per evitare l’invasività sempre più frequente del lavoro nella sfera privata, dobbiamo anche provare a limitare l`intrusività della tecnologia (ovvero non essere sempre rintracciabili…) e reimparare a dedicarci alle nostre autentiche passioni. Possibilmente senza guardare l’orologio….