Quando un nuovo lavoro scatena l'ansia
L'aiuto pratico

Quando un nuovo lavoro scatena l'ansia

A farti star male non sono le troppe responsabilità, ma un pericoloso perfezionismo e le aspettative sbagliate: tre esercizi da fare subito per uscirne

Ci scrive Serena:

"Ho da poco cambiato lavoro e sono in piena ansia. In passato mi è già capitato di affrontare nuove sfide professionali e me la sono cavata, ma oggi ho più paura. Ho grosse responsabilità, sento la pressione dell'ambiente e anche se i colleghi mi aiutano molto, temo di non farcela. Odio sentirmi inadeguata: tutti dicono che sono brava e intelligente ma non basta. Mi sveglio presto la mattina con l'ansia che mi prende alla bocca dello stomaco; soffro anche d'insonnia, ma questo fin dal liceo, quando dovevo per forza essere la prima della classe. Che cosa posso fare per vivere meglio in questa condizione? Forse ho sbagliato tutto, non sono tagliata per certi ruoli di grande responsabilità."

L'inizio di un nuovo lavoro può farci sentire insicuri e in questi casi è facile pensare di aver sbagliato, di non essere all'altezza, di aver fatto il passo più lungo della gamba. Ma è proprio così o è l'atteggiamento mentale a innescare il disturbo? E per l'ansia, cosa fare subito?

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Ansia: tre regole per farla passare

1) ARRENDITI

Se smetti di combattere l'ansia, se non la tratti più come una nemica, se quando arriva impari a farle spazio, le cose iniziano a cambiare da sole. Arrendersi significa ribaltare il rapporto con questo disagio. Per farlo, immagina l'ansia come un’amica sconosciuta che sta venendo a trovarti, per suggerirti le cose giuste da fare. Quando arriva, cedi e basta, non cercare spiegazioni, concentrati sul punto del corpo dove la senti di più e lasciala salire. Più l'ansia sale, più ti fai cedevole, sempre di più, fino a quando sentirai che, raggiunto il picco, il malessere inizierà a scendere. Resistere all'ansia, combatterla, ragionarci sopra, cercarne le cause non funziona mai: la resa è il solo atteggiamento mentale da mettere in campo, l'unico in grado di far ripartire il tuo processo di maturazione.

No ai ragionamenti

Le spiegazioni che ti sei data finora (l'età, le pressioni ambientali...) ti conducono in un solo territorio, quello della tua inadeguatezza. "Io non vado bene, io non sono adatta." Se invece ti dici: qualcosa sta nascendo dentro di me, non so cos'è, gli faccio spazio anche se fa male, entri in un rapporto differente col tuo mondo interiore, ne allarghi la percezione e ti allontani da quel perfezionismo che ti tormenta da sempre. L'idea granitica che hai di te, il dovere autoimposto di essere sempre forte, sempre sul pezzo è il tuo problema, non l'ansia, che viene proprio per farti superare quel modello irraggiungibile.

2) NASCONDITI

C'è un secondo esercizio che puoi fare e che dà ottimi risultati contro l'ansia. È l'esercizio del rifugio. Stai avendo una crisi? Chiudi gli occhi, immagina di cercare una tana. Non sei quella di oggi, sei una donna di un'altra epoca, hai bisogno di un riparo. Ti guardi in giro fino a che, davanti a te, vedi comparire una grotta, piccola ma abbastanza accogliente da ospitarti. Entra, è il tuo rifugio, sei in un guscio protettivo, il tuo guscio. C'è un masso accanto all'ingresso e puoi usarlo per chiudere e lasciare fuori ogni pericolo. Fallo tutte le volte che senti il disagio salire e la tentazione di combatterlo. Magari le prime volte avrai un po' paura a entrare, ma pian piano scoprirai che la piccola grotta è un luogo accogliente, dove puoi nasconderti fin che serve e rigenerarti a contatto con energie antiche e profonde. Stai lì fino a che sentirai tornare la calma interiore. Potrai tornarci ogni volta che ne sentirai il bisogno...

Spazio all'immaginazione

Immaginare non è un escamotage per distrarsi dal problema dell'ansia ma il modo più rapido per far spazio ai messaggi del profondo, del mondo interno, il solo territorio che può suggerire autentiche soluzioni, che sono sempre inaspettate. Le immagini, afferma James Hillman, sono il ponte fra l'inconscio e la coscienza, fra il lato cosmico, eterno di noi e quello che vive nella realtà di tutti i giorni.

3) TROVA UN ANIMALE GUIDA

Continuando ad affidarti alla fantasia, chiudi gli occhi e immagina di avere al tuo fianco un potente alleato, un animale amico. Non pensarci a lungo, non dev'essere per forza bello, forte o maestoso: quello che arriva andrà benissimo e bastano pochi istanti per visualizzarlo. Affidati alla sua saggezza antica, al suo fiuto. Immagina di osservarlo nel suo ambiente, osserva la naturalezza con cui si muove, e se vuoi, divertiti a imitarne le movenze, i passi; è qui per aiutarti a ritrovare la naturalezza perduta, l'istintività che stai trascurando nell'illusione di superare i malesseri con il pensiero, il ragionamento.

Affidati all'istinto

L'animale amico, che rappresenta le radici dell’istintualità presenti in ognuno di noi, sa cose che la tua mente non conosce. Non a caso non c'è tradizione della Terra, non c'è religione che non contempli animali sacri. Affidati alla sua guida, lasciati condurre: sarà lui a trasportarti senza sforzi inutili lontano dalle paludi dell'ansia.

andrea nervetti
Psicologo e psicoterapeuta, collabora dal 2001 con l’Istituto Riza di Medicina psicosomatica di Milano dove esercita la libera professione. Vice Direttore e Docente presso la Scuola di specializzazione in Psicoterapia a indirizzo psicosomatico dell’Istituto Riza. Membro del Consiglio direttivo della SIMP (Società italiana di medicina psicosomatica), scrive per le riviste Riza Psicosomatica, Antiage ed è responsabile del sito www.riza.it. Svolge anche attività libero professionale presso l'Istituto stesso e a distanza via internet. La scheda completa dell'autore
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