L’insicurezza per il futuro espone chi lavora al rischio ansia e depressione: ecco una guida per non farsi abbattere e conservare la fiducia in se stessi
La crisi che stiamo vivendo è portatrice di stati clinici preoccupanti come ansia e depressione in chi ha perso il lavoro, insicurezza e paura per il futuro anche in chi disoccupato non è. Molti sono coloro che vivono il presente con ansia, spesso perdono fiducia nelle proprie capacità o in quelle di chi guida l’azienda. A volte si rischia diventare apatici, poco collaborativi coi colleghi, ci si trincera in una situazione di autodifesa costante. I conflitti aumentano e, pian piano, si rischia di perdere la motivazione al lavoro. In altri termini viene a mancare la fiducia: nell’azienda, in sé stessi, negli altri. Queste reazioni sono però controproducenti e non fanno che peggiorare la situazione. Come reagire a una situazione di crisi, imparare a vivere senza cadere nella depressione e usare la nostra intelligenza, guardare avanti, usare la nostra tenacia per uscirne? Ecco in breve le regole.
Ribaltare la prospettiva
Spesso in questo modo si scopre nella difficoltà che stiamo vivendo un’opportunità nascosta: e se fosse un bene per me questo evento? Le cose non hanno mai uno sviluppo preordinato: se ci manteniamo aperti e curiosi potremo volgerle a nostro vantaggio.
Agire senza lamenti
Lamentarsi significa focalizzarsi sul problema e rallentare la soluzione. Restiamo invece nel qui e ora. La situazione non cambierà per magia per cui cominciamo ad agire oggi, senza pregiudizi, senza aspettative o ripensamenti.
Circondarsi di gente felice
Soprattutto in momenti difficili abbiamo bisogno di relazioni appaganti, le sole che hanno un effetto benefico sulla salute e sull’attività del cervello. Un cervello “nutrito” di buone relazioni è in grado di affrontare i problemi e trovare in sé le soluzioni migliori.
Ritrovare la calma
Se non si è calmi non si può risolvere nulla perché lo stress condiziona la mente a vedere in modo distorto.
Guardarsi senza accuse
Osserviamoci con calma, senza sovrapporre valutazioni, consapevoli che “bene” e “male”, “giusto” o “ingiusto” sono categorie morali che poco hanno a che vedere con la nostra identità. Essere se stessi significa alimentare la nostra autostima.
Non cercare le cause
Se abbiamo perso il lavoro, non soffermiamoci sulle cause. Ogni volta che pensiamo alla possibile causa del disagio in realtà lo stiamo aumentando ed entriamo in un’atmosfera di sofferenza che non ci aiuterà a trovare le energie giuste per risolvere il problema.
Vivere appieno le emozioni
Se siamo arrabbiati, meglio un pugno sul tavolo di un sorriso ipocrita. Un po’ di sana collera è importante, serve a far capire che prendiamo a cuore la situazione nella quale siamo coinvolti. Dopo la collera interviene un momento di placida distensione, quasi di liberazione.
Parlare con il partner
Se viviamo stati di preoccupazione, non nascondiamo i nostri sentimenti a chi ci è più vicino. Chiediamo attenzione al nostro partner, ci potrà ascoltare con empatia, mostrare interesse e farci vedere la situazione da un’altra prospettiva, aiutarci almeno emotivamente.
Coltivare il coraggio
Capita a tutti di avere cedimenti, di pensare che non si può far nulla. Inutile opporsi: accettiamo i momenti di sconforto dando loro un “tempo”. Percepire il dolore aiuta a “consumarlo”, così da ritrovare poi il coraggio di agire senza essere frenati dal passato.
Non isolarsi
Se ci isoliamo finiremo per pensare troppo e male, diventeremo sospettosi, aggressivi, arroganti ed egocentrici. Se invece ci sentiamo sostenuti, potremo liberare le nostre energie.