Quando ci arrendiamo alla sua "scomparsa", senza saperlo ne stiamo preparando la rinascita: l'amore perduto ritornerà in altre forme...
C’è una cosa che accomuna la storia di molti uomini e donne: la sensazione di un amore perduto o - similmente, di un amore che non si è trovato, di un amore che si è intravisto un attimo e poi ci è sfuggito, pena della carne e dello spirito e al contempo struggente desiderio dell’Anima. Se forse è tempo perso cercare di definire l’amore, è vero anche che la sua mancanza, il vuoto che crea può diventare "motore" del nostro vivere, il volano che trasmette energia e passione, oltre ogni tristezza e amarezza. per lo stesso principio, quelli che chiamiamo mali dell’Anima, i disagi del vivere, le ristrettezze che fanno soffrire, racchiudono in realtà il senso autentico della vita.
Leggi anche:
La nostalgia dell'amore perduto è in realtà simile a una ricerca interiore, per certi aspetti affine a quella del Santo Graal (ardua ricerca dunque...) ma in questo cammino il rischio è quello di confondere questo desiderio di amore "cosmico" con altro, in primo luogo col possesso. Così, quando si pensa d’averlo trovato scatta la frenesia di possedere, la gelosia e la paura che possa sfuggirci prevalgono e l'amore si eclissa nuovamente. La frustrazione che proviamo in questi casi ci dice che siamo stati vittime di un’illusione, come di un miraggio che si vede solo a una certa ora, in un certo giorno. Arriva la delusione e si pensa: ho scelto la persona sbagliata. A causa di questo equivoco tante unioni finiscono, si logorano, lasciano con l'amaro in bocca, con rivendicazioni e risentimenti che emergono nelle discussioni, nelle reciproche delusioni. L’Amore perduto genera sofferenza, ribellione, l’insofferenza, l’impazienza. Siamo noi a creare i malesseri e paradossalmente quando cerchiamo di evitarli diamo loro più forza.
Per non fare confusione e non cadere nel tranello delle illusioni, occorre saper distinguere. Esiste l‘unione di due persone che si piacciono e si amano qui, sulla terra, ogni giorno, dove ci si sposa o si convive, dove si pagano bollette e si dimenticano gli ombrelli in qualche negozio, dove si prepara pranzo e cena, dove si fa l’amore con più o meno passione e dove nascono bambini. Poi esiste un altro tipo di amore, quello che "traspira" dal nostro profondo, dove esiste una tavola con un posto vuoto, dove si racconta una favola di una principessa da salvare o di un principe da conquistare, il tutto dopo grandi difficoltà e peripezie (come nella “foresta dei perigli” del ciclo dei romanzi sulla ricerca del Graal). L’amore perduto è una ferita che attende di essere sanata, è la completezza cercata da mistici e saggi, è la vittoria sui dolori e sulle angosce che tutti vorrebbero. Non vive nel quotidiano delle relazioni, ma in altri tempi e in altri luoghi.
Quando parliamo d'amore esistono quindi due piani differenti; vivere armoniosamente la vita implica stare con i piedi nella quotidianità ma saper anche ascoltare cosa suggerisce il sogno, l’immaginazione, i desideri reconditi; l’immagine che appagherebbe in pieno i nostri bisogni è una figura "eterna" che provoca dolcezza e malinconia ma anche ispirazione e risolutezza, sentimenti di cui abbiamo grande bisogno. Infine, quando parliamo di amore perduto dobbiamo soprattutto imparare a perdonare. Ma chi? Noi stessi per primi, "colpevoli" di non riuscire a raggiungere l’Amore perduto, sognato o rimpianto, incapaci di spegnere la nostalgia che brucia eternamente in ognuno. E perdonarci il fatto che quel che manca continuerà a mancare: non è colpa nostra o del partner, poiché è la nostra Anima a spingerci in questa ricerca, che rende la vita ancor più degna di essere vissuta.
Quando soffriamo per l'amore perduto e la ferita sanguina, ma non è l'altro che non c'è più (o che non c'è mai stato) a farci star male, ma quella nostalgia "eterna"...Chi resiste al fascino di questa ricerca o chi la dimentica apparentemente vive meglio, ma è un illusione: sentire nel cuore il desiderio di trovare quest’amore "cosmico" è in realtà un privilegio, anche se doloroso, anche se comporta fatiche e dispiaceri. Chi cerca è però davvero più ricco, ha più risorse interiori, e nei momenti più bui scoprirà qualcosa di prezioso, quel senso dell'esistenza che, senza che se ne accorgesse, ha reso e rende unica la sua vita.