Se ti ripeti la tua comunicazione è scadente
Se li si osserva da lontano mentre parlano, sembra che stiano facendo chissà quali discorsi, che stiano argomentando con chissà quale dialettica e quale capacità di comunicazione, che stiano dicendo tantissime cose. Ma se ci si avvicina, si scopre che stanno ripetendo sempre lo stesso concetto, che ritornano sempre sul medesimo tema. Non ci stiamo riferendo ai classici logorroici, cioè a coloro che parlano di continuo, ma alle persone che, nelle relazioni quotidiane, raccontano all'interlocutore di turno sempre le solite cose. Alcuni, qualsiasi sia l'argomento, fanno un continuo riferimento a un tema preciso che sta loro a cuore in modo ossessivo (ad esempio una madre che tira sempre in ballo l'infanzia dei figli ormai grandi, o una moglie che critica il marito). Altri, per spiegare una cosa, la ripetono più e più volte, come se l'altro non fosse in grado di capire o la spiegazione non bastasse mai. Altri ancora parlano solo di alcuni argomenti (lo sport, il lavoro, un hobby), infischiandosene del fatto che possano non interessare a chi li sta ascoltando...
Una comunicazione che sembra un disco rotto
In tutti i casi il risultato è negativo, poiché la comunicazione si fa tortuosa, per non dire impossibile. Queste persone non ascoltano l'interlocutore ma sono del tutto orientate su se stesse: su ciò che hanno urgenza di affermare, sul proprio vissuto, sulle proprie emozioni, che tuttavia non elaborano mai veramente, ma che semplicemente ripetono. Esse perciò non stanno realmente dialogando: il loro è un monologo di cui l'altro è spettatore suo malgrado, un monologo che rimane lo stesso pur cambiando gli spettatori. Alla base di questo atteggiamento c'è di solito una forma d'ansia, legata all'insicurezza rispetto a il valore di sé e delle proprie idee, e una forte difficoltà a prenderne atto. Se glielo si fa notare, chi ne soffre nega di mettere in atto una siffatta forma di comunicazione, e comincia a difendersi proprio nello stesso modo logorroico e ripetitivo che usa di solito.
Perchè ci si ripete
Si pensa di vincere così tutte le proprie difficoltà, in particolare:
- Insicurezza nelle proprie idee
- Bisogno spasmodico di essere accettato
- Egocentrismo dissimulato
Se la "tua" comunicazione è così, ecco cosa fare
Dopo un dialogo, cosa ricordi di quel che ha detto l'altro?
Per sapere se sei ripetitivo, dopo un dialogo prova a ricordare di cosa ha parlato l'altra persona: vedrai che farai fatica, perché sei troppo orientato su di te. Prova a lasciare spazio all'interlocutore, a stare attento a ciò che dice e a calibrare le tue parole sulle sue. Presto riscoprirai il piacere e l'utilità dell'ascolto.
Parla poco di te
Dialogare non equivale ad affermare rigidamente le proprie idee, parlare solo di se stessi o del proprio mondo. Esci da questa visione egocentrica della realtà e rimettiti in gioco, ponendo sullo stesso piano anche ciò che dice l'altro. Non pensare che le tue cose siano sempre le più importanti.
"Rinuncia ai tuoi cavalli di battaglia"
Spesso, nel parlare con gli altri, siamo dominati dal voler piacere e facciamo leva sui soliti argomenti o racconti, che riteniamo forti. Il rischio è di annoiare, di risultare patetici. Sforziamoci di trovare parole nuove, di fare discorsi diversi dal solito: utilizzeremo meno parole, e saremo più incisivi.
Come usare il linguaggio verbale e quello del corpo per farsi capire e per migliorare i rapporti con gli altri